Libri, Autografi e Stampe Sessione 1
giovedì 24 giugno 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)
Medicina - Sydenham, Thomas - Opera omnia medica
Medicina - Sydenham, Thomas - Opera omnia medica
Padova, Giovanni Manfrè, 1716. In 8°. Occhietto, fregio xilografico al frontespizio, iniziali e fregi incisi in legno, lavoro di tarlo al margine interno, sporadiche fioriture, legatura coeva in pergamena, autore e titolo manoscritti al dorso, qualche foro di tarlo, piccole mancanze alle cerniere e alla cuffia, lievi difetti. § Mead, Richard. Opera medica. Figuris illustrata, Venezia, Antonio Bortoli, 1752. In 4°. 7 parti in 1 vol. Fregio xilografico al frontespizio, testatine e capilettera incise in legno, nella V parte 3 tavole numerate fuori testo, nella VII parte 4 tavole numerate su 2 fogli, fioriture sparse, fori di tarlo, qualche leggero alone, legatura coeva in cartonato, dorso parzialmente mancante, alcuni fori di tarlo. § Vallés, Francisco. Commentaria, in septem libros Hippocrat De morbis popularibus, nunc primum in Galliis excusa [...], Orléans, Claude & Jaques Borde, 1654. In 2°. Stemma del dedicatario e iniziale calcografica a χ1, fregi e iniziali xilografiche, strappo con perdita al margine inferiore del frontespizio, leggera brunitura, qualche lieve alone e fioriture, perdita di testo agli ultimi fascicoli, legatura coeva in pergamena, titolo manoscritto al dorso, mancanze al piatto anteriore, difetti. Ex libris manoscritto al frontespizio
NOTE
Thomas Sydenham (Windford-Eagle 1624 - Londra 1689) illustre medico inglese è conosciuto come il creatore di una nuova scuola clinica fondata sullo studio scrupoloso e oggettivo dei sintomi patologici. È considerato il padre dell'epidemiologia: di grande rilevanza sono gli studi condotti sulle epidemie londinesi. In contrapposizione con iatrofisici e iatrochimici, che interpretavano i fenomeni patologici e biologici esclusivamente in termini meccanici e chimici, Sydenham riportò la medicina sulla via dell'osservazione clinica e dell'esperienza personale ribadendo i concetti ippocratici tanto da essere denominato “l’Ippocrate inglese” nel sec. XIX.