ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000) Grandi cantanti d'opera: la collezione La Guardia di fotografie con autografo (1890 – ‘2000)
lunedì 12 luglio 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)
Carlo Galeffi (Malamocco 1884 – Roma 1961)
Carlo Galeffi (Malamocco 1884 – Roma 1961)
Allievo prima di Giovanni Di Como e in seguito di Enrico Sbriscia nel 1903 debuttò a soli diciannove anni al Teatro Quirino di Roma in Lucia di Lammermoor.
La grande occasione gli si presentò al Teatro Adriano di Roma nel 1907, quando sostituendo Pasquale Amato in Aida ottenne un grande successo. Cantò al Metropolitan di New York nel 1910, a Chicago nel periodo 1919-21 e in tutti i principali teatri europei e sudamericani. Debutta al Teatro alla Scala il 26 ottobre 1912 in Don Carlo iniziando un sodalizio con il teatro milanese che durò fino al 1940. Fu il primo Fanuel in Nerone di Arrigo Boito e il primo Manfredo ne L'amore dei tre re di Italo Montemezzi. Partecipò alle prime assolute di tre opere di Pietro Mascagni: Amica, Parisina e Isabeau. Fu anche il primo Amfortas italiano e il primo Gianni Schicchi europeo. Particolarmente noto per le sue interpretazioni di Rigoletto, Nabucco, Simon Boccanegra, Renato, Posa, Galeffi fu rinomato baritono verdiano. Celeberrimo Rigoletto di lui Franco Abbiati scrisse: "Qualcosa di tragico, di tragicamente scespiriano si impossessava di lui quando rivestiva i panni dello sciancato buffone del Duca di Mantova (...) Grande indimenticabile artista, non voce d'oro, ma di fuoco."[2]. Voce straordinariamente ricca, estremamente personale e riconoscibile tra mille, valorizzata da una tecnica di fonazione perfetta, Lauri-Volpi la descriveva così: "Era impossibile, infatti, ascoltare una voce più rotonda e espansiva: si dilatava nella sala come se fosse composta di infiniti corpuscoli vibranti che avanzassero a ventaglio e invadessero l'atmosfera fino ad occuparla totalmente."[3] "Voce verdiana per antonomasia: sferica, vellutata, patetica e, a un momento dato, insurrezionale e tonante, da dare l'impressione di una voce plurima. Per quanto pensi a quelle che oggi vanno per la maggiore, non una può compararsi alla voce monumentale di Galeffi."[4]
Nella lunghissima carriera, durata quasi mezzo secolo, interpretò una sessantina di ruoli affermandosi come baritono nobile e "aristocratico" dal timbro tendenzialmente chiaro, in contrapposizione all'affermarsi della scuola verista. Dal 1955 al 59 insegnò canto presso il conservatorio di musica di Ankara.
"La voce che ci giunge dai suoi dischi è probabilmente, a causa delle manchevolezze dell'incisione, una fotografia sbiadita dell'originale. Ma la tecnica, lo stile, le modulazioni, il fraseggio, l'accento costituiscono un esempio al quale ci si dovrebbe rifare quasi obbligatoriamente."[5]
Fu iniziato in Massoneria nella Loggia La Concordia di Firenze il 15 febbraio 1923[6].
Foto autografa del celebre baritono datata 30/05/1914
Ottimo stato
Fotografia; 23,5x12 cm