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sabato 29 maggio 2021 ore 16:00 (UTC +01:00)
Wilhelm von Gloeden (1856-1931), foto all'albumina raffigurante ragazzo al teatro greco di Taormina. Numerata sul retro
Wilhelm von Gloeden (1856-1931), foto all'albumina raffigurante ragazzo al teatro greco di Taormina. Numerata sul retro 46 e timbrata. Cm 17x22
"Wilhelm Von Gloeden fu un fotografo di origine tedesca che passò parte della sua vita in Sicilia, nello specifico a Taormina, città che scelse come seconda casa. Furono i problemi di salute giovanili a portarlo nella penisola. Nello specifico la scelta di Taormina è legata all'ideale onirico della Sicilia che il fotografo sprigiona nella sua foto attraverso la scelta di modelli abbigliati alla maniera classica.
Iniziò la sua carriera per hobby, ma ben presto le sue foto diventarono famose anche grazie alla pubblicazione a Londra nel 1893 di un suo scatto.
La sua opera è oggi riconosciuta a livello internazionale ed è legata principalmente alle foto di nudo caratterizzate da soggetti giovanili e in vesti che si rifanno all'antichità classica.
In realtà la sua produzione è ben più vasta e caratterizzata da una vasta gamma di foto dedicate alla cronaca, come quelle dedicate al terremoto che distrusse Messina nel 1908, al paesaggio Taorminese e alle sue vestigia antiche ma anche ai personaggi locali, come contadini, in vesti tradizionali. Furono queste foto, usate spesso come cartoline, ad accrescere il mito della città e il suo turismo. La Taormina di Von Gloeden è infatti alla fine dell’ottocento una città affascinante e misteriosa in grado di attirare intellettuali e artisti da tutta Europa, ma in realtà povera ed economicamente ancora poco sviluppata. Fu proprio questo il motivo che spesso spinse i giovani taorminesi ad accettare di posare nudi per l'obiettivo di Von Gloeden, che per questa sua vena erotica inizialmente non fu ben visto dalla popolazione locale e delle autorità ecclesiastiche.
Con il tempo il fotografo venne accettato dalla comunità locale e continuò la sua produzione fatta basata su foto di giovani taorminesi ritratti quali divinità, con ornamenti dal gusto classico. Questa produzione durò all'incirca fino alla prima guerra mondiale.
Oggi è riconosciuto unanimemente a livello internazionale non solo per le tematiche trattate ma soprattutto per le sue qualità tecniche. Le sue foto sono infatti sapientemente bilanciate e studiate grazie al’uso dell’illuminazione e alla posa dei soggetti. Inoltre la sua innovazione sta nella sperimentazione nell'ambito dei filtri fotografici e delle accortezze prese nei confronti dei suoi modelli. Basti pensare a una lozione che spesso veniva usata per annullare le imperfezioni della pelle dei suoi soggetti fotografici. Interessante vedere come nonostante le critiche mosse nei suoi confronti, la sua fotografia non sia mai sfociata realmente in intenti erotici spinti ed espliciti, rimanendo sempre fedele a una composizione orientata alla costruzione classica e mitologica". ASORstudio