ASTA 91 - DIPINTI, DISEGNI E SCULTURE DAL XV AL XIX SECOLO SESSIONE UNICA
venerdì 14 maggio 2021 ore 15:30 (UTC +01:00)
San Francesco di Paola
GREGORIO PRETI ( Taverna, 1603 - Roma, 1672), ATTRIBUITO
San Francesco di Paola
Olio su tela, cm. 66,5x58,5. Con cornice
In questa impressionante effige di santo a mezzo busto si può riconoscere San Francesco di Paola in virtù della tunica scura e della presenza della canna, che fa riferimento a un miracolo compiuto post-mortem dal fondatore dell'ordine dei minimi, il quale apparve a un vecchio frate infermo e lo salvò dai turchi che invadevano Corigliano bloccando la porta del convento con un'esile canna che impedì loro l’accesso.
La tela si inserisce autorevolmente nella fioritura naturalista caravaggesca e riberesca che caratterizza i primi quattro decenni della pittura napoletana del Seicento e che in varia misura coinvolse pressoché tutti i principali attori sulla scena artistica partenopea. Il dipinto esibisce un’originale aderenza alla cultura figurativa tenebrosa, connotata da un misticismo interiorizzato, umile e profondo, prosciugato di qualsiasi esteriorità e spettacolarizzazione in linea con la spiritualità perseguita dall’ordine dei minimi. Sull’accento riberesco, quasi predominante a Napoli dal terzo decennio del secolo, si intrecciano qui richiami a Francesco Fracanzano, Maestro dell’Annuncio ai pastori, Juan Do e Hendrik Van Somer. I punti di contatto più salienti sembrano, peraltro, quelli che legano quest’immagine di rara forza comunicativa alla prima attività di Gregorio e Mattia Preti, negli anni Trenta e Quaranta, quando è più potente l’eco caravaggesca e il linguaggio pittorico si presenta ancora saldamente ancorato a una poetica naturalista, sostenuto da una pennellata densa e materica. Si pensi, come termini di confronto, ai volti di San Nicola di Bari e Gennaro nella Madonna con Bambino in gloria della chiesa di San Domenico a Taverna, al Democrito nell’Eraclito e Democrito conservato nell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, al San Pietro dell’Episcopio di Sutri o al San Matteo dell’Episcopio di Nepi, parte del medesimo Apostolato commissionato probabilmente ai due fratelli Preti dal vescovo Marcello Anania.