Lotto 0267 | DOMENICO FIASELLA (1589-1669) <br>Betsabea al

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ASTA DI ANTIQUARIATO E DIPINTI DEL SEC.XIX ASTA DI ANTIQUARIATO E DIPINTI DEL SEC.XIX
lunedì 14 dicembre 2020 ore 15:00 (UTC +01:00)

DOMENICO FIASELLA (1589-1669) <br>Betsabea al

DOMENICO FIASELLA (1589-1669)
Betsabea al bagno

Olio su tela, cm 127 x 145


Il dipinto, inedito, va riconosciuto al pittore genovese Domenico Fiasella, di cui costituisce un unicum dal punto di vista iconografico. A quanto consta, non si conoscono ad oggi altri suoi dipinti di questo soggetto, pur rientrando esso perfettamente in un filone narrativo più volte frequentato dal pittore ed evidentemente assai gradito ai suoi committenti. Si tratta infatti di un episodio biblico - tratto dal II Libro di Samuele, 11, 2-17 - elaborato con indubbio gusto profano. O, viceversa, di un soggetto dalle forti valenze profane se non addirittura sensuali o scabrose, mascherato dalla pur veritiera derivazione dalla fonte sacra della Bibbia.
La pura bellezza del nudo di Betsabea, pudicamente coperto in parte da un lenzuolo, maschera il verismo della scena col riferimento alla statuaria classica. Il vezzo della giovane ancella, la quale più che assisterla nel bagno pare solleticarle le caviglia mentre la guarda con ammirazione, quasi incantata dalla sua bellezza, aggiunge ambiguità e sensualità alla scena. Il voyerismo di Davide che osserva dal terrazzo del suo palazzo la fanciulla intenta al bagno si inserisce in un sapiente gioco di sguardi incrociati che il pittore inscena con indubbia originalità inventiva: Davide e l'ancella guardano Betsabea mentre lei guarda verso di noi, con un'espressione carica di malizia.
La compostezza e il purismo formale del Fiasella, di matrice toscana, si somma alla lezione della statuaria romana, e dunque unisce due elementi forti della sua formazione: toscano di nascita, il giovane è a Roma dal 1606 al 1617 circa. Il racconto è impostato sui toni tipici con cui il Sarzana imposta gran parte della sua poetica, nella riuscita ricerca di un equilibrio tra verità e finzione, naturalismo e narrazione. Gli inserti del quotidiano, si veda la cesta alle spalle di Betsabea, per esempio, e l'indugiare descrittivo dei dettagli, le stoffe di cui si ammanta l'ancella o la passamaneria del cuscino rosso su cui siede la donna, contribuiscono a rendere più vero il racconto che, privo di accenti drammatici, assolve come Betsabea all'intento di tanta pittura barocca nata per sedurre.

Anna Orlando /X / 2020