Lotto 88 | Bottega di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609 - 1685)

Lucas - Via Nino Bixio 32, 20129 Milano
ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE SESSIONE UNICA
martedì 10 novembre 2020 ore 14:30 (UTC +01:00)

Bottega di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609 - 1685)

Bottega di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609 -1685)
Madonna orante
Olio su tela
Workshop of Giovan Battista Salvi known as Sassoferrato (1609 -1685)
Praying Madonna
Oil on canvas
48x37,5 cm

L'opera variamente studiata è concordemente attribuita in via del tutto precauzionale, vista la sua importante qualità pittorica, alla bottega del Salvi. Probabilmente è stata eseguita sotto la sua direzione, senza escluderne l’intervento in taluni passaggi come lo splendido incarnato, oppure da qualche suo valente allievo, perfettamente a conoscenza del suo ductus pittorico, in data postuma alla morte maestro. Nato a Sassoferrato, nel versante orientale dell’Appennino in provincia di Ancona, il 25 agosto 1609, fu definito dal critico dell'arte Federico Zeri “un vero genio, il grande pittore dell'arte sacra del Cattolicesimo, dal Cinquecento ad oggi”. Nato in una famiglia per tradizione votata all'arte, suo padre oltre che essere pittore aveva una fabbrica di maioliche e la familiarità con quest'arte potrebbe aver determinato in seguito il particolare senso per il colore brillante e smaltato di Salvi. Parimenti determinanti per la sua formazione sono i modelli del naturalismo seicentesco, soprattutto Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, che Sassoferrato ha modo di studiare nella sua città natale e nelle vicinanze, inoltre Salvi studia, per mezzo delle stampe, Raffaello e le opere classiche. Nel 1629 ha un breve ma significativo alunnato presso il Domenichino, dove ha modo di approfondire la sua inclinazione classicista e neo platonica che traduce in pittura con l'uso di superfici levigate di colore compatto in grado di esaltare l’estatica bellezza dei suoi modelli. Gli anni seguenti vedono Salvi variamente impiegato tra le sue Marche e Roma, col passare degli anni affina il suo fare pittorico ed emerge chiaramente la sua tendenza per un linguaggio ispirato a Raffaello, Perugino e Guido Reni. Tornato a Roma nel 1641, fonda una bottega dove i suoi modelli vengono variamente ripetuti vista la forte domanda di piccoli formati atti alla devozione privata. Le sue opere pure, cristalline ed ispirate al “bello ideale” quale dimostrazione della perfetta bellezza di Dio, riflettono la vita ascetica e semplice che il pittore, fervente fedele, ha condotto. Muore a Roma, in modeste condizioni, nel 1685 e viene sepolto nella chiesa di San Francesco di Paola. L'opera in esame è stata replicata sia dal maestro che dalla bottega, di essa si conosce il disegno, conservato nelle Collezioni Reali d’Inghilterra.