Asta N. 450 - Arte Moderna e Contemporanea Sessione Unica
mercoledì 4 dicembre 2019 ore 16:00 (UTC +01:00)
Rama Carol - Dorina, 1946
Carol Rama (1918-2015) Dorina, 1946; matita colorata e acquerello su carta, cm 23,6x15,8
intitolato, firmato e datato in basso
Opera registrata presso l'Archivio Carol Rama, Torino, con il n. 0738
L’opera per la sua importanza storico artistica è stata notificata dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo di Milano in data 11 luglio 2018.; Provenienza:
Collezione privata, Torino
Collezione privata, Milano
Si tratta di un importante lavoro che appartiene alla serie dei cosiddetti “acquerelli”, un nucleo ristretto di opere su carta realizzate dalla giovane artista torinese Carol Rama tra la ne degli anni Trenta del XX secolo e i primi anni del secondo dopoguerra. Tale nucleo è considerato dalla critica una tra le serie più preziose dell’intera produzione dell’autrice, per rarità di esemplari e per l’alto valore artistico da essi rappresentato. Questa carta in particolare rappresenta un assoluto inedito, mai pubblicata né presentata in esposizioni, riflesso di una maturità tecnica che la pone tra gli esempi di più alto valore all’interno del corpus di “acquerelli”.
La composizione di questa Dorina, molto più che nelle altre già note della serie, si sviluppa a partire dalla fissità frontale dello sguardo femminile, dove la memoria dei volti ieratici prodotti dalla storia dell’arte antica si sovrappone a uno spleen tutto novecentesco, fatto di perdita della coscienza nelle sensazioni del corpo. In questa versione di Dorina in particolare l’erotismo si ricongiunge con la sacralità. Infatti mai come in questo esemplare i serpente, oltre che immagine del peccato e del desiderio sessuale, torna ad essere attributo iconografico della Pizia, simbolo della capacità di essere abitati dalla sapienza e insieme dalla violenza del dio. Questo serpente, a differenza di altri più stilizzati e resi da Carol Rama con veloci campire, e costruito pittoricamente per scaglie intrecciate, come un animale ctonio dalla pelle scabrosa. L’usuale coroncina floreale che circonda la testa femminile, costituita di esili steli nelle altre variazioni del soggetto, qui si trasforma in una ramificazione che cresce a raggiera dietro le ciocche di capelli neri, che possiedono la leggerezza e l’eleganza di petali. Quei rami su cui cresce a spirale una più sottile vegetazione, come una giovane edera desiderante aggrappata a un tronco non suo, disposti tutto attorno al capo di Dorina, fanno da corona, come i rettili attorno al volto della Gorgone, così che il corpo della donna e il suo sguardo divengono punto di congiungimento tra la vitalità erotica dell’istinto animale e la forza generatrice vegetale in un ciclo di elementi simbolici che si trasformano continuamente l’uno nell’altro.