Lotto 545 | "Barbara Belgiojoso d'Adda" e "Antonio Barbiano di Belgiojoso". Coppia di...

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Asta N. 376 - Importanti mobili, oggetti d'arte, argenti e dipinti antichi Strumenti musicali Prima Sessione - dal lotto 400 al lotto 610
mercoledì 26 ottobre 2016 ore 15:30 (UTC +01:00)

"Barbara Belgiojoso d'Adda" e "Antonio Barbiano di Belgiojoso". Coppia di...

"Barbara Belgiojoso d'Adda" e "Antonio Barbiano di Belgiojoso". Coppia di mezzi busti in gesso (h. cm 86,5 e 82,5) Su basi quadrangolari in parte scanalate, con applicazioni di foglie. La parte superiore con inscrizioni identificative dei due coniugi (difetti) Carlo Maria Giudici (Viggi˘ 1733 - Milan 1804) "Barbara Belgiojoso d'Adda" and "Antonio Barbiano di Belgiojoso". A pair of gypsum busts on bases (defects) Questi due monumentali gessi, caratterizzati da un'alta qualit‡ esecutiva, sono i calchi in gesso, corredati delle relative basi con le belle iscrizioni epigrafiche in latino, dei ritratti in marmo eseguiti nel 1769 da Carlo Maria Giudici ai due coniugi Barbara Elisabetta d'Adda e Antonio Barbiano di Belgiojoso (nella collezione di Franco Maria Ricci sono stati pubblicati in occasione della rassegna Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra a cura di F. Mazzocca, E, Colle, A. Morandotti, Milano, Palazzo Reale, Skira editore, 2002, p. 507; si veda poi la scheda di S. Zanuso in La collezione di Franco Maria Ricci editore e bibliofilo, catalogo della mostra a cura di L. Casalis e G. Godi, Parma, Graiche Step Editrice, 2004, pp. 230-231), l'antichissima e illustre famiglia milanese che, grazie soprattutto all'impegno del successore il figlio Alberico XII sposato a Anna Ricciarda d'Este, sar‡ protagonista del Neoclassicismo a Milano. Si deve a quest'ultimo la realizzazione tra il 1772 e 1781, su progetto di Giuseppe Piermarini, dell'imponente Palazzo Belgiojoso d'Este, il pi˘ importante cantiere della Milano neoclassica dopo quello di Palazzo Reale (si veda F. Mazzocca, A. Morandotti e E. Colle, Milano Neoclassica, Milano, Longanesi & C., 2001, pp. 219-239). In questa occasione fu affidata proprio a Giudici, che si qualificava cosÏ come un artista di famiglia, l'esecuzione dei due bassorilievi celebrativi per la facciata con temi ispirati alla storia romana. I due busti, che sono da considerarsi i capolavori del Giudici scultore e tra le opere pi˘ interessanti realizzate a Milano in quegli anni, appaiono ancora pervasi da un gusto barocco basato su un linguaggio plastico molto dinamico. Infatti le figure, impostate con abile e suggestiva teatralit‡, conservano una carica naturalistica e un'incisivit‡ fisiognomica, poi molto sfumate nella successiva idealizzazione neoclassica. Mentre nella trattazione delle ricche pieghe dei mantelli che avvolgono i due busti e nei dettagli del costume ritroviamo un virtuosismo straordinario che conferma l'alta professionalit‡ di Giudici, che fu un vero protagonista nel paesaggio della vecchia civilt‡ rococÚ alle nuove istanze del Neoclassicismo. Soprattutto scultore, e come tale ha lavorato con grande impegno nel cantiere del Duomo di Milano a partire dal 1756, ma anche apprezzato pittore e architetto, dopo il fondamentale soggiorno a Roma nel 1751, fu titolare di un'importante accademia privata in cui si formarono molti artisti che saranno poi protagonisti del Neoclassicismo, come lo scultore Gaetano Monti e in particolare Andrea Appiani che sar‡ sempre riconoscente al suo vecchio maestro per averlo introdotto alle istanze dell'incipiente riforma neoclassica attuata a Roma da Anton Raphael Mengs (G. Stolfi, Giudici, Carlo Maria, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol.56, 2001, pp. 660-663). Le qualit‡ esecutive che caratterizzano i due busti in marmo della collezione Ricci, realizzati per il castello di Belgiojoso dove erano conservati in origine, si ritrovano nei due calchi che furono collocati in epoca imprecisata in cima allo scalone principale del castello stesso. La rifinitura e la raffinata patinatura della superficie rende questi gessi delle opere davvero uniche nel loro genere. Milano 12 febbario 2009 Prof. Fernando Mazzocca