Asta di Antiquariato e Pittura sec. XIX Seconda Sessione - dal lotto 218 al lotto 373
lunedì 22 febbraio 2016 ore 21:00 (UTC +01:00)
LOMBARDI GIOVANNI DOMENICO (1682-1751) Scene di mercatoTele a pendant, 200 x...
LOMBARDI GIOVANNI DOMENICO (1682-1751)
Scene di mercato
Tele a pendant, 200 x 259 cm
Provenienza: antica villa toscana
Queste due grandi scene di mercato, ricche di personaggi e naturalia dipinti a colori vivaci, appartengono alla produzione di genere del pittore lucchese Gian Domenico Lombardi, detto l'Omino, come riconosciuto anche da Paola Betti che, nel 2011, ha dedicato un articolo significativo al pendant, a lei noto allora solo attraverso vecchie riproduzioni fotografiche in bianco e nero, conservate nell'Archivio Cortopassi di Lucca.
Dopo gli elogi dello storiografo Luigi Lanzi (1), che lo ricorda come maestro più che degno del concittadino Pompeo Batoni, Giovanni Domenico Lombardi è stato riportato all'attenzione della critica moderna indipendentemente, nello stesso anno 1994, da Andrea Martini (2) e da Silvia Meloni Trkulja (3). Grazie agli studi successivi della stessa Betti (4) e di Alberto Crispo (5), abbiamo oggi un profilo convincente della sua singolare attività che spazia dalla pittura di storia, al ritratto, al paesaggio fino, appunto, alle scene di genere, e che lo consacra protagonista assoluto della scena pittorica lucchese della prima metà del Settecento.
Attivo soprattutto per le chiese del territorio e per le famiglie più illustri del patriziato cittadino (i Buonvisi, i Garzoni, i Mazzarosa, i Pini e gli Spada), Lombardi lavorò anche per "Paesi Oltremontani", come attesta il suo più antico biografo, Tommaso Francesco Bernardi, e come conferma la pala raffigurante San Gregorio che intercede per le anime del Purgatorio (1746) nella chiesa del Suffragio a Rovereto, allora parte del Tirolo austriaco.
All'interno dell'opera del Lombardi le due monumentali e scenografiche scene di mercato trovano le maggiori affinità tipologiche e stilistiche con le Scene di caccia con ritratti di un gentiluomo, della consorte e dei figli di collezione privata (per la loro riproduzione fotografica cfr. A. Crispo, cit. in bibliografia, 2003 (2004), figg. 236-237), nonché con il pendant raffigurante l'Allegoria della musica e l'Allegoria della danza provenienti dalla villa di Vignamaggio a Greve in Chianti (Firenze, Case d'asta Pitti, 26-11-1987, n. 97), dove ritroviamo la stessa pennellata sintetica, effetti chiaroscurali e modelli con fisionomie e gestualità analoghi.
E' probabile che queste grandi scene, impensabili senza i viaggi di studio in Italia settentrionale compiuti verosimilmente dal Lombardi tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, risalgano ad un momento successivo a quest'esperienza fondamentale che gli permise di conoscere i dipinti dei pittori anversesi Peter Aertsen e Joachim Beuckelaer, ma anche del cremonese Vincenzo Campi o dell'austriaco, ma naturalizzato lombardo, Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini.
Nella descrizione accurata del pollame, dei pesci e dei crostacei e nella varietà di fiori, frutta, melograni, uva, pesche, albicocche, susine e verdura, cardi, rape, carciofi e più tipi di insalate - si notano qualità notevoli di resa veridica da parte del Lombardi che farebbero presupporre la sua applicazione a nature morte autonome, peraltro testimoniata dalle fonti.
Le tele presentano un diverso stato di conservazione. Ottimo nella scena che illustra, partendo da sinistra, il giovane portarolo con le ceste ricche di frutta che scorta la donna alla spesa successiva destinata al pollame appare compromesso da antichi restauri in alcuni brani dell'altro episodio che vede, a sinistra, un'anziana signora contrattare con il venditore di pesce e, a destra, una mamma che osserva amorosamente l'elegantissimo bambino rivolto verso l'osservatore, probabilmente uno dei figli della nobile famiglia toscana cui le grandi tele furono in origine destinate.
Note
1) L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, Bassano 1795-1796 ed. cons., Firenze 1968-1974, 3 voll., I, pp. 204-205.
2) A. Martini, Giovanni Domenico Lombardi protagonista del primo S