Lotto 211 | Antoine de Lonhy (attivo 1446-1490 ca.) "San Giacomo" e "San Bartolomeo" olii...

Aste Boetto - Via Mura dello Zerbino 10R, 16122 Genova
Asta di Antiquariato e Pittura sec. XIX Prima Sessione - dal lotto 1 al lotto 217
lunedì 22 febbraio 2016 ore 16:00 (UTC +01:00)

Antoine de Lonhy (attivo 1446-1490 ca.) "San Giacomo" e "San Bartolomeo" olii...

Antoine de Lonhy (attivo 1446-1490 ca.) "San Giacomo" e "San Bartolomeo" olii su tavola
cm.20x29
con diniego dell'attestato di libera circolazione
e pratica di proposta di vincolo in corso
"Le due tavolette, raffiguranti San Giacomo Maggiore e San Bartolomeo, individuati dai rispettivi tradizionali attributi iconografici, dovevano trovare posto alle stremità della predella oggi scomposta di un polittico, come dimostrano la posizione delle figure, le ridotte dimensioni e la particolare foggia del supporto i dati di fabbrica indicano, inoltre, che le opere facevano in origine parte della seri di Apostoli di Antoine de Lonhy (San Matteo, San Tommaso, San Pietro, San Giacomo minore, San Simone e Sant'Andrea), giunta incompleta nelle raccolte del Museo Civico di Arte Antica e Palazzo Madama di Torino: conducono a questa constatazione la quasi perfettas coincidenza delle misure (per tutte le otto tavoletta cm.20x29 circa) e la corrispondenza , altrettanto puntuale, della decorazione punzonata del fondo oro che, per quanto nella coppia di dipinti qui esaminate sia integrato dai restauri, presenta u identico profilo decorativo lungo le aureole. Anche i dati stilistici convalidano l'appartenenza delle due opere al complesso oggi a Torini e, soprattutto, la loro attribuzione all'artista borgognone, che dopo un fortunato periodo di attività ad Autun Tolosa e Barcellona come pittore, miniatore e maestro vetraio, si trasferisce, dopo il 1462, negli stati del duca di Savoia, dove diventa, fino alla fine del secolo, l'indiscusso protagonista del panorama pittorico locale. Nei due Santi si individua infatti la vigorosa, e, a tratti, rude caratterizzazione delle fisionomie che, come sempre nelle opere dell'artista, si accompagna a una straodinaria delicatezza ed intensità della gamma cromatica: il profilo pensoso e un poco arcigno del San Giacomo rimanda al San Matteo di Palazzo Madama così come al Simon Mago della frammentaria Caduta di Simon Mago (Aosta, Tesoro della collegiata dei Santi Pietro e Orso) e ai Santi benedettini affrescati nel presbiterio della chiesa abbaziale della Novalesa il bonario San Bartolomeo, trova invece riscontro nel San pietro oggi a Torino, nei Profeti della Novalesa e nel San Giuseppe della Natività del Museum Mayer van der Bergh di Anversa. Corrobora ulteriormente il riferimento delle due tavole ad Antoine de Lonhy, la selezione raffinata della gamma cromatica che accosta, secondo uno schema tipico dell'artista anche nella sua produzione miniata, il rosa lilla al verde mela, al rosso aranciato e al grigio viola rialzati e riscaldati dall'oro che impreziosisce i particolari dell'abbigliamento.
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L'appartenenza delle due tavolette a un polittico smembrato, oggi in parte in collezioni pubbliche italiane, in parte migrato purtroppo all'estero, che con ogni verosomiglianza in origine arredava una chiesa piemontese la rarità delle opere di Antoine de Lonhy che, oltre a testimoniare la divulgazione mediterranea dell'Ars Nova fiamminga, ha rappresentato un momento di svolta per la cultura figurativa del Piemonte e della Valle d'Aosta e un presupposto fondante per il gusto nordicizzante riconoscibile nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti (e di Defendente Ferrari) a partire dal 1490-1500 la particolare qualità dei dipinti in questione che appartengono al momento di più alta felicità creativa dell'artista, rendono il San Giacomo e il San Bartolomeo particolarmente meritevoli dell'adozione di provvedimenti di tutela per il loro eccezionale interesse storico artistico."