IL CULTO DELL'ARREDO SESSIONE UNICA
mercoledì 19 marzo 2025 ore 17:00 (UTC +01:00)
Luigi Nono (1850 - 1918) Coro di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, 1874
Luigi Nono (1850 - 1918)
Coro di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, 1874
Olio su tela
102 x 66 cm
Firma: “L. IX” al recto
Data: “1874” al recto
Altre iscrizioni: “Coro di S. Maria Gloriosa dei Frari, Venezia” sul telaio
Elementi distintivi: sul telaio, tre etichette di corniceria “Pietro Biasutti”, Venezia
Provenienza: Senatore Alessandro Rossi, Schio (?); Casa d'aste Il Ponte, Milano, asta 29 maggio 2003, lotto 977; collezione privata, Meduna di Livenza, Treviso; Galleria Nuova Arcadia, Padova (fino al 2009); Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: "Memorie della Società Veneta Promotrice di Belle Arti", anno X (1874), Venezia, 1875, p. 28 n. 99; "Esposizione delle opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera. Anno 1874", n. 274; Camillo Boito, "Scultura e pittura d'oggi. Ricerche", Milano, 1877, pp. 124-125; Pompeo Molmenti, "Mostra del pittore Luigi Nono", in "Quarta esposizione internazionale d'arte della città di Venezia", Venezia, 1901, pp. 142-143; Pompeo Gherardo Molmenti, "Luigi Nono", in "Il Secolo XX", vol. 1, marzo 1919; Arturo Lancellotti, "Centenario di Nono", in "Gazzettino" Sera Venezia, 12 ottobre 1950; Mario Nono, "Luigi Nono nell'Arte e nella vita", Firenze, 1990, pp. 21-22; Nico Stringa, scheda, in Giuseppe Pavanello, Nico Stringa, a cura di, "Ottocento veneto. Il trionfo del colore", Treviso, 2004, p. 266 -267 n. 70 (ill.); Paolo Serafini, "Il pittore Luigi Nono (1850-1918). Catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni", Torino, 2006, p. 29 n. 55 e p. 267 (in commento alla scheda di catalogo)
Esposizioni: Società Veneta Promotrice di Belle Arti, Venezia, 1874; Esposizione delle opere di Belle Arti nel Palazzo di Brera. Anno 1874, Milano, 1874; Ottocento veneto. Il trionfo del colore, a cura di Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, Treviso, Fondazione Cassamarca, 15 ottobre 2004 – 27 febbraio 2005
Stato di conservazione. Supporto: 75 % (due lacerazioni ricomposte)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (abrasioni da contatto)
L'opera, esposta nel 1874 sia alla Promotrice di Venezia che all'Accademia di Brera a Milano, appartiene alla produzione giovanile di Luigi Nono, che appena tre anni prima aveva completato gli studi all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Come già "Le sorgenti del Gorgazzo", dipinto con il quale aveva esordito a Brera nel 1873, anche "Il Coro di Santa Maria Gloriosa dei Frari" mostra chiaramente l'artista orientato, sulla scia della lezione di Ciardi e dei Macchiaioli, verso quella fedele rappresentazione del vero che lo farà imporre tra i principali esponenti della stagione realista in Veneto. La tela viene esposta insieme a "Prima della processione", dipinto attualmente di ubicazione ignota, probabilmente concepito come pendant, sebbene non ne conosciamo le dimensioni. In entrambe le opere protagonista è la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, oggetto di numerosi quadri di pittori di area veneziana. Se in "Prima della processione" l’attenzione è centrata nella vestizione delle due dimesse figure e lo spazio della cappella Corner appare come lo sfondo in cui si collocano casualmente gli strumenti della cerimonia, nell’opera in oggetto è l’ambiente del coro quattrocentesco, meticolosamente descritto, con i suoi stalli di legno intagliati e l’organo di Giovan Battista Piaggia, il vero protagonista della composizione. La solennità dell’insieme è accentuata dalla visione dal basso e dall’effetto di luce che, scendendo dalla finestra, accende i profili dell’organo e degli stalli. Un contesto maestoso dove le figure hanno il ruolo di comparse, sia quelle del fondo, viste solo parzialmente, sia le due femminili in primo piano in atto di leggere un libro, finemente abbigliate e notevoli per la resa pittorica e luministica, contribuendo così a dare alla scena quel marcato accento di quotidiana verità che l’artista svilupperà poi nella sua produzione successiva. Nell'esposizione braidense le due opere richiamavano l'attenzione di Camillo Boito che, in un articolo del 1874 su "Nuova Antologia", poi ripubblicato nel 1877 nel volume "Pittura e scultura d'oggi", dopo aver sottolineato l'impegno realista del giovane artista, teso al «veder giusto» e al «riprodurre esatto», sottolineava una certa durezza nella trattazione delle figure, riscattata tuttavia dal meticoloso disegno dell'architettura interna: «Nella sua veduta di una Cappella, nel suo Coro della Chiesa dei Frari a Venezia, le figure che si vestono per la processione sono più pesanti che non l'altare con i pilastri e le statue, le macchiette sono più legnose che non il legno degli stalli gotici e dorati, i quali, disegnati perfettamente, mostrano con verità da far strabiliare, i loro lustri e il sudicio e le ragnatele e la polvere; ma l'organo in alto e le colonne e le volte delle navate schiacciano il resto, perché il pittore non ha voluto lasciare indietro e annebbiare nulla di ciò che stava di contro al suo sguardo inquisitore» (Boito 1877). Sulla base di questa recensione, nel catalogo generale dell'artista, Paolo Serafini ha posto dubbi sulla reale identificazione di questo dipinto con l'opera esposta nel 1874, data invece per certa da Nico Stringa nel catalogo della mostra "Ottocento veneto. Il trionfo del colore", da lui curata nel 2005 a Treviso insieme a Giuseppe Pavanello. A sostegno delle sue perplessità Serafini sottolinea che Boito nella descrizione del quadro tralascia di citare le due figure in primo piano ponendo l'accento solo sulle macchiette del fondo: «le macchiette del fondo sono pittoricamente le più felici, mentre sono proprio le due figure in primo piano ad essere le meno riuscite e più legnose» (Serafini 2006, p. 29 n. 55). Altri scrupoli nell’includere l’opera nel catalogo generale derivano poi, secondo Serafini, dal fatto che sia Pompeo Molmenti sia Arturo Lancellotti citano questo quadro come una piccola tela (Molmenti 1919; Lancellotti 1950), e che non esistono disegni preparatori della composizione. Allo stesso tempo tuttavia lo studioso sottolinea sia la qualità generale del dipinto, sia la mancanza di altre opere di Nono conosciute raffiguranti questo soggetto, sia la rispondenza tra la figura di vecchio sullo sfondo e il "Ritratto di vecchio" eseguito da Nono tempo prima (ripr. in Serafini 2006, pp. 12-13, n. 10) e conclude ritenendo che al momento attuale degli studi l'identificazione possa essere presentata come una valida proposta.
Proprio sulla base dell’indubbia qualità di esecuzione e sul considerare l’opera una tela di piccole dimensioni - se paragonata alle misure dei dipinti che normalmente affollavano in quegli anni le esposizioni pubbliche, - e, quindi, perfettamente rispondente alle descrizioni di Molmenti e di Lancellotti, in questa sede si ritiene di appoggiare l’identificazione proposta da Nico Stringa, pur nell’assenza di disegni preparatori o bozzetti.
Come lo stesso Serafini sottolinea, pur derivandone l'ipotesi dell'esistenza di più versioni, «La storia collezionistica del dipinto è documentata da una lettera di Luigi Nono alla fidanzata Rina Priuli, senza data perché consegnata a mano dal fratello Lorenzo Priuli, ma certamente della fine del 1887 o degli inizi del 1888: "la persona viaggiante sulle nuvole, lo seppi stamane da fonte attendibilissima - 35 minuti di ritardo - è il senatore Rossi di Schio, il quale possiede un mio Coro dei Frari e una Convalescenza» (Serafini 2006, p. 29).
Sabrina Spinazzé