Asta 497 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Tradizionale II TORNATA, 66 -105
giovedì 19 dicembre 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
CONDO GEORGE (n. 1957) - VERTICAL ABSTRACTION.
CONDO GEORGE (n. 1957) VERTICAL ABSTRACTION. 1989. Olio su tela. Cm 89,00 x 116,00. sul retro: firma, data etichette di provenienza
PROVENIENZA
Edward Totah Gallery, Londra
Gallery Bischofbergher, Zurigo
Collezione privata, Brescia
A.M.Gallery, Brescia
Collezione privata, Brescia
“Vertical Abstraction” colpisce per la profezia sulla ricerca stilistica che George Condo perseguirà
per tutta la sua carriera: una visione geometrica, di derivazione cubista e neoespressionista che alterna
e talvolta fonde ai suoi ritratti di “realismo astratto”.
Negli anni Ottanta, la sua attività artistica è avviata: mette da parte la musica per dedicarsi alla pittura,
formandosi nella Factory di Andy Warhol con gli amici Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. A
differenza delle due giovani promesse dell’arte contemporanea newyorkese, il suo interesse per una
preparazione storico-artistica e filosofica lo porta in Europa, dove approfondisce la pittura classica e
d’avanguardia.
“In America non esisteva una formazione artistica di stampo europeo, tutto era incentrato su
minimalismo e pop art. Ho realizzato che l'arte è più di una semplice rappresentazione: è una sorta
di viaggio nella mente, dove scopri ciò che puoi vedere al suo interno e come puoi materializzarlo in
una forma di esperienza visiva.”
Sono anni in cui la ricerca dell’artista americano oscilla tra la rilettura surrealista dei maestri classici,
ritratti di ispirazione espressionista arricchiti da elementi cubisti e narrazioni astratte che riflettono
l’insegnamento di Kandinsky. E probabilmente è proprio in Europa, dove lavorerà con base a Parigi
fino alla metà degli anni Novanta, che George Condo realizza questo dipinto.
Sebbene Condo abbia sempre dichiarato di ispirarsi a Picasso, in quest’opera riecheggiano soprattutto
le opere cubiste di Malevic, le composizioni di un giovane Rodchenko e alcune astrazioni di
Mondrian. In una sola opera l’artista sintetizza suprematismo, costruttivismo ed espressionismo
astratto, riconducendoli al cubismo, la matrice comune della sua esperienza pittorica, unendo rimandi
e riferimenti in un cortocircuito visivo e intellettuale intrigante.
Nella parte centrale si notano delle figure stilizzate che, seppur in una forma primordiale, alludono ai
personaggi che popolano le opere successive. Si intravedono occhi, denti e espressioni appena
accennate che anticipano i tratti distintivi dei suoi celebri ritratti. Ma i veri protagonisti di quest’opera
sono i colori vibranti - viola, bruni, rossi, blu e azzurro, insieme a nero e bianco -centrali nella poetica
dell’artista americano per creare armonie o dissonanze visive in base al loro accostamento.
Se si è familiari con l'universo iconografico di Condo, nell’opera che presentiamo emerge la
sensazione che, ad ogni nuovo sguardo, si possano scorgere di volta in volta un copricapo, due seni,
i bottoni di una giacca, o un sorriso sinistro. La sua arte suggerisce continui rimandi visivi,
trasformando l'astrazione in un gioco di forme e stati emotivi che si rivelano gradualmente,
stimolando l’immaginazione e la percezione dell’osservatore.
“Non c'è una vera differenza tra la pittura figurativa e quella astratta, perché in fin dei conti è tutta
pittura fin dall'inizio...” “La mia arte è sempre in continuo cambiamento insieme alla mia
immaginazione. Non disegno o dipingo necessariamente in modo rappresentativo; è più un dialogo
interno nella mia mente che si proietta sulla superficie della tela per esprimere i miei pensieri e
sentimenti interiori.”. Cornice presente