Asta 53 - Dipinti di piccole dimensioni. Tornata unica.
sabato 14 dicembre 2024 ore 15:00 (UTC +01:00)
Anselmo Bucci - Il Porto Di Trieste
Anselmo Bucci - Il Porto Di Trieste - Fossombrone - 1887 - Monza 1955 - Olio su tela cm 25,5x31 - Anselmo Bucci, figlio di Achille Muzio, nacque il 23 maggio 1887 a Fossombrone. Dopo aver completato gli studi classici al liceo Marco Foscarini di Venezia, si dedicò al disegno presso la scuola di Francesco Salvini a Este. Nel 1904-05, fu allievo dell'Accademia di Brera a Milano e nel 1906 si trasferì a Parigi, rimanendovi fino al 1915 e concentrando la sua attenzione sull'incisione. Durante questo periodo, realizzò diverse raccolte di incisioni, ispirate alla cultura grafica francese post-impressionista, come "Le petit Paris qui bouge" (1908) e "Paris qui bouge" (1909), ottenendo anche una menzione onorevole al Salon des artistes français nel 1910.Il suo stile si rifletteva sia nelle influenze del post-impressionismo francese che nelle tracce dello studio del Fattori, mantenendo una maniera secca e evitando la retorica. Il periodo parigino segnò un momento significativo per l'arte di Bucci, in cui si avvicinò al gusto di artisti come Jean-François Raffaelli e Pierre Bonnard, influenze evidenti in opere come "L'écraseur," "Touaregs à Paris," "Avenue Rachel," e altre.Durante la prima guerra mondiale, Bucci fu volontario di guerra e documentò la vita sul fronte attraverso incisioni e litografie, come le "Croquis du front italien" (1918) e "Marina a terra" (1918). Dopo la guerra, la sua arte subì un cambiamento significativo. Pur essendo un abile incisore, Bucci decise di esplorare la pittura, orientandosi verso un ritorno al classicismo, in contrasto con le correnti avanguardiste.Nel 1922, Bucci fu il promotore del gruppo "Novecento italiano", che cercava di favorire un orientamento neoclassico. Il suo impegno maggiore in questo periodo fu il dipinto "I pittori" (1921-1924), che rappresentava il suo pensiero antitetico ai movimenti d'avanguardia. Bucci mantenne il suo distacco ideale dalla contemporaneità, sostenendo la preferenza per gli antichi rispetto ai moderni.Nel corso degli anni successivi, Bucci si affermò anche come scrittore, pubblicando opere come "Il libro della Bigia" (1942) e contribuendo con articoli al Corriere della Sera. Morì a Monza il 19 novembre 1955, lasciando un'impronta significativa nell'ambito artistico italiano, con la sua straordinaria vitalità, indipendenza morale e ironia che si manifestava sia nelle sue opere grafiche che nella sua produzione letteraria.