Lotto 208 | REMO PARISE

De Francesco Casa d'Aste - Via Vallone Dei Gerolomini 14, 80135 Napoli
ASTA 17 - Asta di opere d’arte di scuola italiana del XX secolo arte antica XVIII - XIX UNICA SESSIONE
venerdì 25 ottobre 2024 ore 15:30 (UTC +01:00)

REMO PARISE

Dipinto olio su tela, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante "Via del Carbone (Reggio Emilia)". Dimensioni interno cornice: 50x70 cm. Diemnsioni compreso cornice: 93x73 cm. Reca firma in basso a destra e autentica sul retro da Remo Prise. Opera in buone condizioni. Remo Parise è nato a Vicenza l’11/10/1916 ed è morto a Bologna il 10/1/1996, città dove ha vissuto e lavorato. Nel 1930 ha iniziato la sua formazione artistica presso la Scuola d’Arte di Bologna e nella stessa città, dal 1969 al 1971, frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Ha tenuto mostre in parecchie città italiane ottenendo ovunque lusinghieri successi di pubblico e di critica. La sua pittura attraverso immagini recuperate nel profondo della memoria, si fa racconto delle vicende remote che il pittore propone, in ogni caso, attraverso accenti di fascinosa poesia. Motivo ricorrente la Bologna della sua giovinezza con i suoi angoli più caratteristici, i riflessi luminosi, i suoi antichi personaggi fermati in episodi che di frequente si tingono del suggestivo richiamo della fiaba. Scenari preferibilmente notturni accrescono notevolmente il valore sentimentale dei suoi dipinti. Scenari diradati “in un’orchestra (scrive il Morello) di chiaroscuri a volte precisi a volte soffusi in mille tonalità di morbida schiuma marina diffusa sulle cose”. “Ogni minuto (scrive Michele Fuoco) che l’autore ha vissuto cade in una riserva oscura, in un oblio apparente dove lo lascia sprofondare. Sembra che resti soltanto ciò che può essere utile alla sua Arte”. E dal ricordo nascono le immagini, il racconto si articola nelle molteplici parti, riscopre, senza retorica alcuna, lontani e non obliati sentimenti e diventa, allora, profonda occasione di autentica verifica spirituale. Propone, in particolare, realtà di amore e di pace ed è, in tal modo, non “una ricerca (scrive Cucci) del tempo perduto, ma del meglio, forse passato inosservato di quel tempo”. Una realtà per il pittore affatto chiara ancora, di cui egli torna dunque a fare parte con piena facilità, ad appropriarsi nei sui fondamentali risvolti episodici e sentimentali, per riproporne sintesi pittoriche quanto mai gradevoli e personali. Pittura, dunque, come occasione di recupero di fatti e valori lontani presentati mediante pretesti figurali che, pur nella molteplicità delle proposte descrittive, mantengono riferimenti costanti con la realtà di un passato trascritto con amore e suggestiva poesia.