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giovedì 16 maggio 2024 ore 15:30 (UTC +01:00)
Rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis) Cranio, 45.000 anni, Europa orientale
Rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis)
Cranio, 45.000 anni, Europa orientale
Fossile
150,5x95x34 cm
Provenienza: mercato (Italia)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (alcune aree riprese a colore)
Stato di conservazione. Supporto: 70% (ricostruzione di parte della mascella e altri interventi sommariamente indicati nello schema di restauro; i corni sono integralmente riprodotti)
Il poderoso cranio apparteneva ad un rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis), una specie estinta di rinoceronte che abitava l'Eurasia settentrionale durante l'epoca del Pleistocene. Membro della megafauna del Pleistocene, era ricoperto da un pelo lungo e folto che gli permetteva di sopravvivere nella steppa estremamente fredda e aspra. Aveva un'enorme gobba che partiva dalla spalla e si nutriva principalmente di pianta erbacee. Sono state trovate carcasse mummificate conservate nel permafrost e molti resti ossei di rinoceronti lanosi. Immagini di rinoceronti lanosi si trovano tra le pitture rupestri in Europa e Asia. L'areale delle specie si è contratto verso la Siberia a partire da circa 17.000 anni fa. I reperti più recenti, risalenti a circa 14.000 anni fa, sono stati trovati nella Siberia nordorientale, dove gli animali si erano ritirati probabilmente in coincidenza con il riscaldamento di Bølling-Allerød, che sembra aver distrutto il loro habitat.
Un rinoceronte lanoso adulto misurava tipicamente da 3,2 a 3,6 metri dalla testa alla coda, era alto 1,45-1,6 metri al garrese e pesava fino a 1,5-2 tonnellate. Sia i maschi che le femmine avevano due corni fatti di cheratina, con un corno lungo che si estendeva in avanti e un corno più piccolo tra gli occhi. Il corno anteriore poteva raggiungere la misura di 1–1,35 metri negli individui di età compresa tra 25 e 35 anni, mentre il secondo corno si attestata al massimo a 47,5 centimetri. Rispetto ad altri rinoceronti, il rinoceronte lanoso aveva la testa e il corpo più lunghi e gambe più corte. La sua spalla era sollevata con una potente gobba, utilizzata per sostenere il massiccio corno anteriore. La gobba conteneva anche una riserva di grasso per favorire la sopravvivenza durante gli inverni desolati della steppa.
Gli esemplari congelati indicano che la lunga pelliccia del rinoceronte era bruno-rossastra, con uno spesso sottopelo che giaceva sotto uno strato di pelo lungo e ruvido, più spesso sul garrese e sul collo. I peli più corti coprivano gli arti, impedendo alla neve di attaccarsi. La lunghezza del corpo terminava con una coda lunga da 45 a 50 centimetri, con una spazzola di pelo ruvido all'estremità Le femmine avevano due capezzoli sulle mammelle.
Il rinoceronte lanoso aveva diverse caratteristiche che riducevano la superficie corporea e minimizzavano la perdita di calore. Le sue orecchie non erano più lunghe di 24 cm, mentre quelle dei rinoceronti nei climi caldi sono circa 30 cm. Anche le loro code erano relativamente più corte. Aveva, inoltre, una pelle spessa, che variava tra 5 e 15 mm, più pesante sul petto e sulle spalle.
Appronfodniamo la tipologia del nostro reperto.
Il cranio aveva una lunghezza compresa tra 70 e 90 cm. Era più lungo di quello di altri rinoceronti, conferendo alla testa una posizione inclinata profonda e rivolta verso il basso, simile ai suoi parenti fossili Stephanorhinus hemitoechus ed Elasmotherium, nonché al rinoceronte bianco. Forti muscoli sul lungo osso occipitale formavano il garretto del collo e sostenevano il massiccio cranio. La sua potente mascella inferiore misurava fino a 60 cm di lunghezza e 10 cm di altezza. I denti del rinoceronte lanoso avevano lo smalto ispessito e una cavità interna aperta. da cui l'onomastica classificatoria latina ("Coelodonta" significa "animale dal dente cavo"). Come gli altri rinoceronti, gli adulti non avevano incisivi. Aveva 3 premolari e 3 molari in entrambe le mascelle. I molari erano a corona alta e avevano uno spesso strato di cemento (il tessuto parodontale che si ritrova esclusivamente nelle radici dei denti).
Il setto nasale del rinoceronte lanoso era ossificato, a differenza dei rinoceronti moderni. Questo era più comune nei maschi adulti. Questo adattamento probabilmente si è evoluto come risultato della forte pressione sul corno e sul muso quando il rinoceronte pascolava sotto la fitta neve. Caratteristiche peculiari di questo rinoceronte, le ossa nasali erano fuse con le premascellari, il che diversamente da come avviene nei tipi coelodonta più antichi e nei rinoceronti odierni.
I rinoceronti lanosi potrebbero aver usato i loro corni per il combattimento, anche contro loro simili, come testimoniato dalle pitture rupestri (in particolare, forse, durante la stagione degli amori), così come per spostare la neve e scoprire la vegetazione durante l'inverno. I corni possono aver avuto una funzione anche per attirare le compagne per l'accoppiamento. I rinoceronti lanosi erano probabilmente territoriali come le loro controparti moderne. I teschi fossili indicano spesso danni alle corna anteriori e le mascelle inferiori e le costole posteriori mostrano segni di rottura e riformazione, che potrebbero anche derivare da combattimenti. L’apparente frequenza dei combattimenti intraspecifici, rispetto ai rinoceronti recenti, fu probabilmente il risultato di un rapido cambiamento climatico durante l’ultimo periodo glaciale, quando l’animale dovette affrontare un aumento dello stress derivante dalla competizione con altri grandi erbivori.