Lotto 352 | Giacomo Favretto (1849 - 1887) Fantasticando, 1884-1887

Bonino - Via Filippo Civinini 21-37, 00197 Roma
Meraviglie Atto II. La Gioia a colori. II Sessione unica
mercoledì 15 maggio 2024 ore 15:30 (UTC +01:00)

Giacomo Favretto (1849 - 1887) Fantasticando, 1884-1887

Giacomo Favretto (1849 - 1887)
Fantasticando, 1884-1887
Olio su tavola
106,5 x 57,5 cm
Firma: in alto a sinistra, “G. Favretto”
Data: in alto a sinistra, “1887”
Altre iscrizioni: in alto a sinistra, dedica “A quel simpatico / di F. Tabacchi / l’amico / G. Favretto 1887”

Elementi distintivi: al retro della tavola, timbri raccolta Filippo Schettini, articolo di giornale di “Il Mattino. Corriere di Napoli” n. 306 dedicato al generale Francesco Tabacchi, inventario "N° 7" vergato a matita
Provenienza: Generale Francesco Tabacchi, Modena; Cavalier Giuseppe Badini, Bologna; Fillippo Schettini, Napoli; Alfredo Schettini, Napoli; collezione privata, Napoli
Bibliografia: “Catalogo della Collezione Giuseppe Badini. Arte moderna”, catalogo di vendita, Milano, 1928, n. 549, tav. XVIII; Guido Perocco, Renzo Trevisan, “Giacomo Favretto”, Torino, 1986, p. 192, n. 196; Renzo Trevisan, a cura di, “Giacomo Favretto 1849-1887. L’opera completa”, Scorzè-Venezia, 1999, p. 207; Enzo Savoia, Stefano Bosi, a cura di, “La donna nella pittura italiana dell’800. Dalla Scapigliatura alla Belle Époque”, catalogo della mostra, Milano, 2012, p. 20; Stefano Bosi, scheda in Enzo Savoia, Stefano Bosi, a cura di, “I Maestri del Colore. Arte a Venezia nell'800”, catalogo della mostra, Milano, 2017, pp. 68-69, 164
Esposizioni: “Collezione Giuseppe Badini. Arte Moderna”, Milano, Palazzo Nuova Permanente, 1928; “La donna nella pittura italiana dell’800. Dalla Scapigliatura alla Belle Époque”, Milano, Galleria Bottegantica, 2012; “I Maestri del Colore. Arte a Venezia nell'800”, Milano, Galleria Bottegantica, 2017
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 85% (moderate ridipinture in particolare lungo la fessurazione della tavola)

«Non era soltanto un felice pittore, era altresì un artista – l’artista del colore e della luce, che sapeva gaiamente accordare insieme i colori più disparati e stridenti così da destare, insieme coll’ammirazione per le superate difficoltà di tavolozza, un vero godimento estetico. Ma non si può negar d’altra parte che l’arte non fosse per lui sopra tutto colore […] e la composizione stessa non subordinasse alla macchia, che diveniva la vita del quadro», così Pompeo Molmenti (“Venezia. Nuovi studi di storia e d’arte”, Firenze, 1897, pp. 398-399) ricorda Giacomo Favretto a dieci anni dalla prematura scomparsa. Compagno di corso all’Accademia di Venezia di Guglielmo Ciardi, Fausto Zonaro, Luigi Nono e Alessandro Milesi e assistente di Pompeo Molmenti, nella prima produzione risente dell’influenza della pittura macchiaiola e della lezione napoletana. Costituisce, tuttavia, un giro di boa l’Esposizione Universale di Parigi del 1878, che gli permette di accostarsi alla pittura di Ernest Meissonier e Mariano Fortuny. La tavolozza luminosa e la pennellata sciolta e vibrante, in un primo momento utilizzate in soggetti neosettecenteschi, virano ben presto verso le scene di vita contemporanea tra calle e campielli rese con vivace umorismo. Nel 1887, anno della definitiva consacrazione alla Esposizione nazionale artistica di Venezia, ma anche della precoce scomparsa, Favretto dedica al generale garibaldino Francesco Tabacchi l’opera “Fantasticando”. Soggetto del dipinto è Angelina, la sorella dell’artista più comunemente nota con il diminutivo di Zanze, già ritratta in un interno sullo sfondo di una pianta posta su una mensola nel dipinto “Zanze”, presentato all’Esposizione nazionale di Torino del 1884. Maestro del colore, Favretto realizza con una pittura veloce e sommaria la parte bassa del dipinto e si dedica con perizia e maestria al volto al fazzoletto giallo e alla pianta di geranio nel vaso in terracotta resi in punta di pennello. Al di sotto del fazzoletto sfuggono alcune ciocche ribelli, che incorniciano il volto assorto in una romantica fantasticheria. Coprotagonista del dipinto è il bel pezzo di natura morta che spicca sulle imperfezioni del muro imbiancato. Il rosso del fiore di geranio costituisce un contrappunto cromatico con lo scialle rossa, che racchiude e dà volume al volto.

Teresa Sacchi Lodispoto