Pre-Asta 319 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA: XIX, XX, XXI SECOLO - Con una sezione dedicata alla ceramica del ‘900
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Lotto 49 GIULIO BARGELLINI (Firenze 1875-Roma 1936)
Studio per fregio in mosaico
Tecnica mista su carta applicata tela
148 x 320 cm
Studio preparatorio per il mosaico del 1931 realizzato per una villa di Jesi.
Expertise del Prof. Francesco Parisi: "Alla fine degli anni Venti l’architetto e ingegnere originario di Jesi Quadrio Pirani, la cui attività progettuale volta alla realizzazione di abitazioni per l’Istituto Cooperativo per le case degli impiegati dello Stato, si pose come un punto di riferimento nell’evoluzione del linguaggio architettonico del novecento lasciando a Roma una delle poche pagine di livello internazionale (cfr. Livio Toschi, Quadrio Pirani, in L’Istituto Cooperativo per le case degli impiegati in Roma 1908-1933, catalogo della mostra, Roma marzo-maggio 1986, Roma 1986), restaura e aggiorna secondo più moderni criteri la villa jesina La Meridiana, risalente al XVIII secolo, adattandola ad abitazione di famiglia, come già avvenuto con la casa del fratello nella vicina Falconara Marittima. Pirani era legato da un’amicizia decennale con l’artista Giulio Bargellini, tanto che alla morte di questi fu proprio l’ingegnere a recuperare e conservare buona parte del materiale rimasto nello studio, compreso il consistente epistolario, tuttora conservati dagli eredi. La figlia di Pirani, Beatrice, sposò inoltre l’illustratore Ottorino Mancioli, frequentatore dell’atelier dello stesso Bargellini, tanto che presso gli eredi era presente un’opera di Bargellini ritoccata dallo stesso Mancioli. Il legame con Pirani e lo stretto rapporto di fiducia esistente fra i due è ulteriormente testimoniato da una lettera, ascrivibile agli stessi anni della decorazione della Villa La Meridiana, in cui Bargellini invita l’amico a visionare le quattro composizioni che stava approntando per la chiesa del Sacro Cuore a Monte Mario, realizzate fra il 1930 e il 1934 (G. Monti, A. Rocchetti, L’opera di Quadrio Pirani dai documenti del suo archivio, in “Architettura Archivi” 1982, n. 2, pp. 61-86). Al momento della commissione per Pirani Bargellini veniva da una lunga esperienza nella grande decorazione, come testimoniano i cicli per la sede della Banca d’Italia (1924), dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (1927) e del Ministero di Grazia e Giustizia (1929), nonché le numerose commissioni private che lo avevano, a partire dalla prima grande commissione pubblica per decorazione musiva delle lunette nei propilei est dell’Altare della Patria (1912-1918), di fatto allontanato dalla produzione di cavalletto e di conseguenza dalla partecipazione alle grandi mostre nazionali biennali e quadriennali, cui aveva comunque preso parte seppur sporadicamente (Esposizione Internazionale, Roma 1911; Amatori e Cultori di Belle Arti, Roma 1904 e 1912; Biennale di Venezia 1905, 1924 e 1926). Nel 1931 Bargellini aveva dunque ormai raggiunto un linguaggio ben definito, a tratti sintetico, ma con una decisa individuazione caratteriale nelle tipologie dei volti alquanto realistici e un’impronta decorativa di ispirazione quattrocentesca che culminerà nei lavori per la Cappella di San Giovanni Gualberto in Santa Prassede a Roma (1933). La natura dei lavori eseguiti fra il 1910 e il 1930, per i quali era connaturato un costante dialogo con l’architetto – non a caso l’artista chiese di passare dall’insegnamento di decorazione presso l’Istituto Superiore di Belle Arti (oggi Accademia di Belle Arti) di Roma alla Scuola Superiore di Architettura, trasferimento che gli venne concesso quando si rese disponibile la sostituzione di Adolfo De Carolis – riflette quanto le amicizie di Bargellini in ambito artistico fossero spesso riservate proprio agli architetti con i quali instaura un rapporto di fiduciosa collaborazione: sono note le sue amicizie, ad esempio, con Armando Brasini, che lo impose come decoratore per il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Parigi del 1925 – che suscitò grandi critiche tanto da meritarsi l’appellativo “l’onta di Parigi” – e per il Monumento ai Caduti e alla Vittoria a Tripoli (l’edificio, poi distrutto, venne costruito fra il 1925 ed il 1929), ma anche con Ernesto Leschiutta (Santa Prassede, Roma), Antonio Barluzzi (Basilica dei Getsemani, Gerusalemme), Marcello Piacentini, Florestano Di Fausto e Ugo Giovannozzi. Per la decorazione di Villa La Meridiana il dialogo fra Pirani e Bargellini è evidente dalla partecipazione di quest’ultimo alla progettazione sia della cornice architettonica sottostante il mosaico, i cui stilemi decorativi sono riscontrabili in alcuni precedenti lavori dell’artista, sia della stessa meridiana, come si evince dalla scelta dei caratteri della numerazione che sono sufficientemente accostabili da quelli già utilizzati nell’apparato decorativo di Villa Targioni Peragallo a Calenzano, realizzata quasi un trentennio prima, che grazie ad alcune allusioni all’occultismo, di cui l’artista era all’epoca un attento studioso, testimonia uno dei rari esempi di decorazione simbolista presenti in Italia (vedi Francesco Parisi, Giulio Bargellini, riflessi klimtiani nella pittura di un simbolista italiano tra Firenze e Roma, in Klimt e l’arte italiana, a cura di Beatrice Avanzi, catalogo mostra, Mart, Rovereto, marzo-giugno 2023, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2023, pp. 149-159). Una lettera inviata da Florestano Di Fausto a Giulio Barluzzi rivela inoltre il modo di lavorare di Giulio Bargellini, sottolineando come l’artista improntasse centinaia di studi “di piccoli schizzi a penna e a lapis per provare l’effetto migliore di masse”: secondo questo modus operandi anche di alcuni dettagli delle figure della decorazione di Villa La Meridiana sono recentemente emersi diversi disegni sul mercato (vedi Francesco Parisi, Giulio Bargellini, un fondo di disegni inediti, in Stampe Disegni Carte geografiche e vedute, asta n. 12, maggio 2013, Gonnelli Casa d’Aste, pp. 14-17). L’opera in esame è il cartone preparatorio per la decorazione musiva posta nella facciata anteriore dell’edificio, la cui esecuzione è, con ogni probabilità, da ascrivere a Ignazio Piergentili, con il supporto della Cooperativa Mosaicisti di Venezia, con cui Bargellini aveva già lavorato in occasione della decorazione della Banca d’Italia (vedi relazione di Giulio Bargellini, Gli affreschi nella Sala del Consiglio della Banca d’Italia, Roma 1924, p. 10) e che pochi anni più tardi realizzerà i mosaici nella cripta dedicata al Milite Ignoto al Vittoriano (1935). Pur appartenendo cronologicamente l’opera agli inizi degli anni Trenta Bargellini sembra cristallizzarvi uno schema ancora affine alle fluenze Liberty, soprattutto nell’idea delle due figure volanti che può essere ricondotta alle scelte figurative già attuate nella decorazione per le Terme Tettuccio di Montecatini, eseguite fra il 1927 e il 1928, in particolare la scena dedicata all’amore con la coppia morbidamente abbracciata, accompagnata dai tipici abiti svolazzanti che rivelano quanto l’artista fosse ancora fedele ai modi primonovecenteschi nonostante gli apporti derivatigli dal rinato interesse nei confronti del XV secolo che si può definire conforme a quello scorcio di novecento. In una lettera indirizzata a Ugo Ojetti, datata 1925, conservata presso l’archivio della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (12.UA109) l’artista si mostrava conscio di questo suo anacronismo: “forse io mal rappresento il mio tempo, ma permetta che seguiti a rappresentarlo con tutta la sincerità e mi perdoni e mi compatisca se nulla tento e invento di originale e di nuovo”.
L’opera è stata archiviata nel catalogo generale dell’artista con il numero di inventario D. 4-2024
Buone condizioni, varie lacerazioni della carta -
Lotto 50 AMELIA AMBRON ALMAGIÀ (Ancona 1877-Roma 1960)
Ritratto di fanciullo
Carboncino su carta
70 x 50 cm
Firmato e datato in basso a destra: Amelia Ambron, Forte dei Marmi, Ottobre 1917
Buone condizioni, cornice senza vetro -
Lotto 51 AMELIA AMBRON ALMAGIÀ (Ancona 1877-Roma 1960)
Ritratto femminile
Carboncino su carta
60 x 43 cm
Firmato e datato in basso a sinistra: Amelia Ambron, Firenze, Novembre 1918
Buone condizioni, cornice e vetro -
Lotto 52 KONSTANTIN ANDREEVIČ SOMOV (San Pietroburgo 1869-Parigi 1939)
Ritratto di Helena Pavlovna Oliva
Matita su carta
42,5 x 30 cm
Siglato e datato in basso a sinistra: K. C., 1914
Buone condizioni, cornice, vetro e passepartout -
Lotto 53 CIPRIANO EFISIO OPPO (Roma 1891-1962)
Ritratto di donna
Matita su carta
24 x 20 cm
Firmato e datato in basso destra: Oppo, 1926
Ottime condizioni, cornice e passepartout -
Lotto 54 PERICLE FAZZINI (Grottammare 1913-Roma 1987)
Autoritratto
Inchiostro su carta
40 x 29 cm
Firmato in basso a sinistra: Pericle Fazzini
Buone condizioni, cornice e vetro; strappo visibile sul bordo superiore -
Lotto 55 GIOVANNI BATTISTA CREMA (Ferrara 1883-Roma 1964)
Mostro cattura una fanciulla
Matita su carta
12,5 x 18 cm ca.
Firmato in basso a destra: G.B. Crema
Buone condizioni, cornice, vetro e passepartout -
Lotto 56 LORENZO VIANI (Viareggio 1882-Roma 1936)
Donna in abiti eleganti
Carboncino su carta
29,5 x 20 cm
Firmato in basso a destra: Viani, al retro firmato: Lorenzo Viani
>Buone condizioni, cornice, vetro e passepartout; carta leggermente stropicciata -
Lotto 57 LORENZO VIANI (Viareggio 1882-Roma 1936)
Volto femminile
Acquarello su carta
33 x 23,5 cm
Firmato: Lorenzo Viani, firmato al retro: Lorenzo Viani
Ottime condizioni, cornice, vetro e passepartout -
Lotto 58 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Nudino femminile
Matita e biacca su carta
35 x 25 cm
Eredi Mancini
Discrete condizioni, cornice e vetro -
Lotto 59 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Lotto di due disegni a soggetto femminile
Carboncino su carta
23,5 x 16,5 cm (cadauno)
Uno dei due disegni firmato al retro in basso a destra: A. Mancini
Eredi Mancini
Ottime condizioni, cornice, vetro e passepartout -
Lotto 60 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Busto femminile
Carboncino su carta
31,5 x 22,5 cm
Firmato in basso a sinistra: A. Mancini
Eredi Mancini
Buone condizioni, cornice, vetro e passepartout -
Lotto 61 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Ritratto dei fratelli dell'artista: Enrica e Alfredo Mancini
Matita e biacca su carta
58 x 46 cm
Firmato in basso a destra: A. Mancini
Eredi Mancini
Discrete condizioni, cornice e vetro; vari fori visibili sul foglio -
Lotto 62 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Profilo femminile
Matita e pastelli su carta
46 x 34 cm ca.
Firmato in basso a destra: A. Mancini
Eredi Mancini
Buone condizioni, cornice e vetro -
Lotto 63 ANTONIO MANCINI (Roma 1852-1930)
Autoritratto - biografia / Autoritratto con scrittura
Olio su tela
80 x 70 cm
Firmato in alto a sinistra: Antonio Mancini di Roma, 1852; datato in basso a sinistra: 1929. Al verso Figura femminile (1929)
Iscritto a sinistra dall’alto verso il basso: Antonio Mancini di Roma / 1852 / Napoli Morelli Palizzi Mancinelli Lista / Gemito Michetti Esposito / Mesdag Aja Paris Gerome De Nittis / Degas pastelli veduti al suo atelier / Ballerine / Paolo Bourget già a Napoli veduto / De Amicis a Napoli / Londra Sargent Dublino / Laine direttore / Lady Gregory Ponsonby / Messinger Monaco Berlino / Du Chéne Frascati cittadino / Famiglia/ Studi Story sala Venezia Napoli cittadino / a Minori proseguendo, al centro dall’alto verso il basso: Baca Flor pittore / amico/ peruviano / Casciaro Vetri Sartorio / amici; in basso a sinistra: Accademia d’Italia 1929 .
Opera vincolata dal Ministero della Cultura come bene di “interesse particolarmente importante” ai sensi dell’art. 10, comma 3, lett. a) e d) del Codice dei beni culturali.
Expertise della Dott.ssa Cinzia Virno: "Questo autoritratto molto noto di Mancini è una delle ultime opere ed è tra quelle più importanti ed emblematiche dell’intera sua attività. E’ conosciuto come “Autoritratto biografia” poiché la tela è occupata in parte dalla figura del pittore e in parte da una lunga scritta di un rosso brillante realizzata a pennello, che attraverso nomi e vicende narra la sua vita. Si tratta dell’opera in cui riesce maggiormente ad integrare immagine e scrittura, due componenti strettamente legate tra loro in tutto il suo percorso. Il pittore la realizza nello studio all’Aventino, in via delle Terme Deciane a Roma, alla fine del 1929, esattamente un anno prima della morte, probabilmente sentendola vicina. L’artista si rappresenta anziano, seduto in un angolo in basso a destra. Il volto è di tre quarti, lo sguardo puntato verso lo spettatore, mentre con la mano sinistra indica la scritta invitandoci a leggerla. La luce si concentra sul volto e sul camicione chiaro da lavoro, in contrasto con l’ombra scura che avvolge la figura evanescente delimitandone la forma. La maggior parte della superficie, su tutto il lato sinistro e fino al centro, è occupata dalla scrittura, parole o frasi apposte di getto, con una calligrafia sintetica, essenziale e disordinata, come quella che ritroviamo nei diari, negli scritti e nelle lettere del suo archivio. Si tratta di appunti veloci, nomi ed eventi riportati senza alcuna spiegazione, solo elencati con un minimo ordine cronologico. Il pittore sottolinea di essere “di Roma”, nato nel 1852, e non quindi di Napoli come ama ribadire anche in altre opere. Ricorda comunque gli studi fatti nella città partenopea, gli insegnanti: Morelli, in primis, e Filippo Palizzi, Mancinelli, Lista; gli amici e compagni di studi: Gemito, Michetti, Esposito. I viaggi a Parigi dove frequenta Gérôme, De Nittis, e Degas - di cui vede i pastelli messi in vendita nel suo studio – il critico e romanziere Paul Bourget, suo grande ammiratore, già conosciuto a Napoli. Cita, ancora a Napoli, l’incontro con lo scrittore Edmondo De Amicis, l’autore del famoso libro: “Cuore”. Fa quindi cenno alle sue conoscenze anglo americane e ai viaggi in Inghilterra e Irlanda ricordando l’amicizia con John Singer Sargent, che sappiamo lo riteneva “il più grande pittore vivente”, quella con l’irlandese Hugh Lane suo grande estimatore, fondatore e direttore della Galleria d’Arte Moderna di Dublino oggi a lui intitolata, con la zia di quest’ultimo, la scrittrice e drammaturga, Lady Augusta Gregory, e l’antiquario Claude Ponsonby. Ricorda ancora gli studi romani degli Story, famiglia di artisti americani: il padre scultore William Wetmore e i suoi figli Thomas Waldo, anch’egli scultore e Julian Russel, pittore. Studi dove per anni, fu ospitato per dipingere. Menziona quindi i suoi mecenati e principali acquirenti, primo fra tutti il pittore di marine olandese Hendrik Willem Mesdag, suo massimo committente, che aveva acquistato e fatto acquistare molte sue opere diverse delle quali compaiono oggi nell’omonimo Museo “De Mesdag collectie”, de L’Aja. L’antiquario tedesco Otto Messinger, con cui si era recato a Monaco e a Berlino. Il francese Fernand Du Chéne de Vère, per il quale aveva lavorato a Frascati dal 1911 al 1917. Cita poi artisti più giovani che ha frequentato successivamente: Giuseppe Casciaro, Paolo Vetri, Giulio Aristide Sartorio e l’allievo peruviano Carlos Baca Flor. Tra un nome e l’altro indica gli eventi della sua esistenza che ritiene più importanti: la mostra personale alla Biennale di Venezia del 1920 - dove tutte le sue opere erano state vendute - la cittadinanza onoraria assegnatagli da Frascati, Napoli e Minori. Infine l’avvenimento più recente di cui andava fiero: la nomina ad “Accademico d’Italia”, appena ottenuta. Stilisticamente e concettualmente l’opera si rileva di una modernità assoluta, ancor di più se si pensa che Mancini si è formato in un ambiente accademico e in pieno Ottocento. La figura femminile abbozzata al verso, a mezzobusto con un abito scollato, è la nipote Domenica, figlia minore del fratello Giovanni, che posa per lui, come gli altri nipoti, a partire dal 1918."
Antonio Mancini, Galleria Dedalo, catalogo della mostra, Milano, dal 14 dicembre 1939 , n. 22; Antonio Mancini e Vincenzo Gemito, Roma, Galleria d’Arte San Marco, 30 novembre-30 dicembre 1941, n. 22 ( Autoritratto con scritture); M. Biancale, Antonio Mancini / La vita, Fratelli Palombi editori, s.d. (ma 1952), pp. 7-8, 150, ripr. tav. f.t.; F. Sossi, Un grande dell’ultimo Ottocento / Antonio Mancini “ uno due e tre”, in “Il Meridionale”, Brindisi, 16 giugno 1956; Mostra di Antonio Mancini, introduzione di C. Lorenzetti, presentazione di F. Bellonzi, Milano, Villa Comunale, ottobre-novembre 1962, Colombi, Milano, 1962, p. 40, n. 71; D. Cecchi, Antonio Mancini, Torino, Utet, 1966, pp. 281-283, 330, ripr. tav. 50; V. Guzzi, Critica e Storia / a Valle Giulia, in “Il Tempo”, 4 maggio 1968; H. Pennock, Antonio Mancini en Nederland, Dordrecht, Dordrechts Museum, catalogo della mostra (In het licht van Mancini), Joh. Enschedé en Zonen, Haarlem 1987, pp. 62 ripr., 86, n. 60; Foto di gruppo / Antonio Mancini ed amici a Minori nell’estate del 1922, Catalogo della mostra a cura di M. Bignardi, Minori Aula Consiliare Agosto- 20 Settembre 1992, Ravello, Edizioni Il Punto, 1992, p. 9; V. Greene, F. Licht, S. Richardson, I. Wardropper, A Chisel and a Brush / Vincenzo Gemito 1852-1929 / Antonio Mancini 1852-1930 / From the Gilgore Collection italian Art 1850 - 1925, Catalogo della mostra, Naples (Florida), dicembre 2000, Elizabeth Franzen and Rachel Shuman Editors, p. 78, nota 45; Antonio Mancini / Nineteenth - Century / Italian Master / Celebrating the Vance N. Jordan Collection / at the Philadelphia Museum of Art, Catalogo a cura di U. W. Hiesinger, pubblicato in occasione della mostra al Philadelphia Museum of Art, 20 ottobre 2007 - 20 gennaio 2008, New Haven, CT: Yale University Press, 2007, p. 98, ripr. tav. 45; R. Smith, Tumultuous Mind, Spread Across Canvas, week end Arts, Fine Arts Leisure, in “The New York Times” 4 gennaio 2008., ripr. a p. 29; S. Bosi, C. Zanga in Antonio Mancini / Genio ribelle, Milano, Bottegantica, 21 ottobre-18 dicembre 2016, catalogo della mostra a cura di E. Savoia e S. Bosi; traduzione di A. Granato, Antiga Edizioni, Crocetta del Montello (TV) 2016, p. 155 n. 39 ripr. tav. 39 Alle pp. 118 – 119; C.Virno in Gemito, Mancini e il loro ambiente. Opere giovanili, GOMP, Roma, Palazzo Antonelli 19 maggio-16 giugno 2017, catalogo della mostra a cura di C. Virno e Manuel Carrera, Giacometti Old Master Paintings 2017, p. 24 C. Virno, Antonio Mancini / Catalogo ragionato dell’opere, La pittura a olio su tela, tavola, carta e specchio, De Luca editori d’arte, Roma 2019, vol. I, p. 28, fig. 37, tav. 85 a p. 98, p. 500, n. 1003 ripr.; vol. II, p. 527; Adrienne Quarles van Ufford, Mesdag & Mancini, Catalogo della mostra “Mancini. Eccentric & Extravagant” L’Aja, The Mesdag Collectiem 3giugno – 20 settembre 2020, ed. De Mesdag Collectie, L’Aja, 2020, pp. 35- 36, n. 11 ripr, pp. 88- 89, ripr.; A. Sferrazza, in M. Carrera, F. Mazzocca, C. Sisi, I. Valente ( a cura di), Antonio Mancini / Vincenzo Gemito, Pescara, Museo dell’Ottocento, Fondazione Di Persio – Pallotta, 14 ottobre 2023 – 11 marzo 2024, catalogo della mostra, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2023, p. 324, n. 139 ripr. ( non esposto); Champion, Bellezza della materia da Mancini a Burri, in J- L. CS. Bellenger ( a cura di), Napoli Ottocento, Roma, Scuderie del Quirinale, 27 marzo – 16 giugno 2024, catalogo della mostra, Electa, Milano, 2024, pp. 349, p. 358, n. 224 ripr. e regesto delle opere, scheda di A. Sferrazza, ivi, p. 373.
Eredi Mancini
Ottime condizioni, cornice senza vetro -
Lotto 64 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto femminile
Sanguigna su carta
45 x 32 cm
Firmato e datato in basso a destra: Boris Georgiev di Varna, Roma XI 1933
Buone condizioni, cornice e vetro; presenza di fioriture di umidità sparse sulla carta -
Lotto 65 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto femminile
Sanguigna su carta
40 x 30 cm
Firmato e datato in basso a destra: Boris Georgiev di Varna, Roma XI 1933
Buone condizioni, cornice e vetro; presenza di fioriture di umidità sparse sulla carta -
Lotto 66 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto maschile
Sanguigna su carta
44,5 x 34 cm
Firmato in basso a destra: Boris Georgiev di Varna, 1951
Buone condizioni, cornice e vetro -
Lotto 67 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto maschile
Sanguigna su carta
46 x 32 cm
Firmato e datato in basso a destra: Boris Georgiev di Varna, 1950
Ottime condizioni, cornice e vetro -
Lotto 68 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto femminile
Pastello su carta
48,5 x 36 cm
Firmato e datato in basso a sinistra: Boris Georgiev, Roma Natale 1933
Ottime condizioni, cornice e vetro -
Lotto 69 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto femminile
Pastelli su carta
49 x 36 cm
Firmato in basso a sinistra: Boris Georgiev, Roma 1934
Buone condizioni, cornice e vetro; macchie di umidità nel bordo inferiore -
Lotto 70 BORIS GEORGIEV (Varna 1888-Roma 1962)
Ritratto femminile
Pastelli su carta
61 x 49 cm
Firmato e datato in alto a destra: Boris Georgiev, Roma 1934
Buone condizioni, piccoli strappi sui bordi e piccoli tagli della carta nella parte superiore -
Lotto 71 PIETRO MARUSSIG (Trieste 1879-Pavia 1937)
Vaso con fiori
Olio su tela
54,5 x 45 cm
Firmato e datato in basso a sinistra: P. Marussig, 1916
Autentica dell'Archivio Piero Marussig della Dott.ssa Nicoletta Colombo, n. P.M. 2023 - A. 6. Milano, 22 dicembre 2023
Ottime condizioni, cornice senza vetro; presenza di leggeri restauri di colore
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Lotto 72 TEODORO WOLF FERRARI (Venezia 1878-San Zenone degli Ezzelini 1945)
Paesaggio
Olio su tavola
35 x 45 cm
Firmato in basso a destra: Teodoro Wolf Ferrari, al retro dedica firmata e datata: 1941 XX, Teodoro Wolf Ferrari
Ottime condizioni, cornice e vetro