#92: Antiquariato
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Lotto 25 Francesco Graziani Ciccio Napoletano - Sfida fra cavalieri a cavallo, Second half of the 17° secolo H cm 22,5x31 Olio su tela
«L’opera è da considerarsi parte della produzione artistica del pittore seicentesco Francesco Graziani, detto Ciccio Napoletano, rimembrando con tale epiteto il luogo di nascita e di formazione.
Il dipinto in esame è caratterizzato da una composizione affollata, dove tra i contrasti di zone in luce e zone in ombra, svettano i personaggi con fisionomie e vesti di reminiscenza pittorica napoletana della prima metà del secolo.
Graziani è citato all’interno degli inventari Barberini come autore di scene con cavalli, marine e battaglie e la sua fama è legata a questo genere di pittura. I cavalieri si affermano su un chiaro sfondo paesaggistico, delineati con un tratto rapido e nervoso, ravvivato da efficaci zone di luce e dall’uniforme vibrazione cromatica. Non è un racconto eroico ma realistico, le pennelfine sono scattanti e vivaci, la materia prende forma grazie ai filamenti di colore puro per rappresentare violentemente cavalli e cavalieri. La gran furia e la bizzarria che sono narrate in questo dipinto sono da confrontarsi con altri lavori dell’artista come la Scena di battaglia conservata presso Palazzo Bardini a Firenze o il Combattimento di cavalieri presso il Museo di Palazzo Pretorio di Prato.
ASOR Studio» -
Lotto 26 Personaggio con gorgiera e blasone (Torquato Tasso), 16° secolo H cm 20x17 - in cornice H cm 25x22 Olio su rame Pittore del XVI secolo
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Lotto 27 Il filosofo Eraclito, 17th/18° secolo cm 66x49, in cornice cm 84x66 Olio su tela In cornice da restaurare
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Lotto 28 Amorino con faretra e puttini musicanti, 17° secolo painter H cm 40x54 - in cornice H cm 57x70 Olio su tavola in pioppo Tracce di sigilli di antica collezione al retro.
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Lotto 29 Oronzo Malinconico (Napoli 1661-1709) - Maddalena penitente, 17° secolo H cm 180x121, in cornice cm 195x145 Olio su tela Perizia del Professore Claudio Strinati: «Il dipinto deriva da un noto prototipo dell’ambiente guercinesco molto imitato per tutto il Seicento e oltre nelle varie scuole d’ Italia. Qui la figura è intera e l’opera è arricchita da una pregevole Natura Morta ai piedi della Santa. Il quadro è condotto con un disegno assai corretto e appare ben lumeggiato alla moda “tenebrista” che dall’ambiente veneto si irraggia
anche nell’ Italia meridionale nel corso della seconda metà del Seicento. Proprio per questo motivo riferisco il quadro all’ interessante e raro pittore napoletano Oronzo Malinconico, membro della nota famiglia di artisti quasi tutti gravitanti nella cerchia di Luca Giordano.
Tale riferimento stilistico sembrerebbe giustificato da interessanti e vivide analogie riscontrabili per il nostro quadro nelle poche opere certe di questo artista, molto noto al suo tempo, e poi entrato in una specie di cono d’ombra da cui comincia a riemergere in tempi recenti grazie agli studi di autorevoli specialisti del periodo.
La componente guercinesca, evidente nel nostro quadro, è chiarissima anche in alcune delle opere cruciali di Oronzo come si nota nel ciclo di tele da lui eseguite per la Cappella d’Avalos a Montesarchio, presumibilmente tra l’ottavo e il nono decennio del secolo diciassettesimo. Tale constatazione induce, quindi, a datare anche il dipinto qui in esame allo stesso momento.
Vi si vede il medesimo piglio robusto e la stessa maestria di stesura che pure inducono un effetto visivo di mesta e introversa meditazione come compete al personaggio raffigurato.
Buono lo stato di conservazione.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lotto 30 San Giuseppe con Bambino, 17° secolo painter H cm 100 x 73, in cornice cm 116 x 88 Olio su tela.
Opera ricavata dalla pulitura du due dipinti sovrapposti. Si può fare il paragone con le tele di Ercole de Maria detto anche Ercolino di Guido o Ercolino di Bologna di Palazzo Arcivescovile di Milano e di Houston pubblicate da Pepper.
Expertise del Professore Claudio Strinati:
"Il dipinto raffigurante San Giuseppe col bambino (olio su tela, cm. 71 x 103) rientra molto bene in quella tradizione derivante in buona parte da Guido Reni, che vide attivi, nel corso del diciassettesimo secolo, numerosi pittori, sia allievi diretti del Reni sia semplici seguaci.
Il tema del san Giuseppe col bambino fu molto apprezzato, all' epoca, soprattutto nella scuola bolognese e costitui un bellissimo esempio di consacrazione artistica della paternità in un periodo storico in cui era invece rimasto quasi esclusivo il tema della Madonna col Bambino che ha le sue origini nel Medioevo.
Il quadro qui in esame riflette bene l'iconografia appunto reniana ed è da riferire ad uno strettissimo seguace del grande maestro emiliano, Ercole de Maria ricordato dalle fonti antiche (primo fra tutti Carlo Cesare Malvasia, il massimo biografo dei pittori bolognesi) come fedele seguace del Reni e pittore dotato di virtù singolari (anche di copista) che lo fecero molto stimare al suo tempo.
Le poche notizie che abbiamo di lui sono sintetizzate nella eccellente biografia moderna di Marina Cellini pubblicata in La scuola di Guido Reni, a cura di M. Pirondini e E. Negro, Artioli Modena 1992, p. 203 segg.
Sulla base delle indicazioni fornite dalla studiosa ritengo di poter riferire con certezza il nostro dipinto a Ercole de Maria, conterraneo ma parecchio piò giovane del Reni, fissandone la datazione a poco prima della metà del diciassettesimo secolo, ancorché le date di nascita e morte dell'artista non sono conosciute.
L'opera è condotta con lo stile tipico del de Maria a pennelfine grumose e fitte e dal tratto largo e nobilmente espressivo. L'opera risulta in eccellente stato di conservazione."
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Lotto 31 Personaggio ecclesiastico con scritta alla base, 1675 78x64 Olio su tela Presenti cadute di colore.
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Lotto 32 San Girolamo con teschio e leone dipinto, 17° secolo H cm 103x75 Olio su tela Scuola fiamminga. Opera sprovvista di cornice.
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Lotto 33 Filippo della Valle (Firenze 1698-Roma 1768) - Flora in carta vergellata con filigrana H mm 430x270 Sanguigna Perizia del Professore Claudio Strinati: «L’iscrizione apposta sul foglio stesso che riferisce senza alcun dubbio questo disegno a Luca Giordano è totalmente priva di fondamento e deve essere stata apposta, anche soltanto a giudicare dalla grafia, molto tempo dopo l’esecuzione dell’opera.
L’unica testimonianza degna di nota è che il disegno fu acquisito a Roma e romano è infatti l’autore, ancorché toscano di nascita. Si tratta di un superbo autografo del grande scultore del Settecento Filippo della Valle, ricordato con immensa lode dalle fonti antiche per alcune delle opere più belle eseguite al tempo, partecipe, peraltro, all’impresa della Fontana di Trevi dove lasciò alcune sue cose memorabili.
E proprio il confronto con le due Allegorie della Salubrità e dell’Abbondanza scolpite, intorno al 1760, sul fronte della Fontana di Trevi dal della Valle, induce a considerare questo disegno qui in esame come uno studio elaborato dal Maestro per una grande statua allegorica di analoga impostazione ed esattamente nello stesso momento in cui mise mano ai progetti per quelle due statue mirabili per la Fontana di Trevi. La finezza del tratto e l’armoniosa complessità del panneggio conferiscono a questa immagine quella tipica movenza barocca che Filippo della Valle esprime senza alcuna tentazione di retorica o, peggio, fatuità, mantenendosi invece sobrio e vigilato. Questo disegno è di nobilissima espressione e la perfetta conservazione contribuisce e renderlo quanto mai affascinante.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lotto 34 Filippo Frigiotti (Roma) - Maddalena penitente H mm 413x270 Sanguigna Perizia del Professore Claudio Strinati: «Rarissima e finissima opera di un notevole pittore romano i cui dati biografici sono però pochissimo conosciuti e di cui si conserva un nucleo di opere certe e molto significative che ne dimostrano l’eccellenza nell’ambiente artistico romano della prima metà del Settecento.
In particolare, è possibile istituire un confronto convincente tra il nostro disegno qui in esame e il ciclo di affreschi datati alla metà del quarto decennio del secolo diciottesimo, che il pittore eseguì, firmandolo, nel convento della Chiesa di Santa Susanna a Roma, dove il trattamento delle figure e del paesaggio denota analoga finezza di stesura e intimo e quieto
sentimento.
Fattori questi che riconducono l’esperienza dell’artista nell’ambito di quel gusto vigifine e antiretorico che già prelude, almeno quarant’ anni prima, al nobile eloquio del primo Neoclassicismo. Pur non potendo indicare un rapporto preciso con un’opera certa di questo Maestro è ben possibile che il nostro disegno sia da considerarsi quale studio preliminare per una pala d’ altare oggi però non conservata o non ancora individuata, da datarsi entro il 1730-35. Pregevolissimo e ben conservato questo disegno è una splendida testimonianza del Settecento romano, ancora ricco e fertile di nuove scoperte e approfondimenti.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lotto 35 Luca Giordano (Napoli 1634-Napoli 1705) - San Domenico predica alle turbe H mm 540x430 Disegno Perizia del Professore Claudio Strinati: «Si tratta di un magnifico disegno autografo del grande pittore napoletano, studio preparatorio per una paletta d’ altare probabilmente eseguita dal Giordano nell’ambito dei vasti lavori per la chiesa di san Domenico Maggiore a Napoli. Quasi tutte le opere (che furono numerose tra tele e affreschi) eseguite dal sommo Maestro per l’immenso tempio domenicano partenopeo sono rimaste in loco, ma alcune sono scomparse o per meglio dire non si trovano più nei siti di appartenenza.
Tra queste c’è proprio la paletta del San Domenico che predica alle turbe che si conserva adesso in una collezione privata romana ed è ancora oggi inedita. Avendo avuto modo di studiarla posso quindi confermare che il disegno del Giordano qui in esame è proprio il modelletto finale per la pala eseguita poi del pittore con l’aiuto di collaboratori, peraltro tutti eccellenti. Lo stile fluido e sensibilissimo del disegno permette di confermarne l’attribuzione a Giordano in persona, con una datazione quindi all’ ottavo decennio del Seicento quando il Maestro fu lungamente attivo in quel contesto.
Assai ben conservato, fresco e godibilissimo, questo disegno ha una certa rilevanza nella ricostruzione complessiva della figura di Giordano rispetto alla sua notevolissima produzione grafica.
In fede,
Claudio Strinati» -
Lotto 36 Transito di San Giuseppe, fine 18° secolo H cm 75x55 Olio su tavola di forma ovale Apres De Mura
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Lotto 37 La caduta di Cristo, primi 18° secolo H cm 33x40 Olio su tela sagomato Con cornice dorata a doppio sguscio
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Lotto 38 Il Padre Eterno e lo Spirito Santo, 18° secolo Cm 83x56, in cornice cm 106x80,5 Dipinto ad olio su tela In bella cornice coeva
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Lotto 39 Presentazione di Gesù al tempio con San Giuseppe, Maria e Sant'Anna, 18° secolo H cm 107 x 80 Olio su tela
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Lotto 40 Ritratto di Gentiluomo, 18° secolo H cm 59x46 - in cornice H cm 72x60 Tempera su tela ovale
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Lotto 41 Ritratto di donna elegante, 18° secolo H cm 59x46 - in cornice H cm 72x60 Tempera su tela ovale
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Lotto 42 Ritratto di nobiluomo in abiti settecenteschi in ovale, fine 18° secolo H cm 54x42 - in cornice H cm 77x65 Olio su tela In cornice in legno argentato
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Lotto 43 Navi attraccate al porto con personaggi, 18° secolo H cm 77x102 - in cornice H cm 100x123
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Lotto 44 Vecchio barbuto, XVIII H cm 47x37 Olio su tela Scuola russa. Firma in alto a sinistra.
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Lotto 45 Gioco di putti, Painter of the fine 18° secolo H cm 37 x cm 49; in cornice H cm 45 x 57 Dipinto ad olio su tela
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Lotto 46 Gioco di putti, Painter of the fine 18° secolo H cm 37 x 49; in cornice H cm 45 x 57 Dipinto ad olio su tela
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Lotto 47 Santo Alfonso con il crocifisso, 18° secolo H cm 101x75 Olio su tela Opera sprovvista di cornice
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Lotto 48 Martirio di Santa Caterina d'Alessandria, Painter of the fine 18th/19° secolo H cm 60x81 - in cornice H cm 73x94 Olio su tela