Asta 47 I: Arte Antica
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Lotto 97 Raphael I Sadeler, Nascentes morimur. Mors rediviva piis. 1590 ca. Bulino. mm 167x208. Foglio: mm 190x233. Hollstein, 211. Sulla lastra in basso a sinistra "M de vos inue. R. Sadeler fec.". Da un'invenzione di Maarten de Vos. Allegoria sulla transitorietà della vita: due putti in un paesaggio sono adagiati tra i simboli della caducità, le bolle di sapone, la clessidra, il teschio. Bella prova su carta vergellata sottile con filigrana "arme di Amsterdam". (1)
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Lotto 98 Jan Saenredam, La caduta dell'uomo. 1605. Bulino. mm 331x220. Bartsch, 35. Hollstein, 7. Con la firma al margine in basso a destra. Da un'invenzione di Cornelis Cornelisz. van Haarlem (Haarlem, 1562-1638). Ottima impressione nel III stato di 5, con la dedica all'editore e collezionista Jacques Razet, su carta vergellata con filigrana "aquila a una sola testa". In basso al verso marchio di collezione non identificato. (1)
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Lotto 99 Raffaello Sanzio [da], L'armata cristiana respinge i saraceni al porto di Ostia. 1540 ca. Bulino. mm 385x530. Bartsch, XV, 7. TIB, 28,036. Senza indicazioni di responsabilità. Il soggetto è tratto dall'episodio nella stanza dell'Incendio di Borgo che celebra la battaglia di Ostia vinta nell'849 dalle truppe di papa Leone IV contro i Saraceni. La quarta e ultima sala, quella dell'Incendio di Borgo, commissionata da papa Leone X a Raffaello ma realizzata in gran parte dalla sua scuola fu terminata tra il 1514 e il 1517. Gli affreschi illustrano qui le aspirazioni politiche di Leone X attraverso eventi verificatisi durante i pontificati di due papi precedenti con lo stesso nome: Leone III e Leone IV. In tutti gli episodi comunque il papa ha la fisionomia del pontefice regnante, Leone X, in una sorta di dimostrazione di continuità politica, militare e diplomatica. Ottima prova su carta vergellata con grande filigrana "aquila bicipite". (1)
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Lotto 100 Johann Schweizer Albert Haelwegh, Albero genealogico per Eleonora Gonzaga, con veduta di Firenze. Darmstadt, 1661. Bulino. mm 385x250. Foglio: mm 427x330. Albero genealogico per Eleonora Gonzaga (1598-1655), figlia di Vincenzo I Gonzaga e di Eleonora di Francesco I de' Medici, fu moglie dell'imperatore Ferdinando II d'Asburgo sposato a Innsbruck nel 1622. Dal volume di Johannes Tacke, Unverweslicher Ceder-Baum, zu ewigem Andencken und Namens und Unsterblichkeit, des Durchleuchtigsten Fürsten und Herrn, Herrn Georgen des Andern, Kandgraffens zu Hessen..., opera commemorativa illustrata per Giorgio II, langravio di Hessen-Darmstadt, con 82 tavole incise da Johann Schweizer & Albert Haelwegh e pubblicata a Darmstadt, 1661. (1)
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Lotto 101 Giuseppe Scolari, San Giorgio e il drago. 1590-1607 [XVIII secolo]. Xilografia in unico blocco. mm 527x360. Foglio: mm 535x378. Dreyer, 42. Muraro/Rosand, 104. Landau (the genius of Venice), P61. Buona prova di questo non comune intaglio, nel terzo e definitivo stato, con la caduta del tassello al margine inferiore reinchiostrata. Carta vergellata pesante con filigrana "tre mezzelune". (1)
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Lotto 102 Giuseppe Scolari, Ecce Homo. 1597 ca. Xilografia in blocco unico. mm 349x325. Muraro/Rosand, 109. Vigorosa composizione un tempo ritenuta derivante da un disegno di Tiziano e attribuita a Domenico dalle Greche (Baseggio, 6), restituita poi da Muraro e Rosand alla maturità artistica di Giuseppe Scolari. Bellissima prova di questo raro intaglio stampata con bel gauffrage al verso su carta vergellata con filigrana "lettere PG". (1)
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Lotto 103 Diana Scultori, Latona partorisce Apollo e Diana nell'isola di Delo. 1575 / In Roma presso Carlo Losi l'anno 1773. Bulino. mm 258x384. Foglio: mm 280x407. Bartsch, 39. Bellini, 9. Massari (incisori mantovani del '500), 147. Da un disegno di Giulio Romano oggi al Louvre (inv. 3500) connesso con il dipinto di stesso soggetto ad Hampton Court. In basso a sinistra "DIANA" e a destra "In Roma presso Carlo Losi l'anno 1773.", con a seguire "Horatius Pacificus Formis". Ottima prova nel IV stato su 5, prima dell'abrasione di tutti gli indirizzi, su carta vergellata spessa priva di filigrana. (1)
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Lotto 104 Elisabetta Sirani, Riposo durante la fuga in Egitto. 1655 ca. Acquaforte. mm 167x180. Foglio: mm 320x445. Bartsch, XIX, 4. TIB, 42/19, 4. Firmata "Siranus In." sulla lastra in basso a destra. Ottima impressione di questa rara acquaforte nell'unico stato, stampata con bel contrasto e segno nitido su carta vergellata con filigrana "lettere P M in cerchio singolo sormontato da trifoglio" (Bologna, fine XVII secolo). (1)
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Lotto 105 Giovanni Cesare Testa, La profezia di Basilide. 1650 ca. Acquaforte. mm 378x700. Foglio: mm 512x770. Cropper, 111. Al margine inferiore la firma di Giovanni Cesare e l'indirizzo di Collignon, poi un'iscrizione, aggiunta da Giovanni Cesare o dall'editore, che dedica la stampa a Giovanni Antonio Filippini (priore carmelitano di San Martino ai Monti, eletto nel maggio 1648, che aveva commissionato il dipinto di questo soggetto a Pietro Testa) e illustra la storia rappresentata. Ottima impressione nell'unico stato su carta vergellata pesante con filigrana "fiore di giglio in doppio cerchio". SI AGGIUNGONO: Id., Id., mm 377x690. Cropper, 111. Bella prova su carta vergellata pesante con filigrana "giore di giglio in cerchio singolo sormontato da lettera C". / Id., Il suicidio di Didone. Cropper, 125. Acquaforte. mm 330x458. Sulla lastra in basso a sinistra "Petrus Testa Inventor et Pinxit" e verso destra "Gio: Jacomo Rossi formis Romae alia Pace", al margine inferiore la firma di Giovanni Cesare e iscrizione su tre colonne. (3)
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Lotto 106 Giovanni Cesare Testa, Cristo morto compianto dagli angeli. 1650-1655 ca. Acquaforte. mm 190x254. Bellini (Giovanni Cesare Testa/Print Collector), 4. Cropper, 112. Sulla lastra in basso a destra "Pietro Testa Inv" al di sotto "PTL Io:Ces:Testa Inc." e infine al centro con un carattere differente "Gio Jacomo de Rossi formis Romae alla Pace". Da disegni di Pietro Testa per La profezia di Basilide, dipinto del 1645-46 oggi a Capodimonte. Ottima impressione nel II stato su 2 con l'indirizzo di De Rossi, su carta vergellata con filigrana "ancora e lettere IM in cerchio singolo sormontato da stella" (simile a Woodward, 158-160. Venezia e Roma, 1561-1566) . (1)
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Lotto 107 Giovanni Cesare Testa, Allegoria del riposo durante la fuga in Egitto. 1650-1655 ca. Acquaforte. mm 208x251. Foglio: mm 233x270. Bellini (Giovanni Cesare Testa/Print Collector), 3. Cropper, 113. Sulla lastra in basso da sinistra a destra "Gio: Jacomo de Rossi formis Romae alla Pace" e a seguire "PTL pinxit. Jo: Caesar. Testa Inc.". Più sotto a destra "Pietro Testa Inventor". Dell'invenzione di Pietro resta un disegno per l'intera composizione presso la Graphische Sammlung dell'Albertina (inv.1079 / Cropper, 113a). Cristo bambino tiene in mano una croce di canna, che il Battistino indica per ricordare che la Via Crucis è iniziata con la fuga in Egitto, nel mentre calpesta la testa del drago dell'eresia e del male. (1)
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Lotto 108 Giovanni Cesare Testa, L'educazione di Achille. 1650-1655. Acquaforte. mm 270x404. Cropper, 120. Da un'invenzione di Pietro Testa. La storia della vita del semidio re dei Mirmidoni, era stata ampiamente illustrata nell'antichità, e Testa sicuramente per il suo progetto sulle vicende di Achille si ispirò allo studio dei rilievi antichi, in particolare sembra aver avuto presente il rilievo del IV secolo d.C. allora conservato in Santa Maria in Aracoeli a Roma (ora al Museo Capitolino), in cui compaiono molte delle scene da lui illustrate. Buona prova su carta vergellata lievemente spessa con filigrana "fiore di giglio su tre monti in cerchio singolo sormontato da lettera M" (Woodward, 113). (1)
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Lotto 109 Giovanni Cesare Testa, Il ratto di Proserpina. 1650-1655 ca. Acquaforte. mm 241x350. Le Blanc, 7. Nagler, 9. Bellini (Testa), 54. Cropper, 123. Al margine inferiore a destra "Pietro Testa In et Fe" e a sinistra l'indirizzo di Giovan Giacomo De Rossi. La responsabilità autoriale a Pietro è apocrifa anche se a lui si deve certamente l'invenzione. Bella impressione nel II stato di 2 con l'indirizzo del De Rossi e la firma, su carta vergellata lievemente spessa con filigrana "fiore di giglio su tre monti in cerchio singolo sormontato da lettera M" (Woodward, 113. Orvieto s.d.). In alcuni esemplari di I stato al margine in basso a destra ancora parzialmente leggibile la scritta "P. Testa pinxit. J: Cesare T[esta] Fe". (1)
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Lotto 110 Pietro Testa, Sacra Famiglia e San Giovannino con in mano una mela. 1630 ca. Acquaforte. mm 176x124. Foglio: mm 178x128. Bartsch, XX, 9. Bellini (Testa), 2. Cropper, 2. Con il monogramma a lettere sovrapposte sulla lastra in basso a destra. Bellissima impressione di questa rara incisione nel I stato di 2 avanti l'indirizzo "H. Mauperche escudit avec priville du Roy" secondo Bellini, nel II di 3 secondo Elizabeth Cropper che segnala un unico esemplare in I stato presso The National Galleries of Scotland a Edimburgo (inv. P2781/9). I vari stati delle stampe di Testa si distinguono generalmente solo per l'aggiunta successiva dell'indirizzo di un editore, ma in questo caso nel II stato ha rielaborato la lastra con un tratteggio incrociato sulla parete e sulla testa calva di Giuseppe e con l'aggiunta di linee parallele sulla testa di San Giovannino. Bella carta vergellata sottile con filigrana "corno da caccia in piccolo cartiglio quadrato sormontato da fiore di giglio e su lettere AB". (1)
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Lotto 111 Pietro Testa, Giovane donna seduta, con amorini (Il giardino della Carità). 1631-1637 ca. Acquaforte. mm 173x253. Con il montaggio: mm 243x335. Bartsch, XX, 27. Bellini (Testa), 4. Cropper, 9. Sulla lastra in basso a sinistra "P. Mariette excud.". La prova è mancante dell'angolo in basso a destra dove era posizionato il monogramma. Buona prova nell'edizione pubblicata da Pierre Mariette I (Parigi, 1596-1657) dopo che era entrato in possesso della lastra, il rame non si trova per questo depositato presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. La critica assegna questa acquaforte al periodo giovanile in virtù di alcune imperfezioni nella morsura e per il segno ancora incerto. (1)
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Lotto 112 Pietro Testa, Giovane donna seduta, con amorini (Il giardino della Carità). 1631-1637 ca. Acquaforte. mm 173x253. Foglio: mm 177x254. Bartsch, XX, 27. Bellini (Testa), 4. Cropper, 9. Sulla lastra in basso a destra il monogramma a lettere sovrapposte. Ottima prova nel I stato di 2 avanti l'excudit di Mariette, stampata su sottile carta vergellata con parte di filigrana "grande stemma coronato con corno da caccia". La critica assegna questa acquaforte al periodo giovanile in virtù di alcune imperfezioni nella morsura e per il segno ancora incerto. (1)
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Lotto 113 Pietro Testa, Il martirio di Sant'Erasmo. 1630-1631. Acquaforte. mm 278x190. Foglio: mm 308x215. Bartsch, XX, 14. Bellini (Testa), 7. Cropper, 5. Con il monogramma dell'artista sulla lastra in basso a destra. Al margine inferiore "S. Erasme ora pro nobis" seguito da due righe di dedica da parte dell'autore a Stefano Garbesi. Ottima prova nel II stato di 4 prima dell'indirizzo "Gio. Iac. Rossi le stampa in Roma alla Pace", su carta vergellata priva di filigrana. (1)
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Lotto 114 Pietro Testa, San Rocco e San Nicola invocano la Vergine contro la peste. 1630-1631. Acquaforte. mm 276x197. Foglio: mm 332x240. Bartsch, XX, 13. Bellini (Testa), 8. Cropper, 7. Con il monogramma in basso al centro sulla lastra e l'indirizzo di Giovan Giacomo De Rossi a sinistra. Bellissima impressione nel III e definitivo stato dopo la sostituzione dell'indirizzo di Callisto Ferranti con quello del De Rossi, su carta vergellata con filigrana "piccolo fiore di giglio in doppio cerchio". In basso al centro marchio di collezione di Fredrique Wilhelmina Wohlfahrt (Lugt, 1055b) con a destra altro marchio con lettere "BWW" e la data "1834(?)" presumibilmente del nonno Bernhard Wilhelm Wohlfahrt (1812-1863) (non su Lugt). A sinistra altro marchio con iniziali "C.G.U" (non su Lugt). (1)
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Lotto 115 Pietro Testa, San Gerolamo. 1630-1631. Acquaforte. mm 308x230. Foglio: mm 322x245. Bartsch, XX, 15. Bellini (Testa), 9. Cropper, 8. Con il monogramma a lettere sovrapposte sulla lastra in basso a sinistra e l'indirizzo di Callisto Ferranti a destra. Ottima prova nel II stato di 3 prima della sostituzione dell'indirizzo del Ferranti con quello del De Rossi, su carta vergellata lievemente spessa con filigrana "corona a cinque punte su stella a sei punte" (Woodward, 264. Roma, 1580). In alto al verso la scritta "Pietro Testa" a penna e inchiostro bruno in antica grafia. (1)
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Lotto 116 Pietro Testa, La Vergine e il Bambino con la croce (Il sogno di Giuseppe). 1635-1637 ca. Acquaforte. mm 365x298. Foglio: mm 388x320. Bartsch, XX, 4. Bellini (Testa), 10. Cropper, 25. Sulla lastra in basso dal centro verso sinistra dedica a Cassiano dal Pozzo e a seguire indirizzo di Giovan Giacono De Rossi. Al margine inferiore quattro righe di lettera con al termine la firma "P. Testa". Ottima prova nel II stato di 2 con l'indirizzo di De Rossi. (1)
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Lotto 117 Pietro Testa, Giochi di putti (Il giardino della Carità). 1631-1632. Acquaforte. mm 396x270. Bartsch, XX, 28. Bellini (Testa), 11. Cropper, 11. Al margine inferiore a destra la firma dell'artista e al centro la dedica a Girolamo Buonvisi (1607-1677), il chierico lucchese che fu il più costante mecenate del Testa e al quale era probabilmente destinata la prima versione, in orizzontale, di questo soggetto. Al di sopra è lo stemma dei Buonvisi, una stella con il raggio inferiore allungato verso la punta di oro caricata al centro da una palla inquartata in croce di Sant'Andrea. Bellissima impressine nell'unico stato su carta vergellata lievemente spessa con filigrana non pienamente leggibile. (1)
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Lotto 118 Pietro Testa, Il giardino di Venere (Venere adagiata fra vari putti). 1631-1637 ca. Acquaforte. mm 353x412. Foglio: mm 361x418. Bartsch,XX, 26. Bellini (Testa), 12. Cropper, 13. Con il monogramma "PTL" a lettere intrecciate sulla lastra in basso a destra. Ottima prova nel III stato di 4, con l'indirizzo di Callisto Ferranti al margine in basso a sinistra, su carta vergellata con filigrana "figura inginocchiata entro scudo" (simile a Woodward, 26). (1)
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Lotto 119 Pietro Testa, Venere e Adone. 1631-1637 ca. Acquaforte. mm 358x452. Foglio: mm 365x461. Bartsch, XX, 25. Bellini (Testa), 13. Cropper, 16. Al margine inferiore dedica su cinque righe di Nicolò Menghini a Sebastiano Antinori. Bellissima prova nel I stato di 3 avanti l'indirizzo di De Rossi e la rimozione della dedica, stampata con segno pieno e nitido e lieve tonalità su carta vergellata sottile con filigrana "fiore di giglio su tre monti entro cerchio singolo sormontato da lettera M" (Woodward, 112. Roma, 1580). (1)
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Lotto 120 Pietro Testa, L'adorazione dei Magi. 1640 ca. Acquaforte. mm 428x355. Foglio: mm 528x414. Bartsch, XX, 3. Bellini (Testa), 16. Cropper, 63. Sulla lastra in basso verso sinistra "PTL. Pinx. et sculp." e al centro lo stemma Buonvisi con la stella a otto punte; al margine inferiore dedica a Gerolamo Buonvisi con quattro versi su due colonne, e all'estremità destra "Petrus Testa". Bella impressione nel III e definitivo stato con l'indirizzo di Giovan Giacomo De Rossi, su carta vergellata lievemente spessa con filigrana "fiore di giglio in cerchio singolo sormontato da lettera B". All'estremità sinistra del foglio a penna e inchiostro bruno nota di possesso con il numero "243" della collezione Santo Varni (Lugt, 3531). (1)