ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO

ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO

venerdì 13 maggio 2022 ore 14:30 (UTC +01:00)
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Lotti dal 193 al 216 di 353
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  • LUDOVICO STERN (Roma, 1709  - 1777), ATTRIBUITO
    Lotto 193

    LUDOVICO STERN (Roma, 1709 - 1777), ATTRIBUITO

    Bouquet di fiori in un cesto di vimini

    Olio su tela, cm. 32x40,5. Con cornice

  • SCUOLA ROMANA, XVIII SECOLO
    Lotto 194

    SCUOLA ROMANA, XVIII SECOLO

    Capriccio architettonico con colonna Antonina, statua equestre di Marco Aurelio e Pantheon

    Olio su tela, cm. 86x83,5. Con cornice

    Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di Libera Circolazione.

  • GIACOMO GUARDI (Venezia, 1764 - 1835)
    Lotto 195

    GIACOMO GUARDI (Venezia, 1764 - 1835)

    Veduta di Venezia con San Giorgio Maggiore e Punta della Dogana

    Olio su tela, cm. 25x30,5. Con cornice

    L'attribuzione è stata suggerita dal Prof. Mario Succi (comunicazione orale alla proprietà)

  • ARTISTA FRANCESE, XVIII SECOLO
    Lotto 196

    ARTISTA FRANCESE, XVIII SECOLO

    Ritratto di giovane gentildonna con maschera e cavallino alle briglie

    Olio su tela, cm. 103x78. Con cornice

  • ARTISTA FIAMMINGO DELLA CERCHIA DI PETER PAUL RUBENS
    Lotto 197

    ARTISTA FIAMMINGO DELLA CERCHIA DI PETER PAUL RUBENS

    Deposizione di Cristo

    Olio su tela, cm. 172x120

  • SCUOLA VENETA, XVII SECOLO
    Lotto 198

    SCUOLA VENETA, XVII SECOLO

    Profeta o Santo con libro

    Olio su tela, cm. 114,5x93,5

  • SCUOLA VENETA, XVIII SECOLO
    Lotto 199

    SCUOLA VENETA, XVIII SECOLO

    Coppia di dipinti:a) Paesaggio con pastore, armenti, rovine classiche e corso d'acqua; b) paesaggio boschivo con coppia di chierici a riposo

    Olio su tela, cm. 56x72,5. Con cornici

  • ATELIER GIOVANNI BATTISTA SALVI DETTO IL SASSOFERRATO (Sassoferrato, 1609 - Roma, 1685)
    Lotto 200

    ATELIER GIOVANNI BATTISTA SALVI DETTO IL SASSOFERRATO (Sassoferrato, 1609 - Roma, 1685)

    Madonna con Bambino

    Olio su tela, cm. 75,5x60. Con cornice antica lavorata a giorno

    Questa tela smagliante costituisce un notevole esempio della produzione dell'atelier del Sassoferrato a stretto ridosso dell'attività del maestro. Come sempre in questi casi, il dipinto recupera un'invenzione compositiva che Sassoferrato aveva in prima battuta fissato su un meraviglioso disegno quadrettato conservato nelle Royal Collections a Windsor Castle e tradotto pittoricamente in varie versioni, fra cui ricordiamo quella del Musée Fesch di Ajaccio, quella passata nella vendita Boetto il 28 settembre 2009 (l. 42) e il dipinto murale del Battistero di San Giovanni in laterano

  • SCUOLA ROMANA, INIZIO XVIII SECOLO
    Lotto 201

    SCUOLA ROMANA, INIZIO XVIII SECOLO

    Paesaggio classico con figure e corso d'acqua

    Olio su tela, cm. 86x113. Con cornice

  • SCUOLA ROMANA, XVII SECOLO
    Lotto 202

    SCUOLA ROMANA, XVII SECOLO

    San Giovanni Battista in un paesaggio

    Olio su tela, cm. 114,5x85

  • BERNARDO CASTELLO  (Genova, 1557 - 1629)
    Lotto 203

    BERNARDO CASTELLO (Genova, 1557 - 1629)

    Angelo con attributi della Passione

    Olio su tela, cm. 110x80,5. Con cornice

    Il dipinto è accompagnato dall'expertise della Prof.ssa Anna Orlando.

    Questo dipinto inedito di Bernardo Castello illustra efficacemente le qualità della sua pittura. La figura dell'angelo si staglia contro uno sfondo nero, eroica e familiare al tempo stesso. Il suo volto, lievemente di tre quarti, osserva lo spettatore con uno sguardo intriso di malinconia. Sul tavolo dinanzi a lui vi sono martello, tenaglia e chiodi, ossia gli strumenti della passione che alludono immediatamente al Cristo crocifisso. L'angelo reca la scala appena utilizzata per deporre il Salvatore, mentre l'ampolla in metallo nell'angolo di destra contiene i medicamenti utilizzati dalle Pie Donne al Sepolcro per curarne le ferite a mani e piedi, ma rimanda anche al vasetto con cui la Maddalena lavò i piedi di Cristo in segno del suo pentimento. Bernardo Castello racconta qui originalmente la Deposizione di Cristo, mettendo al centro il messo divino che porta in sé il messaggio della Salvezza.

    Dal punto di vista stilistico l'opera è del tutto coerente con il corso della maturazione di Bernardo Castello, uno dei protagonisti della scena artistica genovese all'inizio del Seicento. La sua pittura si contraddistingue per sapienza formale e padronanza nell’espressione dei contenuti, mostrandosi capace di dare forma visibile a una storia o a un concetto con la chiarezza dell'eloquio pittorico. Ciò che colpisce maggiormente in questo dipinto inedito è la soluzione scenica di far emergere dal buio la figura, sperimentata anche in altri casi da Valerio Castello, ad esempio nell'Angelo che reca la Croce dinanzi a Cristo (Novi Ligure, coll. priv.) o nel Crocifisso con santi e donatori della parrocchiale di Camogli.

  • SCUOLA FIAMMINGA, SECONDA METÀ XVI SECOLO
    Lotto 204

    SCUOLA FIAMMINGA, SECONDA METÀ XVI SECOLO

    Incontro a Emmaus, tra Cristo e due apostoli

    Olio su tela, cm. 112,5x157. Con cornice

  • SCUOLA FIORENTINA, PRIMA METÀ XVIII SECOLO
    Lotto 205

    SCUOLA FIORENTINA, PRIMA METÀ XVIII SECOLO

    Coppia di dipinti: a) Apollo e Dafne; b) Diana e Edimione

    Olio su tela, cm. 72x98. Con cornice

  • CERCHIA DI PIETRO LONGHI (Venezia, 1701 - 1785)
    Lotto 206

    CERCHIA DI PIETRO LONGHI (Venezia, 1701 - 1785)

    Scena di seduzione in un interno veneziano

    Olio su tela, cm. 73x54,5. Con cornice

    Il dipinto venne riferito da Terisio Pignatti all’ancora anonimo Maestro dei Riflessi, il migliore seguace di Pietro Longhi. La tela riprende fedelmente un’invenzione particolarmente elaborata di Longhi, per la quale il pittore realizzò almeno due disegni preparatori, oggi nel Gabinetto Stampe e Disegni del Museo Correr a Venezia, ma di cui non sembra essere rimasta alcuna traduzione pittorica autografa. A contribuire alla fortuna della composizione, in effetti particolarmente riuscita, fu anche una fedele stampa di Charles-Joseph Flipart, collaboratore di Pietro Longhi fino al 1750 circa. A contribuire al fascino dell’invenzione longhiana, e del nostro dipinto, è anche la presenza, appesa sulla parete di fondo, di una tela di Antonio Balestra, primo maestro del Longhi, raffigurante l’Adorazione dei pastori. BIBLIOGRAFIA:
    T. Pignatti, L'Opera completa di Pietro Longhi, Milano 1974, p. 104, n.284,1.

  • SCUOLA VENEZIANA, SECONDA METÀ DEL XVIII SECOLO
    Lotto 207

    SCUOLA VENEZIANA, SECONDA METÀ DEL XVIII SECOLO

    Veduta Piazza San Marco

    Olio su tela, cm. 73x94,5. Con cornice

  • ORAZIO BORGIANNI (Roma, 1578 - 1616), ATTRIBUITO O CERCHIA DI
    Lotto 208

    ORAZIO BORGIANNI (Roma, 1578 - 1616), ATTRIBUITO O CERCHIA DI

    Compianto su Cristo morto

    Olio su tela, cm. 71x104,5

    Il tema del Compianto sul corpo nudo del Cristo morto, disposto su una lastra di pietra e raffigurato di scorcio con i piedi in primo piano, aveva nella pittura italiana un precedente illustrissimo, sebbene piuttosto isolato: il dipinto di Andrea Mantegna oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano. Nella parte finale della sua breve e drammatica esistenza Orazio Borgianni dovette evidentemente sentire con particolare intensità il legame con questo tema e con quel capolavoro, che al principio del Seicento si trovava probabilmente nella collezione romana di Pietro Aldobrandini. Non solo, infatti, egli ne eseguì non meno di quattro versioni pittoriche (oggi conservate presso la Fondazione Roberto Longhi di Firenze e al Museo di Palazzo di Venezia, fra loro pressoché identiche e con tre figure dolenti, nonché alla Galleria di Spada di Roma e in collezione Koelliker, entrambe con due sole figure dolenti); ma, a riprova della grande importanza che lo stesso artista riconosceva alla composizione e al soggetto, ne realizzò personalmente anche una traduzione a stampa, datata 1615.

    Nella notevole tela inedita qui in oggetto, di raro patetismo, si propone di individuare una possibile aggiunta a questo gruppo omogeneo di opere. La costruzione della scena presenta chiare analogie e non meno evidente variazioni rispetto alla redazione con tre dolenti: lo scorcio qui non è più rigidamente frontale ma è reso leggermente obliquo, cosicché il corpo di Cristo è posto diagonalmente mentre viene dato pieno risalto al gesto devoto di Maddalena (che, in primo piano, bacia la mano sinistra di Gesù sostituendosi così all’Evangelista delle altre versioni) e, appena dietro di lei, all’espressione eclatante di disperazione di Giovanni. Oltre ai due chiodi e al vasetto di unguenti, la nostra versione esibisce in primo piano anche la corona di spine e soprattutto, con una soluzione di potente tragicità, lascia un lungo chiodo conficcato sulla mano destra di Cristo, lasciando nella penombra i volti di Maria Vergine e del Salvatore.

  • VENTURA SALIMBENI (Siena, 1568 - 1613)
    Lotto 209

    VENTURA SALIMBENI (Siena, 1568 - 1613)

    Gesù di fronte a Marta e Maddalena

    Olio su tela, cm. 85,5x65,5. Con cornice

    Il dipinto è accompanato dall'expertise del Prof. Marco Ciampolini.
    Il dipinto è presentato in regime di Temporanea Esportazione.

    La tela sviluppa il tema del Commiato di Gesù dalla Vergine, episodio che non compare nei vangeli canonici, ma solo in quelli apocrifi. Si tratta del momento in cui, prima della Domenica delle Palme, Cristo, nell’imminenza della Passione, si reca dalla Vergine per annunciarle la sua andata a Gerusalemme.
    La tela è una replica autografa del celebre dipinto di Ventura Salimbeni nella chiesa di San Giorgio a Siena (vedi M. Ciampolini, Pittori Senesi del Seicento, Siena 2010, pp. 771-772 e 765). Ventura riservò una cura particolare attenzione a questa composizione, in effetti particolarmente riuscita, studiando le singole figure e l’intera composizione in vari disegni eseguiti con tecniche diverse. Rispetto al prototipo la tela in oggetto mostra qualche variante nelle pose delle mani e della testa di Gesù, e non presenta la figura di san Francesco in basso a sinistra. Il nostro dipinto nacque in effetti come opera autonoma, mentre il quadro nella chiesa senese fu pensato in pendant con una tela di Francesco Vanni, nella quale compariva, simmetricamente alla figura di san Francesco dipinta dal Salimbeni, quella di santa Caterina da Siena. Come chiarisce Marco Ciampolini nello studio che accompagna l’opera, il panneggio rigido e screziato, tipico delle opere di Ventura Salimbeni del decennio 1600-1610, consente di collocare il nostro dipinto in quel giro di anni.

  • FRANCESCO NOLETTI DETTO FIERAVINO (Malta, 1611 - Roma, 1654), ATTRIBUITO
    Lotto 210

    FRANCESCO NOLETTI DETTO FIERAVINO (Malta, 1611 - Roma, 1654), ATTRIBUITO

    Natura morta con vaso di fiori, piccolo dipinto e strumenti del pittore - Allegoria della Pittura

    Olio su tela, cm. 85x85. Con cornice

  • ARTISTA SICILIANO DELLA CERCHIA DI PIETRO NOVELLI, PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO
    Lotto 211

    ARTISTA SICILIANO DELLA CERCHIA DI PIETRO NOVELLI, PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO

    Sant'Antonio Abate

    Olio su tela, cm. 139,5x95

    Questa energica e intensa raffigurazione di Sant'Antonio Abate in piedi a figura intera vestito con la tonaca, pesenta i suoi attributi canonici: il bastone col manico a forma di T, il campanello, il fuoco e il maiale. Sullo sfondo a destra, l'episodio narrato nella Legenda aurea della visita compiuta dal santo in tardissima età a San paolo Eremita, col corvo che porta loro una forma di pane. Il dipinto presenta una chiara relazione compositiva e stilistica con un disegno attribuito a Pietro Novelli nella Galleria Regionale della Sicilia a sua volta strettamente connesso con l'affresco oggi nella chiesa di San Giorgio a Piana degli Albanesi, proveniente dalla chiesa di S. Antonio Abate a sua volta per lo più riferito allo stesso Novelli. BIBLIOGRAFIA DI CONFRONTO: PIetro Novelli e il suo ambiente, cat. della mostra, Palermo 1990, nn. II.71 e III.35 pp. 342-3 e 402.

  • ARTISTA ATTIVO A ROMA, FINE XVII INIZIO XVIII SECOLO
    Lotto 212

    ARTISTA ATTIVO A ROMA, FINE XVII INIZIO XVIII SECOLO

    Paesaggio classico con figure, gregge e cascatelle

    Olio su rame, cm. 36,5x44,3. Con cornice

  • AMBITO DI JAN GOSSAERT DETTO IL MABUSE (Maubege, circa 1478 – Anversa, 1532)
    Lotto 213

    AMBITO DI JAN GOSSAERT DETTO IL MABUSE (Maubege, circa 1478 – Anversa, 1532)

    Madonna con Bambino

    Olio su tavola, cm. 87,9x64,2.

    Nato a Maubeuge, nel nord della Francia, Gossaert si trasferì presto ad Anversa, dove nel 1503 divenne membro della corporazione dei pittori. Sul finire del primo decennio del Cinquecento egli si recò a Roma in compagnia di Filippo di Borgogna. L’esperienza italiana segnò indelebilmente l’arte del Mabuse, trasformandone lo stile e facendo della sua pittura uno dei casi più evidenti di felice interazione fra maniera fiamminga (minuziosa, ricca di dettagli, caratterizzata da colori brillanti e accesamente contrastati) e maniera italiana, più narrativa e attenta alla prospettiva e all’anatomia. Per i suoi committenti, Gossaert divenne così uno dei primi pittori nord-europei a fare propri i principi dell’arte italiana rinascimentale italiana, ponendosi in una posizione per così dire di avanguardia nell’ambito della contemporanea pittura fiamminga.
    Basata su un autografo probabilmente perduto, la composizione della bella tavola qui in oggetto godette di grande fortuna e fu più volte replicata dalla bottega e dai seguaci del Gossaert. Citato da Karel van Mander nel suo Het Schilder-boeck (Il libro dei pittori, 1604), il prototipo fu eseguito mentre Mabuse si trovava al servizio di Adolfo di Borgogna, marchese de Veere, e secondo la tradizione i volti di Maria e di Gesù rappresentano i ritratti di Anna van Bergen, moglie del marchese Adolfo, e di suo figlio Hendrik. Un’altra versione di alta qualità di questa composizione è oggi conservata presso il Metropolitan Museum of Art di New York.

  • ARTISTA FIAMMINGO ATTIVO IN ITALIA, PRIMA METÀ XVII SECOLO
    Lotto 214

    ARTISTA FIAMMINGO ATTIVO IN ITALIA, PRIMA METÀ XVII SECOLO

    San Girolamo penitente

    Olio su tela, cm. 81,5x65. Con cornice

  • PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI DETTO IL MORAZZONE (Morazzone, 1573 - Piacenza, 1626), ATTRIBUITO
    Lotto 215

    PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI DETTO IL MORAZZONE (Morazzone, 1573 - Piacenza, 1626), ATTRIBUITO

    Sposalizio della Vergine

    Olio su tela, cm. 114,5x145. Con cornice

    Il presente dipinto dipende chiaramente dallo Sposalizio della Vergine oggi presso il Museo della Basilica di Santa Maria Assunta a Gallarate. Esso, infatti, ne ripropone piuttosto fedelmente la parte principale, giusto in corrispondenza del centro della grande tela d'altare. A conferma della riuscita dell’invenzione compositiva, in effetti di grande chiarezza e forza espressiva, Morazzone la replicò almeno in un’ulteriore redazione, in collezione privata a Locarno. Nella grande mostra dedicata al pittore nel 1962 così si espresse Mina Gregori sulla nostra tela all’interno della scheda da lei dedicata al dipinto di Locarno: “Una replica, variata nel formato e nel partito di luce, che ne è intenso e contrastato, quanto nella tela di Locarno viene temperato da un veicolo pittorico alla veneta, era a Roma di recente (Ufficio Esportazione) e ne devo la conoscenza alla cortesia di Ilaria Toesca”. Del tutto appropriata appare ancor oggi, in effetti, la sottolineatura della studiosa dell’impianto luministico densamente contrastato e sin quasi fosco: molto lombardo, si potrebbe chiosare. Giudicato pienamente autografo anche da Pierluigi Carofano (1999), il dipinto è stato ritenuto da Jacopo Stoppa, nella sua monografia sul Morazzone, di qualità “un po’ più bassa” del dipinto di Locarno.

    PROVENIENZA:
    Collezione Ethel Barrymore Colt-Miglietta; Sotheby's New York, 17-10-1997, l. 79; Galleria Governale, Palermo; collezione privata, Roma.

    BIBLIOGRAFIA:
    M. Gregori in Il Morazzone, catalogo della mostra, Varese 1962, n. 78, p. 100; P. Carofano in Dipinti europei tra collezionismo e antiquariato, Palermo 1999, pp. 26-29: J. Stoppa, Il Morazzone, ed. 5 Continents, Milano 2003, n. 11 pag. 185.

  • FRANCESCO LONDONIO (Milano, 1723 - 1783)
    Lotto 216

    FRANCESCO LONDONIO (Milano, 1723 - 1783)

    Studio di pecore

    Olio su tela, cm. 51x73. Con cornice

    In questa raffinata combinazione di 9 studi di teste di pecore riconosciamo la mano del milanese Francesco Londonio. Pur essendo artista completo, impegnato anche nella pittura di figura (soprattutto scene di genere) e nella natura morta, Londonio eccelse primariamente come specialista nella raffigurazione di animali, mostrando una particolare predilezione proprio nei confronti di pecore e capre. Nella nostra tela si ammirano le migliori caratteristiche del pittore: l’accuratezza mimetica della rappresentazione, la diversità delle posture (quasi un repertorio di pronto uso per composizioni più elaborate) e, non ultima, la capacità di conferire variegate espressioni alle teste, in uno sforzo quasi di empatica umanizzazione degli ovini.

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ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO

Inizio Asta

13 Maggio 2022 dalle ore 14:30 CEST


Luogo

Bertolami Fine Arts srl

Piazza Lovatelli, 1

00186 Roma

Italia


Esposizione

Tutti i lotti saranno visibili, previo appuntamento, nei giorni 9 e 13 Maggio dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:30 presso Bertolami Fine Arts in Piazza Lovatelli 1, 00186 Roma.

Sessioni

  • 13 maggio 2022 ore 14:30 ASTA 110 - DIPINTI E DISEGNI DAL XV AL XIX SECOLO (1 - 353)

Esposizione

Tutti i lotti saranno visibili, previo appuntamento, dal 9 al 12 Maggio 2022 dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:30 presso Bertolami Fine Arts in Piazza Lovatelli 1, 00186 Roma

Condizioni di vendita

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Commissioni

Commissione d’asta pari al 26% del prezzo di aggiudicazione di ciascun lotto.


Rilanci

  • da 0 a 100 rilancio di 5
  • da 100 a 200 rilancio di 10
  • da 200 a 500 rilancio di 20
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 5000 rilancio di 200
  • da 5000 a 10000 rilancio di 500
  • da 10000 a 20000 rilancio di 1000
  • da 20000 a 50000 rilancio di 2000
  • da 50000 in avanti rilancio di 5000