Asta 54 - Puro e disposto a salir le stelle
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Lotto 25 Lucerna in maiolica policroma raffigurante una donna in costume popolare che suona una chitarra.
Caltagirone, XVIII secolo, h. cm. 33 (lieve sbeccatura al bordo del piede) -
Lotto 26 Placca in maiolica policroma dipinta nei toni del giallo, arancione, azzurro e verde, modellata ad altorilievo a raffigurare la Vergine con Bambino.
Montelupo, XVII secolo, cm. 31,5x25 -
Lotto 27 Placca rettangolare in maiolica policroma nei toni del blu, giallo, arancione, bruno e verde a raffigurare l'Annunciazione modellata in rilievo.
Montelupo, XVII secolo, cm. 47x37 -
Lotto 28 Coppia di piatti compendiari in maiolica bianca decorati a baccellature; il cavetto è centrato rispettivamente dalla figura di Santa Catarina d'Alessandria e Davide con la testa di Golia.
Italia centrale, XVII secolo, d. cm. 43 (un piatto con sbeccature al bordo) -
Lotto 29 Alzata in maiolica bianca di forma circolare modellata a frutti e conchiglie; al centro del cavetto è uno stemma nobiliare dipinto in blu, giallo e bruno.
Faenza, Virgiliotto Calamelli, circa 1550, d. cm. 31, firmata con monogramma in blu (sbeccature al bordo; alcune felature); etichetta di Antonia Gianetti, Milano -
Lotto 30 Ciotola in maiolica bianca e policroma nei toni dell'ocra, azzurro e marrone dipinta a decoro tipo calligrafico a fitti motivi fogliati con lepri e volatili; alta tesa baccellata.
Deruta, XVII secolo, cm. 14x36 (lieve restauro al bordo) -
Lotto 31 Grande piatto in maiolica bianca e policroma dipinto a quartieri nei toni del giallo, arancione, verde e azzurro a raffigurare sulla tesa motivi a voluta alternati a volatili; il cavetto è centrato dalla figura della Vergine col Bambino.
Deruta, fine del XVII secolo, d. cm. 37 -
Lotto 32 Stemma di papa Pio XI in terracotta.
Fabbrica Laterizi Imola, anni '30, marca incussa a tergo, cm. 49x30 -
Lotto 33 Versatoio in maiolica a fondo blu decorato "alla veneziana" nei toni del giallo, marrone, verde e celeste a corolle floreali fra lunghe foglie. Corpo globulare; corto beccuccio; ansa ricurva; piede circolare.
Gerace, XVII secolo, h. cm. 21 (restauro al bordo superiore) -
Lotto 34 Coppia di riggiole di forma rettangolare in maiolica dipinta nei toni del giallo, verde e azzurro a raffigurare rispettivamente uno stemma nobiliare e una figura di Cupido che tiene un cartiglio con l'anno 1694.
Sicilia, fine del XVII secolo, cm. 33x16 -
Lotto 35 Albarello in maiolica dipinto in vivace policromia su fondo bianco a stemma nobiliare circondato da una corposa corona di foglie e bacche, nel resto a volute stilizzate.
Trapani, XVII secolo, h. cm. 20 (sbeccature al piede)
Prov.: già collezione Barresi, Trapani -
Lotto 36 Albarello in maiolica bianca, blu, verde e gialla, dipinto a corposi motivi floreali.
Caltagirone, seconda metà del XVI secolo, h. cm. 31 (lievi difetti di cottura) -
Lotto 37 Crespina in maiolica a fondo bianco dipinta in policromia gialla, marrone, verde e blu a raffigurare nel cavetto costolato un elegante motivo a palmette centrato dal giglio fiorentino. Piede circolare.
Italia centrale, XVII secolo, cm. 5x22 -
Lotto 38 Alzata in maiolica dipinta nei toni predominanti dell'ocra, azzurro e verde a raffigurare La testa di Pompeo presentata a Cesare.
Pesaro, bottega dei dalle Gabicce, 1544, a tergo la legenda in blu: 1544/ Elricho. don delonorata testa, h. cm. 2; d. cm. 25,5 (restauri e mancanza al bordo)
Prov.: dal 1892 collezione Mariano Battisti di Bevagna; di seguito collezione Angeli Nieri Mongalli (fino al 1952); ora collezione privata
Bibl.: Mostra d'Arte Antica Umbra, catalogo della mostra, Perugia, 1907
Il lotto è accompagnato da uno studio di Carmen Ravanelli Guidotti
Custodita come prezioso bene di famiglia in un’antica casa italiana, la nostra alzata rispecchia appieno il gusto raffaellesco per la maiolica istoriata, appartenendo a un genere di produzione artistica tenuto in gran conto tanto da far parte per alcuni secoli del patrimonio di nobili casate italiane.
La maiolica illustra un episodio di storia romana, ovvero la presentazione della testa di Pompeo a Cesare. Dopo la disfatta di Farsalo, arrivato di fronte alle coste egiziane, Pompeo inviò un messaggio al giovane sovrano Tolomeo XIII, che era impegnato a Pelusio in una guerra contro la sorella e moglie Cleopatra VII. Questi decretarono che Pompeo andava eliminato per evitare che la sua presenza in Egitto giustificasse eventuali ingerenze di Roma negli affari interni del Paese. Pompeo fu attirato in trappola dai messi di Tolomeo, che gli offrirono di trasportarlo a terra su una piccola imbarcazione. Il generale riconobbe sulla barca un vecchio compagno d’arme, il tribuno Lucio Settimio, e accettò fiducioso. Ma quando ormai la costa era vicina, Achilla, prefetto di Tolomeo, e Settimio lo pugnalarono. Dopo aver assistito a quell’evento tra l’incredulità e la paura, i suoi familiari e amici levarono le àncore e fuggirono senza vendicarlo. Fu Giulio Cesare ad assumersi questa incombenza: sconvolto dalla morte e dalla decapitazione del rivale, fece giustiziare i responsabili del tradimento.
La scena viene però reinterpretata dal pittore sulla base delle sue personali inclinazioni: ad esempio la figura del soldato al centro, che punta il capo verso un altro militare, sembra riprendere, in controparte, una figura della Magnanimità di Scipione incisa dalla bottega di Marcantonio Raimondi; quella di Cesare sembra invece poter derivare dall’incisione, sempre da Raimondi, di Cristo in casa di Simone il fariseo.
La legenda, riportata sotto il piede dell’alzata, è tratta da una delle Rime di Francesco Petrarca, che scrive: “Cesare, poi che ’l traditor d’Egitto/ li fece il don de l’onorata testa: / celando l’allegrezza manifesta/ pianse per gli occhi fuor sí come è scritto” (parte 81, sonetto LXXXI). Nel nostro caso tuttavia, l’artista utilizza una variante interpretativa, anteponendo “El richo” al “don”, assente nella rima petrarchesca; tale variante non è un caso isolato, ritrovandosi in quelle di alcune opere coeve di artefici operanti in centri diversi, che dunque evidentemente la trascrivevano traendola da un testo che circolava.
Il lotto è provvisto di attestato di libera circolazione del 29/03/2021 -
Lotto 39 Tazza con piatto in porcellana bianca e dorata UNITA a una salsiera e una zuppiera con coperchio, parimenti in porcellana bianca e dorata.
Manifattura Ginori, marca in oro -
Lotto 40 Scultura in porcellana bianca raffigurante Bacco Giovane, Venezia, manifattura Cozzi, ultimo quarto del XVIII secolo, h. cm. 9,5 (mancante del braccio destro) UNITA a un piattino in porcellana bianca e policroma, probabilmente Nove, fine del XVIII-inizi del XIX secolo, d. cm. 11,5, a una tazza in porcellana francese a decorazione floreale dorata, primo quarto del XVIII secolo, cm. 6,2x5,9 e a un piattino in porcellana cinese bianca, policroma e dorata del XVIII secolo, d. cm. 13,3
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Lotto 41 Tazza con piatto in porcellana bianca, rosso ferro e dorata, probabilmente manifattura francese, primo quarto del XIX secolo, la tazza: cm. 6x6; il piattino: d. cm. 12,7 (il piatto non pertinente) UNITA a tre bicchieri in terraglia, manifattura Coronelli Cunardo, XX secolo, h. cm. 8,5, a un piattino in porcellana bianca, manifattura Ginori, ultimo quarto del XVIII secolo, d. cm. 11,8 e a una tazza in porcellana orientale a decorazione Imari, cm. 6,8x6,3
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Lotto 42 Placca in porcellana bianca e policroma di forma ovale raffigurante la Vista della Riviera di Chiaia a Napoli.
Real Fabbrica Ferdinandea (Poulard Prad) o Parigi, XIX secolo, sul retro la scritta Neaples in nero, cm. 12,8x9,3 -
Lotto 43 Piccola alzata UNITA a piatto in terraglia arancio, rossa e nera, dipinta a motivi all'Ercolana.
Napoli, manifattura Del Vecchio, inizi del XIX secolo, marca Del Vecchio incussa sotto la base della tazza, la tazza: cm. 5x11,8; il piatto: d. cm. 16 (difetti) -
Lotto 44 Caffettiera con coperchio, in terraglia gialla e dipinta in policromia nei toni predominanti del rosso ferro, rosa e verde a raffigurare un uccellino su un ramoscello minimo: festoni di foglie e fiori chiudono l'ornato superiormente e inferiormente. Corpo piriforme; ansa a orecchio; beccuccio con terminale a testa di serpe.
Napoli, probabilmente Giustiniani, XIX secolo, h. cm. 23.
Cfr.: M.Rotili, La manifattura Giustiniani, Ercolano, 1981, tav. XXV -
Lotto 45 Scultura in biscuit raffigurante un filosofo.
Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, fine del XVIII-inizio del XIX secolo, iscrizione illeggibile alla base, h. cm. 28; da un modello di Filippo Tagliolini (qualche mancanza e restauri) -
Lotto 46 Scultura in biscuit raffigurante Demostene.
Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, fine del XVIII-inizi del XIX secolo, h. cm. 28,5; da un modello di Filippo Tagliolini (testa rincollata) -
Lotto 47 Cestino traforato in porcellana bianca con due anse a testina muliebre.
Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, fine del XVIII secolo, cm. 21x16,2x8 -
Lotto 48 Caffettiera piriforme in porcellana bianca con manico a orecchio; beccuccio a testa di serpe impreziosito all'attaccatura da volute e da un "ponte" molto articolato, tipicamente barocco. Breve piede ad anello.
Doccia, manifattura Ginori, 1745-'50, h. cm. 21 (mancante del coperchio)