Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera
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Lotto 73 Ashanti, regione di Kumasi (Ghana meridionale)
H 35,3 cm
Legno a patina nera lucida, tracce di polvere bianca
Bambola “Akua-ba”.
Collezionata in Ghana da Mario Fantin nei primi anni ’60, quest’opera manifesta tutta la sintesi di una forma classica scolpita magistralmente. La sagoma è eseguita con proporzioni perfette di tutte le parti anatomiche. Sulle gote si vedono i due tatuaggi - differenti tra loro - che indicano il clan di appartenenza della proprietaria. Disegni geometrici sul retro.I segni chiari della patina, evidenti nei punti di sfregamento, testimoniano un utilizzo prolungato.
PROVENIENZA
- Ex collezione Mario Fantin (Bologna);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- DE GRUNNE BERNARD & THOMPSON ROBERT FARRIS "Chefs d'oeuvre inédits de l'Afrique Noire" Fondation Dapper Paris 1987. pag. 208; -
Lotto 74 Mbole (Repubblica Democratica del Congo), regione centro-orientale
H 44 cm
Legno duro a patina lucida e decorazioni
Figura antropomorfa.
Esemplare maschile con pettinatura piatta a sbalzo sulla testa, volto ovale scavato, naso in rilievo, occhi a fessura, bocca sottile a taglio, orecchie poco evidenti, corpo longilineo con mani sul ventre. Le varie parti del corpo sono dipinte con un impasto di caolino biancastro. Tutti elementi di sintesi che contraddistinguono una scultura d’arte primitiva.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (*);
(Etichetta inv. Morigi n° 583)- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- FELIX MARC LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Mbole, pagg.104 - 105” Bruxelles 1987;
- FELIX MARC LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Yela, pagg 198 -199 ” Bruxelles1987;
- FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pag. 245, n° 313;
- ROBBINS M. WARREN & NOOTER NANCY INGRAM “African art in American Collections ” 2004 Atglen, PA-USA, pag. 489, n° 1265;
- FRASER DOUGLAS “Arte Primitiva” Milano 1962, pag. 74, n° 32;
Gli Mbole sono un gruppo di circa 150.000 individui che vivono nella regione interna del Congo, a sud di Kisanghani ex Stanleyville, in un territorio a foresta che si estende a ovest del fiume Lomami, intorno alla cittadina di Opala. Le loro sculture sono rare perché è stata tardiva la loro scoperta, infatti, solo negli anni ’50 sono state presentate in occidente.Le dimensioni variano dai 30 ai 100 cm. Le caratteristiche delle loro opere si possono schematizzare con un corpo diviso in tre parti: testa coperta da un cappello, viso ovoidale concavo, sempre dipinto di bianco, il colore della morte; busto a spalle cadenti con braccia staccate dal corpo che si appoggiano sul ventre; gambe allungate che mostrano piedi a penzoloni, come si notano in questo esemplare.Lo stile asciutto tende a privilegiare gli organi del corpo tagliati a spigoli vivi.Le sculture Mbole erano realizzate per i membri della società segreta “Lilwa”. Rappresentano immagini (Ofika) di malfattori giustiziati con l’impiccagione, la condanna riservata ai i membri della setta nel caso avessero rivelato segreti condivisi.Le immagini degli impiccati, attraverso le statue, uscivano nelle danze nel corso di adunate e assemblee. La loro forza vitale garantiva ai membri della società segreta “Lilwa” la sorveglianza sul buon comportamento della comunità. Esse riprendono un individuo nella posizione che assume dopo l’impiccagione. Corpo rilassato, spalle piegate, braccia staccate dal busto, gambe a penzoloni.
(*) La scheda di Morigi riporta: Yela - Mbole: Figura di impiccato, regione di StanleyvilleLe
Sculture Yela, gruppo che nel 1900 era costituito da 50.000 individui, sono piuttosto piccole, quelle conosciute hanno dimensioni tra 18 e 36 cm. Lo stile si avvicina a quello degli Mbole perché alcuni modelli si confondono, tuttavia, alcune statuine Yela hanno i piedi in orizzontale e possono stare appoggiate su un piano. Comunque, le opere di questi due gruppi sono tuttora molto rare. -
Lotto 75 Igala, regione centrale (Nigeria)
H 45 cm
Legno a patina scura e pittura bianca
Figura femminile.
Scultura femminile, in posizione frontale, scolpita in modo simmetrico con braccia staccate dal corpo. Tutte le parti anatomiche come collo, braccia, seni, gambe e piedi, dilatano la figura umana. La testa è segnata da un’elaborata pettinatura a cresta centrale. Dall'ovale del viso piatto si staglia la sagoma del naso. Gli occhi sono evidenziati da rettangoli di alluminio fissati con chiodi di ferro. Nelle varie parti del corpo è presente un impasto di polvere bianca.Raro esemplare che proviene dai territori del Dekina District nella Nigeria meridionale.Gli Igala sono insediati nella zona di confluenza tra i fiumi Niger e Benue, in una vasta area della sponda sinistra del fiume Benue.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- NEYT FRANCOIS & DESIRANT ANDREE "The art of Benue to the roots of tradition, Nigeria", Tielt, Belgique 1985, pagg. 68 - 71; -
Lotto 76 Lega (Repubblica Democratica del Congo)
H 14,3 cm
Avorio a patina naturale chiara
Oggetto di prestigio della società Bwame.
Esemplare scolpito in avorio che corrisponde ad uno stile arcaico della tradizione Lega.La statuina si presenta frontalmente con il volto che assume la forma a losanga. La bocca socchiusa e gli occhi a dischi concentrici donano al viso un’espressione di stupore. Le braccia sono appena accennate e le corte gambe sorreggono il corpo cilindrico. La scultura è impreziosita con una serie di motivi a zigzag e da una complessa decorazione a piccoli cerchi. Una tipica lavorazione degli avori Lega.
Questo esemplare appartiene alla categoria che è stata definita dal ricercatore belga Daniel Biebuyck nel 1986 come uno dei due maggiori stili delle sculture antropomorfe Lega: stile a losanga piatta del volto. Questo modello sarebbe molto raro e si conoscono forse 15 esemplari, usciti dalla mano di uno scultore vissuto nel 1800, sette dei quali si trovano nelle collezioni del Musée Royal de l’Afrique Central di Tervuren, Bruxelles. E’ uno stile che si sarebbe affermato nella seconda metà del XIX° secolo. Un esemplare analogo, su base Inagaki, era stato venduto a Parigi negli anni ’30 dal gallerista Paul Guilllaume (1891-1934).
Questo esemplare proviene dalla collezione di Josef Muller. E’ probabile che sia stato da lui acquistato durante uno dei suoi soggiorni a Parigi tra il 1929 ed il 1942. Nella foto qui a lato, ripresa dalla rivista svizzera pubblicata nel 1978, un anno dopo la scomparsa di Muller, si intravede questo esemplare sullo scaffale della sua collezione, circondato da altri piccoli oggetti africani.
PROVENIENZA
- Antica collezione Josef Muller (Solothurn, Svizzera 1887 - 1977) (*);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 634);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
- SOTHEBY'S "African, oceanic & Pre-Columbian Art including property from Lerner, Shoher and Vogel collections" New York asta del 11 Maggio 2012, lotto 165 e 201;
- CHRISTIE’S “Art d’Afrique et d’Océanie” Paris asta del 23 giugno 2016, lotto 276;
- CHRISTIE’S “Chefs-d’œuvre d’Arts d’Africaine et Océanien de la collection Adolphe Stoclet” Paris, asta del 30 ottobre 2018, lotto 73;
- CAMERON ELISABETH L. “Art of the Lega” UCLA Fowler Museum of Cultural History, Los Angeles, 2001, pag.165, fig. 8.93; pag. 166, fig.8.95; pag. 168, fig. 8.98;
(*) Josef Muller (1887 - 1977). Nato a Solothurn, nella più bella città barocca della Svizzera tedesca, nel corso della sua vita ha messo assieme una delle più importanti collezioni d’arte di tutti i tempi. All’età di sei anni, rimasto orfano di entrambi i genitori, fu allevato da parenti della ricca borghesia elvetica. Fin da piccolo frequentò le case di appassionati d’arte moderna dove poté vedere le prime opere di Picasso. Nel 1907, all’età di vent’anni è a Parigi, conosce molti artisti ed acquista opere di Cézanne, Matisse, Renoir, Braques, Picasso, Léger, Mirò e altri grandi maestri.Tra il 1929 e il 1942, dopo frequenti soggiorni nella capitale francese, si appassiona alle opere dell’arte africana ed acquista una serie di pezzi Fang arrivati in Francia dalle colonie.Conosce, tra gli altri, il mercante Ernst Asher e Charles Ratton che gli procura la famosa maschera Teke/Tsaye di André Derain, una maschera che diventerà poi l’icona della sua collezione di opere tribali.Nel 1923, prima della seconda guerra mondiale, organizza un viaggio in Africa dove esplora per sei mesi la regione del Congo francese (Congo Brazzaville e Gabon). Si procura una moltitudine di oggetti realizzati dai maggiori gruppi etnici: Fang, Kota, Mahongwe, Lumbu, Punu, Kwele. Tutte opere importanti che nel 1978 saranno studiate e commentate dallo specialista Louis Perrois. Opere che costituiscono un insieme eccezionale nelle collezioni in Europa e che sono state documentate da Perrois nel prestigioso volume “Art ancestral du Gabon dans les collections du Musée Barbier-Mueller” Genève 1985.
Josef Muller, nel 1977 con la figlia Monique ed il genero Jean-Paul Barbier, fonda il Museo di Ginevra. Una prestigiosa istituzione che ospita la più grande collezione privata al mondo di opere d’arte provenienti da culture extraeuropee. Il Museo Barbier-Muller organizza qualificate esposizioni con cataloghi, oltre ad una pubblicazione annuale dedicata in particolare alle arti antiche di Africa, Asia, Oceania, Americhe. -
Lotto 77 Yoruba (Nigeria), Nigeria meridionale, regione di Lagos, villaggio di Abeokuta
H 42 cm
Legno a patina naturale
Figura con vaso.
Rappresenta un personaggio femminile che tiene tra le mani un grosso vaso di legno.E’ un oggetto di prestigio che apparteneva ad un capo spirituale Yoruba. Era conservato in un luogo riservato alle pratiche divinatorie del culto di Ifa. La densa patina che ricopre la superficie del legno ne testimonia un utilizzo prolungato.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- MORIGI PAOLO “Arte Africana: Le Sculture” Galleria Arte Primitiva, Lugano 1975, n° 26;
- FAGG WILLIAM & PEMBERTON JOHN 3rd "Yoruba Sculpture of West Africa" New York 1982, pag. 89, tav. 18;
L’immagine della donna è uno dei temi che ricorre spesso nella scultura Yoruba. La figura femminile mette nella coppa delle offerte per uno degli dei del pantheon Yoruba, mentre lo prega per ottenere da lui pace e concordia.La donna indossa il grande copricapo a mitra tipico delle statue Yoruba. Il viso è curato e riprende i caratteristici tatuaggi delle opere di questo gruppo, mentre lo scultore ha dato maggior importanza al grosso vaso rituale che la donna regge con le grandi mani.Quest’opera, scolpita senza preziose rifiniture, è un’interpretazione arcaica degli stili tradizionali Yoruba.