Asta di Antiquariato, Arredi, Dipinti Antichi e del XIX Secolo, Arte Orientale, Gioielli ed Orologi
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Lotto 121 Esposizioni Castello Svevo, Giaquinto: Capolavori dalle corti d’Europa, Bari 23 aprile -20 giugno 1993, catalogo Charta ,Milano –Firenze 1993 n.45, pag. 208. Il catalogo della mostra di Bari riporta nella scheda di Lia Di Giacomo il parere orale di G Sestieri che data l'opera dopo il soggiorno spagnolo tra il 1753 e 1762. Inoltre la mette in relazione con una versione quasi identica, con piccole varianti, già in collezione privata a Roma. “quest'ultima secondo G.Sestieri, è antecedente il dipinto che qui viene esposto, per il più marcato plasticismo e il taglio più ridotto, soprattutto nella parte alta” (op.cit., pag .208)
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Lotto 122 Paesaggio boschivo con personaggi, olio su tela, cm 68x48
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Lotto 123 Scontro tra cavallerie, olio su tavola, cm 60x24
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Lotto 124 Battaglia, olio su tela cm 25x34
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Lotto 125 Cassettone a ribalta, Bologna XVIII secolo. Lastronata in in legno di noce e radica di noce fronte di linea mossa con tre cassetti e sportello a ribalta celante quattro cassetti disposti su due colonne separate da vano a giorno arcuato, fianchi mossi con antine base modanata su piedi a mensola. Misure cm 108x143x64. Una di due vedi lotto 126
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Lotto 126 Cassettone a ribalta, Bologna XVIII secolo. Lastronata in in legno di noce e radica di noce fronte di linea mossa con tre cassetti e sportello a ribalta celante quattro cassetti disposti su due colonne separate da vano a giorno arcuato, fianchi mossi con antine base modanata su piedi a mensola. Misure cm 108x143x64. Una di due vedi lotto 125
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Lotto 127 Due poltrone in noce con schienale sagomato, gambe mosse terminanti a zoccolo, cartella centinata con intaglio centrale. Cm 116 x 62 x 60 Una del XVIII secolo, l'altra della fine del XIX secolo.
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Lotto 128 Cassapanca in noce a patina scura, sul fronte e sui fianchi medaglioni intagliati a motivi floreali,XVII Secolo cm 64x152x55
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Lotto 129 Stipo in legno di noce con pannelli lastronati in tartaruga bruna, bocchette e finiture ornamentali in bronzo dorato. Facciata di impostazione architettonica suddivisa in tre sezioni: al centro un'anta caratterizzata da una nicchia delimitata da colonne tortili con figura di Minerva, cela sei tiretti in colonna con specchiature in diaspro e marmo giallo; ai lati cinque cassetti in colonna simmetricamente disposti. Sommità rifinita da balaustra interrotta da pilastri con vasi in bronzo; piedi a bulbo. XVIII secolo, cm 96x114x38
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Lotto 130 Cassettone a ribalta lastronato in noce, con specchiature racchiuse da filettature lineari poste a cornice di eleganti cartigli e motivi vegetali intarsiati in legno di frutto; sei tiretti all'interno della ribalta, facciata sagomata suddivisa in tre cassetti separati da traverse, fianchi mossi, piedi a mensola. Roma, XVIII secolo, cm 117 x 130 x 60
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Lotto 131 Armadio lastronato in radica di noce caratterizzato da due ante delimitate da lesene con capitelli intagliati e specchiature incorniciate da più ordini di modanature concentriche. Sommità rifinita da un alto cornicione, piedi a bulbo. Olanda, XVII secolo, cm 231 x 206 x 84
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Lotto 132 Console in legno intagliato e dorato; piano rettangolare lastronato in marmo pavonazzetto con ampia fascia perimetrale in cottanello, fascia delimitata da un nastro ritorto, percorsa da guilloché centrate da corolle in rilievo emergenti dal fondo dipinto di blu. Gambe rastremate scanalate ornate da rilievi vegetali in forma di foglia e di ghirlanda sorretta da nastri Italia centrale, fine del XVIII secolo, cm 100 x 133 x 66. Mancanze.
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Lotto 133 Specchiera in legno dorato e dipinto, "en suite" con la console descritta al lotto 132, di epoca successiva, cm 150 x 120
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Lotto 134 Quattro sedie in legno dorato, en suite con la console presentata al lotto 132; schienali squadrati e sedili imbottiti, fascia delimitata da triglifi angolari decorata da motivi circolari in sequenza dipinti in blu centrati da corolle intagliate; gambe rastremate, cm 100x50x50
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Lotto 135 Psiche in palissandro d'epoca Carlo X, interamente intarsiata in legno di frutto a motivi vegetali multiformi, girali e motivi geometrici. Specchiera rettangolare racchiusa in un telaio sospeso fissato lateralmente all'interno della struttura a portico sorretta da piedi sagomati. Colonne con fusto poliedrico percorso da foglie ricurve disposte in sequenza, cornicione con architrave racchiuso da bordura a nastro ritorto ad includere girali con foglie; modanatura superiore aggettante sottolineata da palmette. Francia, XIX secolo, cm 216 x 120 x 66
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Lotto 136 Tavolino da lavoro a forma di uovo in noce e radica di tuja disposte a filettature verticali, con finiture ed applicazioni in bronzo dorato. All'interno una struttura mobile centrata da un candeliere e da tre tiretti apribili ad "ali di farfalla", cela un ampio vano rivestito in tessuto. Sostegno tripode. XIX secolo, cm 110 x 31
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Lotto 137 Coppia di poltrone in piuma di mogano, impreziosite da rilievi decorativi intagliati e dorati. Schienali a giorno con spalliera racchiusa da volute contrapposte, braccioli lineari sorretti da sostegni in forma di cornucopia, sedili imbottiti, gambe sagomate. Russia, XIX secolo, cm 94 x 70 x 50
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Lotto 138 Orologio periodo Impero ,Francia (1804-1815) Questo raffinato orologio a forma di vaso Medici riprende il famoso modello in porcellana di Sèvres creato dallo scultore francese Louis-Simon Boizot (1743-1809) e dal bronzista Pierre-Philippe Thomire (1751 -1843) e commissionato dal conte d'Angiviller della Garde-Meuble di Corona e consegnato a Luigi XVI e Mana Antonietta a Versailles nel 1783. La qualità esecutoria di questo orologio è straordinariamente curata nei minimi dettagli, sono presenti fregi in stile neoclassico, che comprendono ovali, foglie di palma, foglie di acanto e ghirlande, sulle anse si elevano due donne vestite all'antico con abiti drappeggiati. Il coperchio dell'orologio è finemente traforato, sulla sommità dello stesso è presente una pigna. Sulla base del vaso è presente la figura di Mercurio. Il quadrante dell'orologio riporta il nome dell’orologiaio, Sirost a Paris. Il movimento è stata realizzato dall'orologiaio parigino Sirost, che aveva la sua attività a rue Bertin-Poiré tra il 1806-1810 e successivamente in rue des Fontaines nel 1840. Movimento: doppio bariletto con sospensione di seta e campana. Un orologio identico a questo esemplare, si trova presso il castello di Fontainebleau, fu acquistato il 23 agosto 1806. Pierre-Philippe Thomire è stato il più importante bronzista del Primo Impero francese. Venne nominato ciseleur de l'empereur da Napoleone, collaborò con la manifattura di Sèvres (casse di orologio in bronzo e porcellana), produsse orologi di grande qualità, candelabri, figure a bassorilievo e ornamenti. Collaboro con J.-B.-C. Odiot alla culla per il re di Roma (Vienna, Kunsthistorisches Museum). Dimensioni cm 58x18x18
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Lotto 139 Coppia di candelieri a due fiamme in bronzo dorato e dipinto raffiguranti moretti datati sulla base 1788, supporto a plinto in marmo bianco e grigio, altezza cm 56 IL MITO DEL “BUON SELVAGGIO” Negli anni tra il 1795 e il 1815 furono realizzati oggetti d'arte denominati “au bon sauvage”, il buon selvaggio. L'osservatore contemporaneo generalmente reagisce di fronte a queste rappresentazioni con un duplice sentimento: fascino e irritazione. Impressionato dall’indubbia qualità dei raffinati bronzi e dal fascino dell'esotico, ma anche distaccato dal loro implicito potenziale discriminatorio. Questa dualità ci’invita ad osservare con maggiore attenzione l'ambiente sociale di questi particolari candelieri. A partire dalla spedizione di Cristoforo Colombo il soggetto dei “selvaggi” è stato ricorrente nella filosofia Europea. Il mito del buon selvaggio è fondato principalmente sul concetto di “stato di natura” nella quale non esistono differenze tra gli uomini: la disuguaglianza e l'oppressione sono il risultato di un'organizzazione della società che è contraria alla natura e alla ragione umana. Il mito di un uomo primitivo, fondamentalmente buono perché semplice e naturale, non contaminato dai vizi della civiltà moderna. L'uomo nasce buono ed è soltanto la civiltà, che con il suo insieme di convenienze e di leggi (tra i quali anche la proprietà privata), lo rende schiavo di bisogni ed’obblighi artificiali, e perciò egoisti, malvagi, inquieti ed infelici. Con il termine “selvaggio” s'intendono gli uomini appartenenti a civiltà, così diverse dalle nostre da meritare l'appellativo di “uomini delle selve”, esseri privi di qualsiasi civiltà. Il mito del buon selvaggio, diffuso all'inizio specialmente dai missionari cattolici, che polemizzano contro i costumi corrotti degli europei, ben presto diviene patrimonio della cultura laica, nel senso che il selvaggio era cresciuto "buono" al di fuori della rivelazione e nonostante il peccato originale. Nel 1774 fu portato in Europa, creando grande eccitazione a Londra e Parigi, un indigeno dei mari del sud, Omai. Egli fu mostrato in pubblico ed esaminato da scienziati. Omai fu ricevuto in udienza dal re Giorgio III e ritratto nel 1776 dal più famoso ritrattista del tempo, Sir Joshua Reynolds (1723-1792) in un dipinto oggi conservato ad Howard Castle (Gran Bretagna). Neanche i più realistici reportage e i racconti di’esperienze personali di viaggio poterono impedire agli europei di idealizzare gli abitanti di questi luoghi esotici. Ciò si riflesse anche nelle varie interpretazioni artistiche sul tema. I selvaggi erano buoni di cuore, vivevano in luoghi paradisiaci, e grazie alla loro prossimità alla natura e alla loro libertà innata, essi erano anche più vicini al loro Creatore. Nella tradizione europea tale creatura era anche dotata di una bellezza superiore. Riccioli, labbra carnose e occhi completamente bianchi erano i caratteri distintivi di una razza diversa. Alcuni aggiunsero altri attributi quali una corona di piume, braccialetti e sandali, che erano sufficienti a creare un'apparenza esotica e mostrare l'immagine del selvaggio.
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Lotto 140 Busto raffigurante L'Imperatore Adriano in marmo Africano e Porfido, cm 58x45
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Lotto 141 Inginocchiatoio lastronato in noce e radica di noce con riserve in palissandro racchiuse entro filettature in legno di rosa. Piano rettangolare con fascia mistilinea comprendente un cassetto, sorretto da due montanti sagomati con estremità a ricciolo poggianti su base a fascia convessa con cassetto. Cm 84 x 53 x 58 Roma XVIII secolo
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Lotto 142 Pendola da tavolo, Roma XVIII secolo, cassa in legno di palissandro con ricche applicazioni di bronzi dorati, quadrante in bronzo dorato e argentato con numeri romani, meccanica d'epoca con svegliarino, cm 56x35x21
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Lotto 143 Piano con intarsi di marmo africano, onice, cipollino, bianco e nero di aquitania, semesanto, e vari alabastri cm 92x92
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Lotto 144 Orologio Cartel lastronato in bois de rose Palermo XVIII secolo. Questo raro orologio palermitano, da parete, in legno di bois de rose e bronzi cesellati e dorati, presenta un quadrante in smalto con numeri romani e arabi, lancette in ferro traforato e un piccolo quadrante ausiliario dello svegliarino. La meccanica è stata realizzata a Palermo, con scappamento a verga firmata e numerata. Misure, cm 79x46x17, mensola cm 34