Lotto 158 | Pittore del XVIII secolo () Grande riproduzione della pala degli Oddi tecnica...

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martedì 16 aprile 2024 ore 17:00 (UTC +01:00)

Pittore del XVIII secolo () Grande riproduzione della pala degli Oddi tecnica...

Pittore del XVIII secolo
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Grande riproduzione della pala degli Oddi tecnica mista su carta applicata su tela mm 2600x1580 - in cornice: cm 292x192
La celebre Pala degli Oddi di Raffello, oggi conservata presso la Pinacoteca Vaticana e commissionata nel 1502 per la Chiesa di San Francesco al Prato di Perugia, dove si trovava prima delle requisizioni francesi del 1797, viene qui perfettamente riprodotta sotto forma di studio. L'opera, che differisce dall'originale soltanto per le dimensioni – questa è leggermente più piccola (cm 260x158 contro i cm 267x163 di quella di Raffaello) – si compone di dodici fogli applicati su una tela. La tecnica del disegno è mista, con uso di tempera, grafite, oro e biacca. L'altissima qualità, l'assoluta perfezione nella riproposizione del disegno originario, e l'assenza di rigidità o durezze – quelle che solitamente si ravvisano nelle copie – indicano la mano di un pittore esperto. Benché l'opera venga presentata corredata di una grande cornice ottocentesca, sono assenti pigmenti che possano ricondurre il disegno al XIX secolo, e possiamo ipotizzare che si tratti di un'attenta riproduzione dei primi anni del Settecento, magari nata a seguito dell'enorme interesse che le opere di Raffello tornavano ad avere. Raffello, infatti, determinò un modello imprescindibile per tutti i pittori del neoclassicismo, che a esso si rivolsero per tutto il Settecento, studiandolo, copiandolo e prendendone ispirazione. Il carattere di finitezza perfettamente raggiunto e la scelta di non riprodurre l'opera di Raffello anche nei colori, ma optare per una soluzione quasi monocromatica, suggeriscono che l'opera qui proposta possa essere stata figlia di una commissione probabilmente slegata dalla volontà di un privato, così come da quella di un ente religioso, bensì presuntivamente collegabile a un contesto accademico, dove
pittori esperti avrebbero potuto, attraverso essa, esercitarsi sul modello raffaellesco.


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