Lotto 73 | Il Banchetto di Baldassarre Joseph Heintz il Giovane (attribuito a)

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Christmas Auction: Importanti dipinti ed arredi antichi e del XIX secolo e arte della tavola (Sessione I) Christmas Auction: Importanti dipinti ed arredi antichi e del XIX secolo e arte della tavola (Sessione I)
martedì 19 dicembre 2023 ore 15:00 (UTC +01:00)

Il Banchetto di Baldassarre Joseph Heintz il Giovane (attribuito a)

Joseph Heintz il Giovane (attribuito a) (Augusta, 1600 - Venezia, 1678)
Il Banchetto di Baldassarre
olio su tela cm 144x189 Il dipinto, ambientato con grande probabilità dentro un palazzo di Venezia, città nella quale il cosidetto pittore de' più pennelli giunse intorno ai venticinque anni ( tra il 1625 ed il 1678 circa) , vuol rappresentare il fastoso banchetto organizzato dal re babilonese Baldassarre, figlio di Nabucodonosor, durante il quale mentre i i suoi dignitari bevevano dai grandi vasi d’oro e dalle suppellettili rubati dal padre al Tempio di Gerusalemme, comparve una mano misteriosa che scrisse accanto ad un candelabro della parete del soffitto tre parole incomprensibili: "Mane, Thecel, Phares".
Soltanto il profeta Daniele, indicato nel dipinto con l'aureola accanto al Re, si mostra capace d’interpretarle come presagi della prossima fine del regno e dello stesso Baldassarre.
Questa è l’interpretazione delle parole che Daniele dà al Re: "Mane - Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine"; "Tèchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante"., "Phares, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani" (Daniele 5,1-30).

Animo artistico dal forte eclettismo, rielaborò gli influssi del padre ( a sua volta influenzato dall'alta epoca olandese di Hans Bock il Vecchio, di Hans Holbein il Giovane ma anche dagli Zuccari manieristi romani) con l'impeto bambocciante delle folle di Callot e la precisione della tradizione incisoria tedesca.

Nell'opera presentata in catalogo si apprezzano tutti gli elementi caratteristici di questa grande eredità artistica. 
Una fonte di luce dall’alto rischiara l’ambientazione notturna e rende vividi personaggi, suppellettili e stoffe. Il dettagliativisimo non viene sacrificato a benificio del riempimento: la raffigurazione prospettica del fasto della corte babilonese è dipinta invero con grande minuzia di particolari. La fiamma delle torce è resa ancor più vera da veloci tocchi materici che restituiscono impressioni tattili alla tela - di dimensioni paragonabili alla tradizione del telero veneto.