Asta Giudiziaria del 18/12/2013 - I. Dipinti e Disegni, Incisioni et alia, Sculture Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 137
mercoledì 18 dicembre 2013 ore 18:00 (UTC +01:00)
LUCA CARLEVARIJS (1663 1730) O AMBITO DI Porto di mare con bucintoro, navi e...
LUCA CARLEVARIJS (1663 1730) O AMBITO DI
Porto di mare con bucintoro, navi e f igure
Olio su tela, 96,5x129,5 cm.
Provenienza: Semenzato, Venezia, 31.10.1998, l. 54 (€ 138.782). Come Luca Carlevarijs
Stato di conservazione
Segno: 75% (pellicola abrasa durante la pulitura, talvolta fino alla preparazione, e ciò nonostante ancora sporca; la sporcizia si è più fortemente unita alla pittura durante il rintelo; piccole integrazioni, per esempio nelle nuvole)
Supporto: 70% (telaio sostituito, rintelo maldestro che ha schiacciato la pellicola pittorica)
La attribuzione a Carlevarijs, avanzata da Semenzato, è oggi da riconsiderare nel complesso contesto formativo dell’artista veneziano, che coinvolge numerosi artisti locali e nordici, come sottolineato dopo recente esame su base fotografica dagli specialisti di riferimento.
Tra essi, Dario Succi non ritiene plausibile la mano diretta di Carlevarijs, così come Isabella Reale.
Quest’ultima, rilevando la grande qualità della tela, ipotizza che l’autore sia un pittore italiano o nordico, analogo a Johann Anton Eisemann (1613 ca.1698), Johann Richter (16651745) e Antonio Stom (1688 ca.1734), ma nessuno di questi.
Charles Beddington segnala “impressionante qualità del dipinto, vicino allo stile dei primi lavori noti di Carlevarijs”. “Sebbene si sappia sorprendentemente poco del lavoro di Carlevarijs prima del 1700 circa” egli ritiene “che sia un lavoro particolarmente raffinato di un pittore attivo in Veneto alla fine del Seicento, quel tipo di artisti che hanno influenzato gli inizi di Carlevarijs, forse Ernesto Daret”.
Alberto Craievich, invece, non esclude di principio che possa trattarsi di una tela giovanile
di Carlevarijs, ipotesi da appurare in confronto diretto con opere potenzialmente analoghe conservate a Venezia pur sottolineando che “potrebbero essere molte le soluzioni, compresa quella ipotizzata da Beddington”.
Paola Betti, a seguito di un recente esame dal vero dell’opera, identifica l’autore in Johann Anton Eismann “austriaco di nascita ma a lungo residente e attivo a Venezia. A sostegno di tale paternità, convincenti confronti stilistici e tipologici possono istituirsi con la Veduta di porto (Rimini, Mario Mussoni), recante la sigla JAE sull’imbarcazione principale, per il modo analogo di descrivere la costa resa con larghe pennellate a suggerirne le stratificazioni rocciose, mentre nella rappresentazione dei velieri in lontananza il tratto diventa estremamente sottile. Altre significative somiglianze si riscontrano con il Capriccio con ponte rotto (Kromĕřìž, Repubblica Cieca, Arcivescovato), per il trattamento delle macchiette che, indaffarate, animano il molo, costruite con rapidi colpi di pennello, dalle fisionomie grossolane, per niente idealizzate né nelle espressioni, né nei lineamenti fisionomici. Altri paragoni utili sono da stabilire con i due porti di mare di mano dell’austriaco, l’uno già a Roma in Collezione Morandotti e l’altro già a Rimini presso l’Antichità Luigi Diciotto caratterizzati dallo spiccato senso atmosferico che impronta le vedute”.
Ringraziamo gli specialisti menzionati per il prezioso supporto nella schedatura dell’opera.