ASTA 9 - Asta di opere d’arte del XX - XVIII - X|X secolo
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Lotto 313 Dipinto olio su tavola, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Scorcio di marina.
Dimensioni: 34,5x24 cm
Reca firma in basso a destra da artista non identificato.
Dipinto in buone condizioni. -
Lotto 314 Dipinto olio su tela, periodo XIX/XX secolo scuola Italiana, raffigurante Donna su sofà.
Dimensioni: 46,5x33 cm
Da artista anonimo.
Dipinto con segni di vissuto e segni di restauro. -
Lotto 315 Dipinto olio su tavola, periodo inizio XX secolo scuola Italiana raffigurante Scorcio di marina e Castel dell'Ovo.
Dimensioni interno cornice: 20x10 cm
Dimensioni compreso cornice: 36x26 cm
Da artista anonimo.
Opera in buone condizioni, cornice difetti e mancanze. -
Lotto 316 Dipinto olio su tela, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Vaso con fiori.
Dimensioni interno cornice: 40x50 cm
Reca firma in basso a destra da A.Pera (1985)
Dipinto in ottime condizioni. -
Lotto 317 Dipinto olio su tela, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante "SENZA TITOLO".
Dimensioni interno cornice: 98x68 cm
Dipinto anonimo attribuito a E. D'Antonio.
Opera in buone condizioni. -
Lotto 318 Mobile toeletta con specchio, Base in Marmo cassetto frontale
Qualità legno Mogano. Periodo XIX secolo stile Luigi Filippo area napoletana.
Dimensioni: Altezza 166 - Larghezza 92,5 - Profondità 47 cm. -
Lotto 319 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Ritratto di donna africana.
Dimensioni: 50x35 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA
(Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 320 Dipinto olio su Cartoncino attaccato su tela, raffigurante Pasqua
Dimensione: 60x47,5 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 321 Dipinto olio su Cartoncino raffigurante Cavalieri.
Dimensioni:55x43 cm
OPERE DI AMLETO PANNOCCHIA (Lari, 1911 - Roma, 1987)
La casa d’aste De Francesco offre una suite di opere dell’artista Amleto Pannocchia che rispecchiano soprattutto la sua ultima produzione.
Le opere ad olio su cartoncino e tele cartonate, mostrano l’utilizzo maturo del medio pittorico e la maestria nel discernere gli innumerevoli passaggi di tono dello stesso colore.
Sono presenti numerosi lotti sia figurativi appartenenti al “polittico” del paladini,a ma anche figure femminili e nature morte.
Alcuni lotti astratti terminano la capsule di Amleto Pannocchia, artista poetico e innovativo dal linguaggio puro e possente.
La vita di Amleto Pannocchia è essa stessa un’opera d’arte,; un’altalena tra la necessità di esprimersi attraverso il gesto grafico e la volontà di autodeterminarsi una volta raggiiunta la maturità.
Nasce a Lari figlio di un calzolaio anarchico e una giovanissima ragazza appartenente all’alta borghesia, bella ed elegante. Dal loro amore indissolubile verranno parecchi figli, ma Amleto è il primogenito, venuto alla luce in piena pandemia del colera.
Successivamente il padre parte per la guerra e ne torna con una convinzione anarchica ancora più radicata. Amleto fa ingresso a bottega, piccolissimo, dove assiste a numerose conversazioni del padre e trascorre la giovinezza tra le botteghe, il porto e le estati a casa dei nonni dove ascolta conversazioni più “auliche” infarcite di citazioni di grandi classici della letteratura. Ascolta, conosce e legge di orlando Furioso, di Armida, di Donchisciotte e ad ognuno di questi prova a dare connotati presi dai personaggi della sua realtà..si intravedono butteri, portuali e banchi di frutta, dai colori cangianti e le forme nette e pulite, più simmili a sculture nelle rocce che a fluidi ritratti fatti a pennello.
Il suo insegnante d’arte, un prete del collegio in cui era entrato con riserva ( a causa della posizione politica del padre) e dal quale fu cacciato dopo poco, vide in lui la forza espressiva netta e pura che scaldava i salotti artistici del neofauvismo e dell’espressionismo tedesco. Il suo insegnante predisse un futuro radioso nel mondo dell’arte, previsione a cui il giovane Amleto stentava a credere. Ma la spinta creativa era indubbiamente forte in lui e gli provocò una vera e propria emergenza pittorica che in quegli anni (in piena adolescenza) lo condusse a rappresentare la realtà che lo circondava anche con i gessi sui marciapiedi della città di Lari.
Un giorno, sporco e sudicio ma completamente assorbito dalle sue opere, incrociò lo sguardo di una ragazzina bionda e leggiadra, elegante che si soffermò sui suoi lavori apprezzandone le caratteristiche. Quell’incontro che non si concluse con una vera conoscenza per lungo tempo, determinò in lui una nuova volontà di emergere. Andò a bottega come litografo presso Belforte e sotto la guida di Zanacchini, che era un famoso incisore. Ma non è soddisfatto e inizia il suo periodo di vagabondaggio morale, passando da un matrimonio senza convinzione agli incarichi di Cinecittà sia come scenografo che come attore. Proprio mentre era a Roma, rincontra il suo amore dell’adolescenza, ma stavolta ha un nome, Mirella. Non si lasciano più. Inizia la fase artistica più matura, il confronto con i galleristi e con il mercato d’arte della Roma bene dei primi anni ’70 che stimolano il suo passato infarcito di anarchia. La sua produzione si arricchisce di veri e propri polittici, realizzati seguendo un tema. Si conoscono “i crociati”, i “paladini” e infine dal 1973, quello della “battaglia rossa”. La sua produzione pittorica spazia su tre colori fondamentali: rosso verde e blu che a volte s mischiano a seconda del soggetto da ritrarre. Nei suoi polittici non ci sono solo cavalieri e figure della mitologia antica e moderna, ma gli abitanti e i frequentatori di taverne, porti e mercati. Ragazze semplici, studentesse, ballerine. -
Lotto 322 Dipinto olio su tela applicata su cartoncino, periodo XX secolo scuola italiana, raffigurante Ritratto di donna di spalle
Dimensioni interno cornice: 32x50 cm
Reca firma da Dante -
Lotto 323 Dipinto olio su tela, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Strada di periferia
Dimensioni interno cornice: 30x20 cm
Da artista anonimo. -
Lotto 324 Dipinto olio su tela applicata su cartoncino, periodo XX secolo, raffigurante Ritratto di donna con velo.
Dimensioni interno cornice: 30x25 cm
Traccia di firma in altro a destra da artista non identificato. -
Lotto 325 Dipinto olio su tela, periodo XX secolo scuola Italiana, raffigurante Marina con barche e personaggi.
Opera attribuita a Ezelino Briante.
Dimensioni: 100x80 cm
Da artista anonimo.