ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE
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Lot 121 Nicola Viso (attivo a Napoli prima della metà del XVIII secolo)
Paesaggio arcadico
Olio su tela
Arcadian landscape
Oil on canvas
51 x 105 cm
Si ringrazia il Prof. Michele Danieli per l'attribuzione
Paesaggista, Nicola Viso è ricordato dal De Dominicis per un confronto con Michele Pagano. Nel suo "Paesaggio con ruderi", datato 1724, egli mostra un radicamento nei modi di Salvator Rosa, con un senso convulso dell’aspetto naturale e accenni all’arte del Coccorante. L’artista ha unito la tematica paesaggistica con la veduta ideata con rovine, nonché la veduta marina sui modelli degli olandesi. Assieme a Michele Pagano, Gaetano Martoriello, Francesco Graziani, Leonardo Coccorante, Gennaro Greco fa parte dell’esigua squadra di paesaggisti, inteso nel significato più ampio del termine visto gli ultimi due furono rovinisti, che a Napoli cercarono di esprimere, non felicemente compresi, questa nuova e partecipata visione della natura. Nell’opera in esame, traspare la matrice romana, la quale evidenzia la sua conoscenza Gaspard Dughet, Jan Frans Van, Jacob de Heusch. Il viso ha un linguaggio pittorico assolutamente originale, la sua pennellata è tanto breve quanto vibrante nel acceso gioco cromatico: ne scaturisce una superficie pittorica che ricorda un ricamo eseguito con fitti tocchi di colore
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Lot 122 Antonio Bellucci (Pieve di Soligo 1654 - 1726) cerchia di
Putti musicanti
Olio su tela
Musicians putti
Oil on canvas
73 x 108 cm
Il primo approccio alla pittura di Antonio Bellucci è avvenuto grazie agli insegnamenti di un certo Domenico Difnico nella città di Sebenico, nella regione allora veneziana della Dalmazia. Le esperienze del giovane Bellucci si concentrano nell'attenzione verso Pietro Liberi e Antonio Zanchi, che rappresentano due concezioni opposte, barocca la prima con tendenze decorative e tinte chiare; naturalista e fortemente chiaroscurale la seconda. Ma egli seppe coniugarle e quindi avvicinarsi ai risultati similari di Luca Giordano. Dopo un’intesa attività svolta tra Padova, nel trevigiano e a Vicenza, nel 1691 emigra in Palatinato su richiesta del conte Giovanni Guglielmo. La relazione con la corte palatina dura oltre vent’anni, inframezzati da commissioni per il principe del Liechtenstein, per la corte imperiale di Vienna e l’elettore di Magonza. Nel 1716 passa la Manica e lo ritroviamo operoso presso la corte d’Inghilterra, dove si mise in luce con i soffitti della chiesa di Great Witley (Worcestershire), piuttosto affini alla sensibilità artistica di Giovanni Antonio Pellegrini. Tra i suoi allievi vi furono Antonio Balestra e Jacopo Amigoni
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Lot 123 Scuola tedesca o olandese del XIX secolo
Ritorno dalla caccia
Olio su rame
German or dutch School of the 19th century
Return from the hunt
Oil on copper
27 x 33 cm
L’opera, insieme al suo pendant, è ispirata alle opere del Seicento fiammingo, in particolare a David Tenniers
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Lot 124 Scuola tedesca o olandese del XIX secolo
Interno domestico con cacciagione
Olio su rame
German or Dutch school of the 19th century
Domestic interior with game
Oil on copper
27 x 33 cm
L’opera, assieme al suo pendant, è ispirata alle opere del Seicento f -
Lot 125 Matteo Bonnecchi o Bonecchi (Firenze 1669 - 1756) attribuiti - attributed
Studio per Giunone e Argo
Studio per Dafne e Apollo
Olio su tavola
Forma polilobata
Study for Juno and Argo
Study for Daphne and Apollo
Oil on board
Polylobed shape
60 x 45 cm
59 x 46 cm
L'arte di Matteo Bonnecchi si inserisce nel panorama della cultura pittorica a Firenze del primo '700, sul solco di Francesco Bocchi, di cui fu allievo, e di due geni della pittura barocca fiorentina quali Livio Mehus e Cecco Bravo. La Firenze d'inizio XVIII secolo vede molte presenze di pittori provenienti da altre regioni d’Italia: Cortona (a palazzo Pitti), Giordano (a palazzo Medici), S. Ricci (a palazzo Marucelli). L'artista, al cortonismo di Pier Dandini e al classicismo di Maratta desunto tramite Gabbiani, preferisce osservare la pittura di Luca Giordano e il giordanismo del Sagrestani, nonché il classicismo accademico del Cignani
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Lot 126 Scuola romana del XVII - XVIII secolo
Volto di Santo
Olio su tela
Roman school of the 17th - 18th century
Saint's portrait
Oil on canvas
50 x 37 cm -
Lot 127 Isidoro Bianchi (Campione d'Italia 1581 - 1662)
Adorazione dei Magi
Adorazione dei pastori
Olio su marmo
Adoration of the Magi
Adoration of the shepherds
Oil on marble
23,5 x 45 cm
La coppia di opere sono una eccezionale aggiunta alla produzione di Isidoro Bianchi: rappresentano un nuovo tassello conoscitivo della sua produzione influenzata da Pier Francesco Mazzucchel e dalla esperienza praghese, a servizio di Rodolfo II; esperienza condivisa assieme a molti artisti e intellettuali di spessore europeo e con i quali ebbe modo di confrontarsi. Queste due opere, e un'altra recentemente riconosciuta dalla Professoressa Mina Gregori, sono antecedenti all'esperienza torinese, quando era impegnato dal 1617 a decorare le volte della Galleria Grande di Palazzo Reale, ritenuta sino a qualche anno fa una la sua prima esperienza pittorica. Bianchi, in realtà, è emerso in giovane età e già negli anni a cavallo del XVI e XVII secolo, quindi attorno ai suoi vent'anni, risale il ciclo di affreschi del monastero cistercense annesso all'Abbazia di Santa Maria dell'Acquafredda; poco prima del periodo di Praga, che si estende tra il 1605 e il 1606. Al suo ritorno lo troviamo impegnato a dipingere la cappella della Madonna del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a Viggiù quale collaboratore di Pier Francesco Mazzucchelli. La coppia di opere in esame, che in primo luogo colpisce la cui singolarità del supporto usato per evocare il paesaggio, dimostra la particolare attitudine creativa dell'autore e la sua poliedrica formazione. In particolare, si denota l'ispirazione al Mazzucchelli nel delineare le figure, mentre appartiene alla sua riscrittura della cultura nordica, assunta a Praga, sia l'originale supporto, volendo bizzarro, sia lo schema della composizione. Per un confronto preciso è utile la visione dell'opera sopraccitata, studiata dalla Prof.ssa Mina Gregori, comparsa in asta presso Wannenes il 29 maggio 219, lotto 501
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Lot 128 Scuola italiana del XVII - XVIII secolo
Riposo durante la fuga in Egitto
Olio su tela
Italian School of the 17th - 18th century
Rest on the Flight into Egypt
Oil on canvas
100 x 121 cm -
Lot 129 Gian Paolo Cavagna (Bergamo 1550 - 1627) bottega - workshop
Ritratto virile
Olio su tela
Man's portrait
Oil on canvas
41 x 33 cm
Il ritratto, proveniente da collezione privata, giunge, come evidenzia un'etichetta sul retro, con un’attribuzione a Gian Paolo Cavagna. Effettivamente l’opera mostra tipicità lombarde, con affinità prossime a Daniele Crespi ed con evidenti afflati emiliani, ovvero dei modi dei Carracci di interpretare la ritrattistica
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Lot 130 Scuola tedesca del XIX secolo
Madre con bambino
Olio su tela
German school of the 19th century
Mother with child
Oil on canvas
53 x 43 cm
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Lot 131 Scuola lombarda del XVIII secolo
San Francesco in meditazione
Olio su tela
Lombard school of the 18th century
Saint Francis in meditation
Oil on canvas
31 x 25 cm
L’opera si inserisce nella pittura devozionale privata del Seicento lombardo: in particolare, mostra delle aderenze con opere simili di Girolamo Chignoli (Milano 1600 circa - 1670), con Giovan Battista Crespi detto il Cerano (Romagnano Sesia 1573 - Milano 1632) e con Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597/1600 - Milano 1630), da cui, con molta probabilità, ha preso spunto l'anonimo autore in questione
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Lot 132 Daniel Van Heil (Bruxelles 1604 - 1664)
Paesaggio con antica torre
Olio su tavola
Firmato con il monogramma D.V.H. sulla roccia in basso a sinistra
Landscape with an ancient tower
Oil on board
Signed D.V.H on the stone in the lower left side
64 x 89 cm
Expertise di Maurizio Marini disponibile su richiesta
La formazione di Daniel van Heil è ancora oggi quasi sconosciuta, anche se probabilmente è avvenuta, almeno in parte, presso l’atelier del padre Leo, architetto e pittore. Suo fratello Jan Baptist era un ritrattista. Van Heil è da considerare uno dei massimi esempi del cosiddetto “Paesaggio italianizzante”, ovvero quel filone di paesaggismo nordico in cui si esaltava la bellezza del paesaggio italiano, laziale particolarmente, seppur parte di questi artisti non l’avessero mai visto, come nel caso di Daniel. Maurizio Marini, che per primo ha studiato l’opera, ha suggerito di riconoscere nel paesaggio i dintorni di Roma. Partendo dal caratteristico punto di vista rialzato dei paesaggisti nordici, Van Heil esamina il paesaggio di questa placida vallata, ove spicca imperiosa la diruta torre antica. Persi tra i campi e la tortuosa via si vedono uomini e animali, immersi in una pace arcadica. In quest'opera Van Heil dimostra una spiccata attinenza con le opere di altri artisti fiamminghi, dei quali aveva probabilmente visto delle opere. Per citarne alcuni, ci riferiamo in particolare a Paul Brill, Willem Van Nieulanst II, Lucas de Wael, Cornelis Poelenburgh e Bartholomaes Breenbergh
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Lot 133 Jakob Bogdani (1658 - 1724)
Animali in paesaggio
Olio su tela
Animals in a landscape
Oil on canvas
63 x 114 cm
Nato nella città di Eperjes, si trasferisce poi nella contea di Sáros nel nord del Regno d'Ungheria, l'odierna Prešov, in Slovacchia: nel 1684 si trasferisce per quattro anni in Olanda, soggiornando ad Amsterdam, per poi spostarsi a Londra: qui entra alla corte della regina Anna come specialista di nature morte e come pittore di uccelli alla corte della regina. Bogdani sposa Elizabeth Hemmings, dalla quale ebbe due figli: William, che divenne un alto funzionario della corona britannica, ed Elizabeth, che sposa il pittore Tobias Stranover. Con la sua arte influenza l’intero panorama a lui succeduto per quanto riguarda la pittura di uccelli, in particolare a lui molto congeniale. Molti dei suoi dipinti sono esposti nella Galleria Nazionale Ungherese e presso il Museo delle Belle Arti a Budapest. Nella collezione reale inglese sono presenti molte opere di Bogdani provenienti dalle acquisizioni di Queen Anne
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Lot 134 Francesco Simonini (Parma 1686 - Venezia o Firenze 1755 o 1753)
Battaglia
Olio su tela incollata su tavola
Provenienza: Isac Lea (USA 1792 - 1886), Frances Lea Chamberlain (USA 1834 - 1894), Mathew Carey Lea (USA 1823 - 1897) dal 1894
Al retro etichetta con iscrizione stampata: This picture belonged to the collection of the (....) Isaac Lea, and (....) to me under the (….) of my late sis.... Frances Chambe....lain M. Carey LeaMay, 1894
Battle
Oil on canvas applied on panel
Provenance: Isac Lea (USA 1792 - 1886), Frances Lea Chamberlain (USA 1834 - 1894), Mathew Carey Lea (USA 1823 - 1897) from 1894
On the back label with printed inscription: This picture belonged to the collection of the (....) Isaac Lea, and (....) to me under the (….) Of my late sis .... Frances Chambe. ... lain M. Carey Lea May, 1894
75 x 107 cm
Francesco Monti, detto il bresciano o il brescianino delle battaglie, e Ilario Spolverini, sono gli artefici della formazione di Francesco Simonini: egli lavora a Firenze, presso i Signori di Casa Piccolomini, ove ha la felice possibilità di studiare le opere del Borgognone, eseguendo la copia di ventiquattro quadri e accrescendo così la sua conoscenza e affinando le sue capacità. In seguito si trasferisce a Roma, ove oltre che far propria la lezione di Salvator Rosa, dipinge per le famiglie nobili e il clero romano. Lasciata la capitale opera a Bologna, ove lavora per il Cardinal Ruffo, ambasciatore del papa, dirigendo la sua bottega. Successivamente, lo ritroviamo a Venezia, dove il suo stile, caratterizzato da pennellate rapide e dall'uso di colori vivaci, trova facile successo. Inoltre egli studia di Marco Ricci, Luca Carlevarijs, Canaletto e Francesco Zuccarelli, ampliando il suo bagaglio in materia, ergo inserendo elementi paesaggistici più articolati nei suoi fondali. Con Giuseppe Zais deve aver avuto un rapporto di reciproca influenza: Il veneziano deve molto al parmense nel tema delle battaglie; viceversa Francesco deve a Giuseppe l’approfondimento del tema paesaggistico. La nostra tela, denota uno schema compositivo caro a Simonini e desunto dagli esempi del Borgognone; la pennellata svelta, l’impianto cromatico parco, una tecnica pittorica e rialzato da spunti luminosi improvvisi, il paesaggio risolto nei minimi termini ci fanno pensare alla sua produzione veneziana. Per una comparazione si veda il pendant di tondi pubblicati a pag. 200 e 202 del volume “Dipinti veneti collezione Luciano Sorlini” riferiti alla produzione di Simonini per il Colonello Von Schulemburg
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Lot 135 Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597/1600 - Milano 1630) attribuito - attributed
Ritratto maschile inserito in importante cornice
Olio su tela
Male portrait in an important frame
Oil on canvas
44,5 x 33,5 cm
Si ringrazia il Prof. Michele Danieli per aver indicato l’attribuzione
Secondo lo Stato delle Anime della parrocchia di Sant’Eufemia, redatto nel 1610, Daniele conta dieci anni, quindi la data di nascita pare sia il 1600. Le influenze artistiche, che formarono Crespi sono il manierismo accademico di Camillo Procaccini, quello patetico ed espressionista del Cerano ed il realismo crudo di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone. Daniele Crespi fa evolvere un linguaggio personale che denota una certa eleganza, probabilmente derivata dall’osservazione delle opere di Andrea De Ferrari, Rubens e Van Dyck, mitigatrice delle esuberanze barocche. Le sue prime opere risalgono al 1619, come la Decollazione del Battista nella cappella di S. Giovanni e l'Adorazione dei magi in Sant'Alessandro in Zebedia. Seguirono la decorazione della cappella dell'Annunciata nella basilica di Sant'Eustorgio e le tele per la chiesa di San Protaso ad Monachos, ora in San Giovanni a Busto Arsizio. I migliori risultati del Crespi sono rappresentati dal Digiuno di san Carlo Borromeo (Milano, chiesa di Santa Maria della Passione) e dal Ciclo di San Bruno nella Certosa di Garegnano. Inoltre Daniele Crespi è stato un notevole ritrattista. Fra le sue opere più importanti di tale genere si annoverano l'Autoritratto degli Uffizi (1627), il ritratto di Manfredo Settala della Pinacoteca Ambrosiana, il ritratto del chirurgo Enea Fioravanti del Castello Sforzesco, il ritratto di Antonio Olgiati della Collezione Koelliker a Milano, il ritratto di gentiluomo con barba e il ritratto di giovane della Collezione Borromeo, Isola Bella, Stresa. Oltre a queste opere, un confronto edificante può esser fatto con il Ritratto di gentiluomo dell’Accademia Linguistica di Belle arti di Genova, oppure gli altri ritratti della collezione Koelliker che Francesco Frangi ha pubblicato in “Maestri del ‘600 e ‘700 Lombardo”, nella collezione Koelliker
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Lot 136 Gaspard Dughet detto Le Guaspre oppure Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)
Paesaggio con pastorella e scena mitologica con Apollo e Dafne, veduta di Ariccia sullo sfondo
Olio su tela
Gaspard Dughet called Le Guaspre or Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)
Landscape with shepherdess and mythological scene with Apollo and Daphne, view of Ariccia in the background
Oil on canvas
53 x 68,5 cm
Nato a Roma da padre francese e madre italiana, Gaspard Dughet è tra i più importanti pittori italiani del Seicento, e si trova sul podio del paesaggismo barocco. La sua formazione è merito di Nicolas Poussin, suo cognato, che subito si accorse del suo talento. Giunto alla maturità artistica, l'artista era solito perdersi per la campagna romana per cogliere spunti paesaggistici, senza essere mai stato coinvolto dal fascino delle rovine ivi disseminate. La sua pittura si spiega attraverso l’amore per la natura, il paesaggio laziale e la dimensione favolistica e poetica d’ispirazione arcadica, donata alle sue opere. Egli può essere considerato il nume tutelare di Jan Frans van Bloemen, Andrea Locatelli, Crescenzio Onofri, Johannes Glauber, Albert Meyering: la sua influenza si protrae sino a Marco Ricci. Il dipinto in esame va confrontato con i due paesaggi pubblicati a pagina 534 e 535, appartenenti alla Hazlitt Gallery e National Gallery di Londra, in "Pittori di paesaggio del Seicento a Roma" Volume II, a cura di Luigi Salerno. Molti punti di contatto facilmente riscontrabili, a partire dalla veduta della cittadina di Ariccia presente nelle tre tele. Inoltre, è evidente come il nostro smilzo albero a sinistra, con qualche foglia in più, sia pressochè identico ai due presenti nelle tele londinesi. Infine dettaglio inequivocabile la presenza, in controparte, nella tela della National Gallery del nostro Apollo in veste di personaggio all'antica, assieme a altre due figure sedute a terra
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Lot 137 Scuola italiana del XVIII / XIX secolo
Deposizione
Olio su rame
Italian School of the 18th / 19th century
Deposition
Oil on copper
51 x 38 cm -
Lot 138 Scuola italiana del XVII secolo
Sant'Antonio da Padova con Bambino (esadattilia)
Olio su tela
Restauri
Italian school of the 17th century
St. Anthony of Padua with Child (hexadactyly)
Oil on canvas
Restorations
97 x 72 cm -
Lot 139 Giovanni Battista Merano (Genova 1632 - Piacenza 1698)
Nudo maschile con turbante e il braccio destro alzato
Pietra nera su carta cerulea
Male nude with turban and raised right arm
Black stone on cerulean paper
525 x 333 mm
Attribuzione e scheda del Professor Michele Danieli
Nella produzione grafica di Giovanni Battista Merano si riflette la complessa stratificazione culturale del suo linguaggio. Alla formazione in Liguria, presso Giovanni Andrea De Ferrari e Giulio Benso, si affiancò presto l’influenza degli emiliani e del classicismo di matrice correggesca, conosciuti nel corso di un precoce soggiorno a Parma (città nella quale lavorò a più riprese anche negli anni successivi). Il segno libero e pittorico, memore del Grechetto, spesso si fa più definito per descrivere anatomie possenti ma al tempo stesso morbide, come nel Bacco della collezione Cooper Hewitt di New York, che condivide con il foglio qui presentato l’approccio monumentale all’esercitazione sul modello
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Lot 140 Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770)
Studio di alberi
Penna, inchiostro bruno, acquerello grigio
Nell’angolo in alto a destra: 16 ; lungo il margine sinistro, in basso: 6
Study of trees
Pen, brown ink, gray watercolor
In the upper right corner: 16; along the left margin, at the bottom: 6
271 x 189 mm
Questo bellissimo disegno richiama gli undici fogli tiepoleschi di soggetto analogo, conservati al Museo Sartorio di Trieste, che la critica ha collocato negli anni 1735-1740 in base a corrispondenze morfologiche con opere di quel periodo (Giulia Bigazzi, Giambattista Tiepolo, i disegni con alberi della collezione Sartorio: datazioni, fonti visive e confronti, in “AFAT”, 35, 2016, pp. 95-110; Giambattista Tiepolo. Disegni. Opere dai Civici musei di Trieste, catalogo della mostra, Ljubljana 2017). Tronchi contorti sottolineati da ombre profonde, e pioppi leggeri appena toccati dall’acquerello, che somigliano alla vegetazione che fa da sfondo alle incisioni realizzate da Tiepolo tra il 1743 e il 1757, poi raccolte sotto il titolo Scherzi di fantasia: si vedano ad esempio i Due maghi con un bambino (tav. 22); una natura simile a quella che prospera in dipinti di datazione tarda, come il Diana e Atteone di collezione Bührle a Zurigo. A spingere in avanti la cronologia del disegno in questione è anche la tecnica, con l'uso dell’acquerello grigio che sarà poi largamente utilizzato da Giandomenico, figlio dell’artista e suo principale collaboratore
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Lot 141 Filippo Juvarra (Messina 1678 - Madrid 1736)
Disegni di costruzioni con annotazioni architettoniche
Cartonatura d’epoca, 18 cc
36 pagine, di cui le ultime tre sono state strappate
Le pagine 25, 27, 28, 30, sono bianche e c'è un foglio volante
Scritta n°IIII sulla copertina
Drawings of buildings with architectural annotations
Vintage cartonage, 18 cc
36 pages, of which the last three have been torn off
Pages 25, 27, 28, 30, are blank and there is a loose leaf
n °IIII on the cover
200 x 275 mm
1716 /1718 ca (?)
Filippo Juvarra nasce a Messina nel 1678, da una famiglia di orafi. Nel 1704 si reca a Roma, dove frequenta lo studio di Carlo Fontana. Il suo primo importante lavoro risale al 1708, quando firma a Roma la cappella Antimori in San Gerolamo della Carità, distinguendosi anche come scenografo. Ma è dal 1714 che la sua attività s'intensifica, a Messina e poi in Piemonte, quale primo architetto di Re Vittorio Amedeo II di Savoia.
Dal 1714 il suo estro riplasma l'impianto di Venaria Reale e da' forma nel 1715 alla Basilica di Superga.
In quegli stessi anni crea la facciata della chiesa di Santa Cristina. Partecipa al terzo ampliamento della città verso Ovest per il quale concepisce il Palazzo Martini di Cigala; i Quartieri Militari e la chiesa del Carmine.
Realizza inoltre lo scalone e la facciata di Palazzo Madama e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Nel 1735 è chiamato in Spagna dal Re Filippo V, per il quale progetta il Palazzo Reale, la Grandja di San Idelfonso e il Palazzo di Aranjuez. Muore a Madrid nel 1736.
L'opera in questione è ricca di disegni dettagliati, alternati a prospetti architettonici; le strutture sono eseguite con estrema raffinatezza, e nella calligrafia dell’artista (e, forse, di un suo collaboratore) sono ravvisabili le sue idee per la realizzazione o per la modifica. Si notano gli appunti per la Sala da musica, le Scuderie, e l’abbozzo per il Giardino di Malta. I giardini della reggia sono completamente spariti, da quando i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d'armi. Rimangono i disegni d'epoca, che mostrano lo splendido giardino all'italiana diviso in tre terrazze collegate con scenografiche scalinate e architetture (come la torre dell'orologio del primo cortile), la fontana dell'Ercole, il teatro ad emiciclo e i parterre. Nel quaderno si vedono i disegni del Sepolcro di Diana e della Chiesa di S. Uberto con la sua cupola, una delle realizzazioni primarie dello Juvarra
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Lot 142 Scuola emiliana del XVII - XVIII secolo
Papa benedicente con Roma sullo sfondo
Inchiostro a penna su carta controplaccata
Emilian School of the 17th - 18th century
Pope blessing with Rome in the background
Pen ink on backed paper
130 x 95 mm -
Lot 143 Angelo Dall’Oca Bianca (Verona 1858 -1942)
Ritratto di ragazza
Matita e carboncino su carta
Firmato in basso: Angelo Dall’Oca B.
Girl's portrait
Pencil and charcoal on paper
Signed Angelo Dall’Oca B. in the lower part
340 x 235 mm (a vista) -
Lot 144 Sebastiano De Albertis (Milano 1828 - 1897)
Bersagliere di guardia
Acquerello e matita su carta
Firmato in basso a sinistra
Military on guard
Watercolor on paper
Signed lower left
27,5 x 20 cm
Promettente allievo dell'Accademia di Belle Arti di Brera, S