ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

Tuesday 14 September 2021 hours 15:00 (UTC +01:00)
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  • Nicola Viso (attivo a Napoli prima della metà del XVIII secolo)
    Lot 121

    Nicola Viso (attivo a Napoli prima della metà del XVIII secolo)

    Paesaggio arcadico

    Olio su tela 

    Arcadian landscape

    Oil on canvas

    51 x 105 cm


    Si ringrazia il Prof. Michele Danieli per l'attribuzione 


    Paesaggista, Nicola Viso è ricordato dal De Dominicis per un confronto con Michele Pagano. Nel suo "Paesaggio con ruderi", datato 1724, egli mostra un radicamento nei modi di Salvator Rosa, con un senso convulso dell’aspetto naturale e accenni all’arte del Coccorante. L’artista ha unito la tematica paesaggistica con la veduta ideata con rovine, nonché la veduta marina sui modelli degli olandesi. Assieme a Michele Pagano, Gaetano Martoriello, Francesco Graziani, Leonardo Coccorante, Gennaro Greco fa parte dell’esigua squadra di paesaggisti, inteso nel significato più ampio del termine visto gli ultimi due furono rovinisti, che a Napoli cercarono di esprimere, non felicemente compresi, questa nuova e partecipata visione della natura. Nell’opera in esame, traspare la matrice romana, la quale evidenzia la sua conoscenza Gaspard Dughet, Jan Frans Van, Jacob de Heusch. Il viso ha un linguaggio pittorico assolutamente originale, la sua pennellata è tanto breve quanto vibrante nel acceso gioco cromatico: ne scaturisce una superficie pittorica che ricorda un ricamo eseguito con fitti tocchi di colore

  • Antonio Bellucci (Pieve di Soligo 1654 - 1726) cerchia di
    Lot 122

    Antonio Bellucci (Pieve di Soligo 1654 - 1726) cerchia di

    Putti musicanti

    Olio su tela

    Musicians putti

    Oil on canvas 

    73 x 108 cm


    Il primo approccio alla pittura di Antonio Bellucci è avvenuto grazie agli insegnamenti di un certo Domenico Difnico nella città di Sebenico, nella regione allora veneziana della Dalmazia. Le esperienze del giovane Bellucci si concentrano nell'attenzione verso Pietro Liberi e Antonio Zanchi, che rappresentano due concezioni opposte, barocca la prima con tendenze decorative e tinte chiare; naturalista e fortemente chiaroscurale la seconda. Ma egli seppe coniugarle e quindi avvicinarsi ai risultati similari di Luca Giordano. Dopo un’intesa attività svolta tra Padova, nel trevigiano e a Vicenza, nel 1691 emigra in Palatinato su richiesta del conte Giovanni Guglielmo. La relazione con la corte palatina dura oltre vent’anni, inframezzati da commissioni per il principe del Liechtenstein, per la corte imperiale di Vienna e l’elettore di Magonza. Nel 1716 passa la Manica e lo ritroviamo operoso presso la corte d’Inghilterra, dove si mise in luce con i soffitti della chiesa di Great Witley (Worcestershire), piuttosto affini alla sensibilità artistica di Giovanni Antonio Pellegrini. Tra i suoi allievi vi furono Antonio Balestra e Jacopo Amigoni

  • Scuola tedesca o olandese del XIX secolo
    Lot 123

    Scuola tedesca o olandese del XIX secolo

    Ritorno dalla caccia

    Olio su rame

    German or dutch School of the 19th century

    Return from the hunt

    Oil on copper

    27 x 33 cm


    L’opera, insieme al suo pendant, è ispirata alle opere del Seicento fiammingo, in particolare a David Tenniers

  • Scuola tedesca o olandese del XIX secolo
    Lot 124

    Scuola tedesca o olandese del XIX secolo
    Interno domestico con cacciagione
    Olio su rame
    German or Dutch school of the 19th century
    Domestic interior with game
    Oil on copper
    27 x 33 cm

    L’opera, assieme al suo pendant, è ispirata alle opere del Seicento f

  • Matteo Bonnecchi o Bonecchi (Firenze 1669 - 1756) attribuiti -attributed
    Lot 125

    Matteo Bonnecchi o Bonecchi (Firenze 1669 - 1756) attribuiti - attributed

    Studio per Giunone e Argo

    Studio per Dafne e Apollo

    Olio su tavola

    Forma polilobata 

    Study for Juno and Argo

    Study for Daphne and Apollo

    Oil on board

    Polylobed shape

    60 x 45 cm

    59 x 46 cm


    L'arte di Matteo Bonnecchi si inserisce nel panorama della cultura pittorica a Firenze del primo '700, sul solco di Francesco Bocchi, di cui fu allievo, e di due geni della pittura barocca fiorentina quali Livio Mehus e Cecco Bravo. La Firenze d'inizio XVIII secolo vede molte presenze di pittori provenienti da altre regioni d’Italia: Cortona (a palazzo Pitti), Giordano (a palazzo Medici), S. Ricci (a palazzo Marucelli). L'artista, al cortonismo di Pier Dandini e al classicismo di Maratta desunto tramite Gabbiani, preferisce osservare la pittura di Luca Giordano e il giordanismo del Sagrestani, nonché il classicismo accademico del Cignani

  • Scuola romana del XVII - XVIII secolo
    Lot 126

    Scuola romana del XVII - XVIII secolo
    Volto di Santo
    Olio su tela
    Roman school of the 17th - 18th century
    Saint's portrait
    Oil on canvas
    50 x 37 cm

  • Isidoro Bianchi (Campione d'Italia 1581 - 1662)
    Lot 127

    Isidoro Bianchi (Campione d'Italia 1581 - 1662)

    Adorazione dei Magi

    Adorazione dei pastori

    Olio su marmo 

    Adoration of the Magi

    Adoration of the shepherds

    Oil on marble

    23,5 x 45 cm 


    La coppia di opere sono una eccezionale aggiunta alla produzione di Isidoro Bianchi: rappresentano un nuovo tassello conoscitivo della sua produzione influenzata da Pier Francesco Mazzucchel e dalla esperienza praghese, a servizio di Rodolfo II; esperienza condivisa assieme a molti artisti e intellettuali di spessore europeo e con i quali ebbe modo di confrontarsi. Queste due opere, e un'altra recentemente riconosciuta dalla Professoressa Mina Gregori, sono antecedenti all'esperienza torinese, quando era impegnato dal 1617 a decorare le volte della Galleria Grande di Palazzo Reale, ritenuta sino a qualche anno fa una la sua prima esperienza pittorica. Bianchi, in realtà, è emerso in giovane età e già negli anni a cavallo del XVI e XVII secolo, quindi attorno ai suoi vent'anni, risale il ciclo di affreschi del monastero cistercense annesso all'Abbazia di Santa Maria dell'Acquafredda; poco prima del periodo di Praga, che si estende tra il 1605 e il 1606. Al suo ritorno lo troviamo impegnato a dipingere la cappella della Madonna del Carmine nella chiesa di Santo Stefano a Viggiù quale collaboratore di Pier Francesco Mazzucchelli. La coppia di opere in esame, che in primo luogo colpisce la cui singolarità del supporto usato per evocare il paesaggio, dimostra la particolare attitudine creativa dell'autore e la sua poliedrica formazione. In particolare, si denota l'ispirazione al Mazzucchelli nel delineare le figure, mentre appartiene alla sua riscrittura della cultura nordica, assunta a Praga, sia l'originale supporto, volendo bizzarro, sia lo schema della composizione. Per un confronto preciso è utile la visione dell'opera sopraccitata, studiata dalla Prof.ssa Mina Gregori, comparsa in asta presso Wannenes il 29 maggio 219, lotto 501

  • Scuola italiana del XVII - XVIII secolo
    Lot 128

    Scuola italiana del XVII - XVIII secolo
    Riposo durante la fuga in Egitto
    Olio su tela
    Italian School of the 17th - 18th century
    Rest on the Flight into Egypt
    Oil on canvas
    100 x 121 cm

  • Gian Paolo Cavagna (Bergamo 1550 - 1627) bottega - workshop
    Lot 129

    Gian Paolo Cavagna (Bergamo 1550 - 1627) bottega - workshop

    Ritratto virile

    Olio su tela

    Man's portrait

    Oil on canvas

    41 x 33 cm


    Il ritratto, proveniente da collezione privata, giunge, come evidenzia un'etichetta sul retro, con un’attribuzione a Gian Paolo Cavagna. Effettivamente l’opera mostra tipicità lombarde, con affinità prossime a Daniele Crespi ed con evidenti afflati emiliani, ovvero dei modi dei Carracci di interpretare la ritrattistica

  • Scuola tedesca del XIX secolo
    Lot 130

    Scuola tedesca del XIX secolo

    Madre con bambino

    Olio su tela

    German school of the 19th century

    Mother with child

    Oil on canvas

    53 x 43 cm

  • Scuola lombarda del XVIII secolo
    Lot 131

    Scuola lombarda del XVIII secolo

    San Francesco in meditazione

    Olio su tela

    Lombard school of the 18th century

    Saint Francis in meditation

    Oil on canvas 

    31 x 25 cm


    L’opera si inserisce nella pittura devozionale privata del Seicento lombardo: in particolare, mostra delle aderenze con opere simili di Girolamo Chignoli (Milano 1600 circa - 1670), con Giovan Battista Crespi detto il Cerano (Romagnano Sesia 1573 - Milano 1632) e con Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597/1600 - Milano 1630), da cui, con molta probabilità, ha preso spunto l'anonimo autore in questione

  • Daniel Van Heil (Bruxelles 1604 - 1664)
    Lot 132

    Daniel Van Heil (Bruxelles 1604 - 1664) 

    Paesaggio con antica torre

    Olio su tavola

    Firmato con il monogramma D.V.H. sulla roccia in basso a sinistra

    Landscape with an ancient tower

    Oil on board

    Signed D.V.H on the stone in the lower left side

    64 x 89 cm


    Expertise di Maurizio Marini disponibile su richiesta


    La formazione di Daniel van Heil è ancora oggi quasi sconosciuta, anche se probabilmente è avvenuta, almeno in parte, presso l’atelier del padre Leo, architetto e pittore. Suo fratello Jan Baptist era un ritrattista. Van Heil è da considerare uno dei massimi esempi del cosiddetto “Paesaggio italianizzante”, ovvero quel filone di paesaggismo nordico in cui si esaltava la bellezza del paesaggio italiano, laziale particolarmente, seppur parte di questi artisti non l’avessero mai visto, come nel caso di Daniel. Maurizio Marini, che per primo ha studiato l’opera, ha suggerito di riconoscere nel paesaggio i dintorni di Roma. Partendo dal caratteristico punto di vista rialzato dei paesaggisti nordici, Van Heil esamina il paesaggio di questa placida vallata, ove spicca imperiosa la diruta torre antica. Persi tra i campi e la tortuosa via si vedono uomini e animali, immersi in una pace arcadica. In quest'opera Van Heil dimostra una spiccata attinenza con le opere di altri artisti fiamminghi, dei quali aveva probabilmente visto delle opere. Per citarne alcuni, ci riferiamo in particolare a Paul Brill, Willem Van Nieulanst II, Lucas de Wael, Cornelis Poelenburgh e Bartholomaes Breenbergh

  • Jakob Bogdani (1658 - 1724)
    Lot 133

    Jakob Bogdani (1658 - 1724)

    Animali in paesaggio

    Olio su tela

    Animals in a landscape

    Oil on canvas

    63 x 114 cm


    Nato nella città di Eperjes, si trasferisce poi nella contea di Sáros nel nord del Regno d'Ungheria, l'odierna Prešov, in Slovacchia: nel 1684 si trasferisce per quattro anni in Olanda, soggiornando ad Amsterdam, per poi spostarsi a Londra: qui entra alla corte della regina Anna come specialista di nature morte e come pittore di uccelli alla corte della regina. Bogdani sposa Elizabeth Hemmings, dalla quale ebbe due figli: William, che divenne un alto funzionario della corona britannica, ed Elizabeth, che sposa il pittore Tobias Stranover. Con la sua arte influenza l’intero panorama a lui succeduto per quanto riguarda la pittura di uccelli, in particolare a lui molto congeniale. Molti dei suoi dipinti sono esposti nella Galleria Nazionale Ungherese e presso il Museo delle Belle Arti a Budapest. Nella collezione reale inglese sono presenti molte opere di Bogdani provenienti dalle acquisizioni di Queen Anne

  • Francesco Simonini (Parma 1686 - Venezia o Firenze 1755 o 1753)
    Lot 134

    Francesco Simonini (Parma 1686 - Venezia o Firenze 1755 o 1753)

    Battaglia

    Olio su tela incollata su tavola

    Provenienza: Isac Lea (USA 1792 - 1886), Frances Lea Chamberlain (USA 1834 - 1894), Mathew Carey Lea (USA 1823 - 1897) dal 1894

    Al retro etichetta con iscrizione stampata: This picture belonged to the collection of the (....) Isaac Lea, and (....) to me under the (….) of my late sis.... Frances Chambe....lain M. Carey LeaMay, 1894

    Battle

    Oil on canvas applied on panel

    Provenance: Isac Lea (USA 1792 - 1886), Frances Lea Chamberlain (USA 1834 - 1894), Mathew Carey Lea (USA 1823 - 1897) from 1894

    On the back label with printed inscription: This picture belonged to the collection of the (....) Isaac Lea, and (....) to me under the (….) Of my late sis .... Frances Chambe. ... lain M. Carey Lea May, 1894 

    75 x 107 cm


    Francesco Monti, detto il bresciano o il brescianino delle battaglie, e Ilario Spolverini, sono gli artefici della formazione di Francesco Simonini: egli lavora a Firenze, presso i Signori di Casa Piccolomini, ove ha la felice possibilità di studiare le opere del Borgognone, eseguendo la copia di ventiquattro quadri e accrescendo così la sua conoscenza e affinando le sue capacità. In seguito si trasferisce a Roma, ove oltre che far propria la lezione di Salvator Rosa, dipinge per le famiglie nobili e il clero romano. Lasciata la capitale opera a Bologna, ove lavora per il Cardinal Ruffo, ambasciatore del papa, dirigendo la sua bottega. Successivamente, lo ritroviamo a Venezia, dove il suo stile, caratterizzato da pennellate rapide e dall'uso di colori vivaci, trova facile successo. Inoltre egli studia di Marco Ricci, Luca Carlevarijs, Canaletto e Francesco Zuccarelli, ampliando il suo bagaglio in materia, ergo inserendo elementi paesaggistici più articolati nei suoi fondali. Con Giuseppe Zais deve aver avuto un rapporto di reciproca influenza: Il veneziano deve molto al parmense nel tema delle battaglie; viceversa Francesco deve a Giuseppe l’approfondimento del tema paesaggistico. La nostra tela, denota uno schema compositivo caro a Simonini e desunto dagli esempi del Borgognone; la pennellata svelta, l’impianto cromatico parco, una tecnica pittorica e rialzato da spunti luminosi improvvisi, il paesaggio risolto nei minimi termini ci fanno pensare alla sua produzione veneziana. Per una comparazione si veda il pendant di tondi pubblicati a pag. 200 e 202 del volume “Dipinti veneti collezione Luciano Sorlini” riferiti alla produzione di Simonini per il Colonello Von Schulemburg

  • Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597/1600 - Milano 1630) attribuito - attributed
    Lot 135

    Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597/1600 - Milano 1630) attribuito - attributed

    Ritratto maschile inserito in importante cornice 

    Olio su tela

    Male portrait in an important frame

    Oil on canvas 

    44,5 x 33,5 cm


    Si ringrazia il Prof. Michele Danieli per aver indicato l’attribuzione


    Secondo lo Stato delle Anime della parrocchia di Sant’Eufemia, redatto nel 1610, Daniele conta dieci anni, quindi la data di nascita pare sia il 1600. Le influenze artistiche, che formarono Crespi sono il manierismo accademico di Camillo Procaccini, quello patetico ed espressionista del Cerano ed il realismo crudo di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone. Daniele Crespi fa evolvere un linguaggio personale che denota una certa eleganza, probabilmente derivata dall’osservazione delle opere di Andrea De Ferrari, Rubens e Van Dyck, mitigatrice delle esuberanze barocche. Le sue prime opere risalgono al 1619, come la Decollazione del Battista nella cappella di S. Giovanni e l'Adorazione dei magi in Sant'Alessandro in Zebedia. Seguirono la decorazione della cappella dell'Annunciata nella basilica di Sant'Eustorgio e le tele per la chiesa di San Protaso ad Monachos, ora in San Giovanni a Busto Arsizio. I migliori risultati del Crespi sono rappresentati dal Digiuno di san Carlo Borromeo (Milano, chiesa di Santa Maria della Passione) e dal Ciclo di San Bruno nella Certosa di Garegnano. Inoltre Daniele Crespi è stato un notevole ritrattista. Fra le sue opere più importanti di tale genere si annoverano l'Autoritratto degli Uffizi (1627), il ritratto di Manfredo Settala della Pinacoteca Ambrosiana, il ritratto del chirurgo Enea Fioravanti del Castello Sforzesco, il ritratto di Antonio Olgiati della Collezione Koelliker a Milano, il ritratto di gentiluomo con barba e il ritratto di giovane della Collezione Borromeo, Isola Bella, Stresa. Oltre a queste opere, un confronto edificante può esser fatto con il Ritratto di gentiluomo dell’Accademia Linguistica di Belle arti di Genova, oppure gli altri ritratti della collezione Koelliker che Francesco Frangi ha pubblicato in “Maestri del ‘600 e ‘700 Lombardo”, nella collezione Koelliker

  • Gaspard Dughet detto Le Guaspre oppure Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)
    Lot 136

    Gaspard Dughet detto Le Guaspre oppure Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)

    Paesaggio con pastorella e scena mitologica con Apollo e Dafne, veduta di Ariccia sullo sfondo

    Olio su tela

    Gaspard Dughet called Le Guaspre or Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)

    Landscape with shepherdess and mythological scene with Apollo and Daphne, view of Ariccia in the background

    Oil on canvas

    53 x 68,5 cm


    Nato a Roma da padre francese e madre italiana, Gaspard Dughet è tra i più importanti pittori italiani del Seicento, e si trova sul podio del paesaggismo barocco. La sua formazione è merito di Nicolas Poussin, suo cognato, che subito si accorse del suo talento. Giunto alla maturità artistica, l'artista era solito perdersi per la campagna romana per cogliere spunti paesaggistici, senza essere mai stato coinvolto dal fascino delle rovine ivi disseminate. La sua pittura si spiega attraverso l’amore per la natura, il paesaggio laziale e la dimensione favolistica e poetica d’ispirazione arcadica, donata alle sue opere. Egli può essere considerato il nume tutelare di Jan Frans van Bloemen, Andrea Locatelli, Crescenzio Onofri, Johannes Glauber, Albert Meyering: la sua influenza si protrae sino a Marco Ricci. Il dipinto in esame va confrontato con i due paesaggi pubblicati a pagina 534 e 535, appartenenti alla Hazlitt Gallery e National Gallery di Londra, in "Pittori di paesaggio del Seicento a Roma" Volume II, a cura di Luigi Salerno. Molti punti di contatto facilmente riscontrabili, a partire dalla veduta della cittadina di Ariccia presente nelle tre tele. Inoltre, è evidente come il nostro smilzo albero a sinistra, con qualche foglia in più, sia pressochè identico ai due presenti nelle tele londinesi. Infine dettaglio inequivocabile la presenza, in controparte, nella tela della National Gallery del nostro Apollo in veste di personaggio all'antica, assieme a altre due figure sedute a terra

  • Scuola italiana del XVIII / XIX secolo
    Lot 137

    Scuola italiana del XVIII / XIX secolo
    Deposizione
    Olio su rame
    Italian School of the 18th / 19th century
    Deposition
    Oil on copper
    51 x 38 cm

  • Scuola italiana del XVII secolo
    Lot 138

    Scuola italiana del XVII secolo
    Sant'Antonio da Padova con Bambino (esadattilia)
    Olio su tela
    Restauri
    Italian school of the 17th century
    St. Anthony of Padua with Child (hexadactyly)
    Oil on canvas
    Restorations
    97 x 72 cm

  • Giovanni Battista Merano (Genova 1632 - Piacenza 1698)
    Lot 139

    Giovanni Battista Merano (Genova 1632 - Piacenza 1698)

    Nudo maschile con turbante e il braccio destro alzato

    Pietra nera su carta cerulea

    Male nude with turban and raised right arm

    Black stone on cerulean paper

    525 x 333 mm 


    Attribuzione e scheda del Professor Michele Danieli


    Nella produzione grafica di Giovanni Battista Merano si riflette la complessa stratificazione culturale del suo linguaggio. Alla formazione in Liguria, presso Giovanni Andrea De Ferrari e Giulio Benso, si affiancò presto l’influenza degli emiliani e del classicismo di matrice correggesca, conosciuti nel corso di un precoce soggiorno a Parma (città nella quale lavorò a più riprese anche negli anni successivi). Il segno libero e pittorico, memore del Grechetto, spesso si fa più definito per descrivere anatomie possenti ma al tempo stesso morbide, come nel Bacco della collezione Cooper Hewitt di New York, che condivide con il foglio qui presentato l’approccio monumentale all’esercitazione sul modello

  • Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770)
    Lot 140

    Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770)

    Studio di alberi

    Penna, inchiostro bruno, acquerello grigio

    Nell’angolo in alto a destra: 16 ; lungo il margine sinistro, in basso: 6

    Study of trees

    Pen, brown ink, gray watercolor

    In the upper right corner: 16; along the left margin, at the bottom: 6

    271 x 189 mm


    Questo bellissimo disegno richiama gli undici fogli tiepoleschi di soggetto analogo, conservati al Museo Sartorio di Trieste, che la critica ha collocato negli anni 1735-1740 in base a corrispondenze morfologiche con opere di quel periodo (Giulia Bigazzi, Giambattista Tiepolo, i disegni con alberi della collezione Sartorio: datazioni, fonti visive e confronti, in “AFAT”, 35, 2016, pp. 95-110; Giambattista Tiepolo. Disegni. Opere dai Civici musei di Trieste, catalogo della mostra, Ljubljana 2017). Tronchi contorti sottolineati da ombre profonde, e pioppi leggeri appena toccati dall’acquerello, che somigliano alla vegetazione che fa da sfondo alle incisioni realizzate da Tiepolo tra il 1743 e il 1757, poi raccolte sotto il titolo Scherzi di fantasia: si vedano ad esempio i Due maghi con un bambino (tav. 22); una natura simile a quella che prospera in dipinti di datazione tarda, come il Diana e Atteone di collezione Bührle a Zurigo. A spingere in avanti la cronologia del disegno in questione è anche la tecnica, con l'uso dell’acquerello grigio che sarà poi largamente utilizzato da Giandomenico, figlio dell’artista e suo principale collaboratore

  • Filippo Juvarra (Messina 1678 - Madrid 1736)
    Lot 141

    Filippo Juvarra (Messina 1678 - Madrid 1736) 

    Disegni di costruzioni con annotazioni architettoniche 

    Cartonatura d’epoca, 18 cc 

    36 pagine, di cui le ultime tre sono state strappate

    Le pagine 25, 27, 28, 30, sono bianche e c'è un foglio volante

    Scritta n°IIII sulla copertina

    Drawings of buildings with architectural annotations

    Vintage cartonage, 18 cc

    36 pages, of which the last three have been torn off

    Pages 25, 27, 28, 30, are blank and there is a loose leaf

    n °IIII on the cover

    200 x 275 mm

    1716 /1718 ca (?)


    Filippo Juvarra nasce a Messina nel 1678, da una famiglia di orafi. Nel 1704 si reca a Roma, dove frequenta lo studio di Carlo Fontana. Il suo primo importante lavoro risale al 1708, quando firma a Roma la cappella Antimori in San Gerolamo della Carità, distinguendosi anche come scenografo. Ma è dal 1714 che la sua attività s'intensifica, a Messina e poi in Piemonte, quale primo architetto di Re Vittorio Amedeo II di Savoia. 

    Dal 1714 il suo estro riplasma l'impianto di Venaria Reale e da' forma nel 1715 alla Basilica di Superga.

    In quegli stessi anni crea la facciata della chiesa di Santa Cristina. Partecipa al terzo ampliamento della città verso Ovest per il quale concepisce il Palazzo Martini di Cigala; i Quartieri Militari e la chiesa del Carmine.

    Realizza inoltre lo scalone e la facciata di Palazzo Madama e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Nel 1735 è chiamato in Spagna dal Re Filippo V, per il quale progetta il Palazzo Reale, la Grandja di San Idelfonso e il Palazzo di Aranjuez. Muore a Madrid nel 1736.

    L'opera in questione è ricca di disegni dettagliati, alternati a prospetti architettonici; le strutture sono eseguite con estrema raffinatezza, e nella calligrafia dell’artista (e, forse, di un suo collaboratore) sono ravvisabili le sue idee per la realizzazione o per la modifica. Si notano gli appunti per la Sala da musica, le Scuderie, e l’abbozzo per il Giardino di Malta. I giardini della reggia sono completamente spariti, da quando i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d'armi. Rimangono i disegni d'epoca, che mostrano lo splendido giardino all'italiana diviso in tre terrazze collegate con scenografiche scalinate e architetture (come la torre dell'orologio del primo cortile), la fontana dell'Ercole, il teatro ad emiciclo e i parterre. Nel quaderno si vedono i disegni del Sepolcro di Diana e della Chiesa di S. Uberto con la sua cupola, una delle realizzazioni primarie dello Juvarra

  • Scuola emiliana del XVII - XVIII secolo
    Lot 142

    Scuola emiliana del XVII - XVIII secolo
    Papa benedicente con Roma sullo sfondo
    Inchiostro a penna su carta controplaccata
    Emilian School of the 17th - 18th century
    Pope blessing with Rome in the background
    Pen ink on backed paper
    130 x 95 mm

  • Angelo Dall'oca Bianca (Verona 1859 - 1942)
    Lot 143

    Angelo Dall’Oca Bianca (Verona 1858 -1942)
    Ritratto di ragazza
    Matita e carboncino su carta
    Firmato in basso: Angelo Dall’Oca B.
    Girl's portrait
    Pencil and charcoal on paper
    Signed Angelo Dall’Oca B. in the lower part
    340 x 235 mm (a vista)

  • Sebastiano De Albertis ( Milano 1828 - 1897)
    Lot 144

    Sebastiano De Albertis (Milano 1828 - 1897)
    Bersagliere di guardia
    Acquerello e matita su carta
    Firmato in basso a sinistra
    Military on guard
    Watercolor on paper
    Signed lower left
    27,5 x 20 cm

    Promettente allievo dell'Accademia di Belle Arti di Brera, S

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ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE


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  • 14 September 2021 hours 15:00 ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE (1 - 351)

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