Fine Paintings and Works of Art

Ansuini Aste - Viale Bruno Buozzi 107, 00197 Roma

Fine Paintings and Works of Art

mercoledì 28 settembre 2016 ore 18:00 (UTC +01:00)
Lotti dal 1 al 24 di 58
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  • Scuola emiliana, metà XVI secolo Deposizione di Cristo nel sepolcro Olio su...
    Lotto 1

    Scuola emiliana, metà XVI secolo Deposizione di Cristo nel sepolcro Olio su tavola, 22 x 15,30 cm. Di ambito emiliano e databile alla metà del Cinquecento, la tavola tradisce la conoscenza di alcuni fortunati modelli iconografici e stilistici di area emiliana e veneta quali la celebre acquaforte del Parmigianino con identico soggetto, databile al 1530-1535, l’incisione con il Compianto sul Cristo morto di Battista Franco, risalente all’inizio degli anni quaranta, e la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Prospero Fontana nella Pinacoteca nazionale di Bologna, dipinta verso il 1550 per l’oratorio di Santa Maria della Morte. Particolarmente efficace risulta qui il pathos dei personaggi, in particolare di Maria in deliquio sorretta dalla Maddalena e di san Giuseppe d’Arimatea (o Nicodemo), nel margine destro, che rivolge lo sguardo pietoso verso il cielo.

  • Gijsbert Van Veen, 1585 Nozze di Isacco e Rebecca Incisione a bulino, 305 x...
    Lotto 2

    Gijsbert Van Veen, 1585 Nozze di Isacco e Rebecca Incisione a bulino, 305 x 1994 mm. La grande incisione, disegnata a Roma dal pittore e incisore olandese Gijsbert van Veen (Leida 1558 - Anversa 1628), fu stampata nel 1585 da Bernardino Passeri. Ricavata in parte da un disegno del senese Baldassarre Peruzzi, noto come Festa campestre e conservato nel Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, l’immagine testimonia l’influenza sul van Veen dell’arte italiana del Rinascimento maturo, peraltro in un periodo (1585-1588) in cui l’artista è documentato a Roma e a Venezia.

  • Scuola della Russia centrale, Icona con San Michele arcangelo sconfigge il...
    Lotto 3

    Scuola della Russia centrale, Icona con San Michele arcangelo sconfigge il Demonio, seconda metà XVIII secolo. Tempera e lamina d’oro su tavola, 30 x 26 cm. Come già rilevato in un expertise di Savo Raskovic, l’icona è databile alla seconda metà del XVIII secolo ed è ascrivibile a un maestro appartenente alla Scuola della Russia centrale. Vi è rappresentato san Michele arcangelo a cavallo, con nella mano destra il Vangelo e un turibolo che sparge incenso e nella sinistra una lancia con cui trafigge Satana. Raffigurato con una lunga tromba mentre annuncia la vittoria del bene sul male, l’arcangelo guerriero è di color rosso acceso, come il cavallo, mentre alcuni dettagli (come le ali e la veste di san Michele o le ali del cavallo) sono stati eseguiti con la raffinata tecnica della crisografia.

  • Pittore tosco-romano (da Federico Barocci), Visitazione, fine XVI inizio XVII...
    Lotto 4

    Pittore tosco-romano (da Federico Barocci), Visitazione, fine XVI inizio XVII secolo. Olio su tela, 44 x 30 cm. Databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo e proveniente dal quattrocentesco palazzo Passionei Paciotti a Urbino (oggi sede della Fondazione Bo), il quadretto è una copia della grande pala con la Visitazione di Federico Barocci nella Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) a Roma, dipinta nel 1583-1586 e di cui esistono diverse repliche soprattutto sei-settecentesche, tra cui si segnalano quelle nella Galleria nazionale delle Marche a Urbino e nella chiesa dei Girolamini a Napoli.

  • Padovanino, Due putti in un paesaggio con rovine, 1630 ca. Olio su tela, 75 x...
    Lotto 5

    Padovanino, Due putti in un paesaggio con rovine, 1630 ca. Olio su tela, 75 x 105 cm. Come rivela anche un’antica perizia scritta sul retro della tela («Opera originale del Padovanino. Carlo Grimaldi»), l’opera va assegnata ad Alessandro Varotari detto il Padovanino (1588-1649), figlio del pittore e architetto Dario Varotari. Testimone diretto della sua carriera, Carlo Ridolfi racconta nelle Maraviglie dell’arte (Venezia, 1648) che il Padovanino giunse a Venezia nel 1614 e lì trascorse i restanti trentacinque anni della sua vita, eccezion fatta per un soggiorno a Roma, realizzandovi molte pale d’altare «con le quali si è stabilito nel mondo un perpetuo honore» (Ridolfi 1914-1924, vol. II, p. 92). Formatosi nella sua città natale, da cui mutuò lo pseudonimo, il Padovanino fu un originale interprete della pittura di Tiziano e uno specialista nel rappresentare i putti, come avrebbe ricordato nella Carta del navegar pitoresco (Venezia, 1660) Marco Boschini, secondo il quale i suoi fanciulli, che egli «nutrì di vivacissimo latte», erano «tuti gracia, / tuti amorosi, e tuti morbideti, / fati de riose e late, tenereti, / che de vardarli mai l’ochio se sacia» (Boschini 1966, pp. 428, 718). Il dipinto in esame, databile verso il 1630, si avvicina per il paesaggio e per gli incarnati a opere quali la duplice versione della Venere in un paesaggio del Museo di Grenoble e di Ca’ Vendramin Calergi a Venezia, il Gesù bambino e san Giovannino della Pinacoteca nazionale a Siena, i Putti che giocano in collezioni private (Ruggeri 1988, pp. 113, 118 e figg. 15, 116, 118-119) e soprattutto il Cupido con arco della Staatsgalerie a Stoccarda (Ruggeri 1993, pp. 17-20, 27 e figg. 9-10, 12, 17). In esso, utilizzando ancora le parole del Boschini, si possono ammirare «le carni impastate propriamente di sangue, misto con il latte» tipiche del Padovanino (Boschini 1966, p. 719). Non è da escludere che il quadro – sia per il soggetto sia per le dimensioni e il formato – costituisse in origine una sovrapporta, al pari dei Giochi di amorini in collezione privata (Ruggeri 1993, pp. 90-91, scheda 22).

  • Girolamo Mazzola Bedoli (attr.), 1530-1535 ca., Madonna con il Bambino e san...
    Lotto 6

    Girolamo Mazzola Bedoli (attr.), 1530-1535 ca., Madonna con il Bambino e san Giovannino. Olio su tela, 31 x 21,5 cm. Anche se privo della figura di san Giuseppe leggente nel paesaggio sulla destra, il quadro costituisce una replica della Sacra famiglia con san Giovannino del Parmigianino, conservata nel Museo di Capodimonte a Napoli e databile al soggiorno bolognese del maestro (1527-1530). Ascrivibile a Girolamo Mazzola Bedoli (1500 ca.-1569), allievo e cugino acquisito del Parmigianino, l’opera va datata intorno al 1530-1535, in prossimità della Sacra famiglia con san Giovannino e angeli dell’Accademia di Belle arti a Napoli, della Sacra famiglia con san Francesco dello Szépmüvészeti Múzeum a Budapest e della Madonna con il Bambino, san Giovannino e la Maddalena del Sudely Castle in Gran Bretagna, dipinti con cui condivide la tipologia del panneggio, il tenue cromatismo e la resa del volto della Vergine.

  • Giovanni Permeniatis (attr.), Madonna con il Bambino e santi, prima metà XVI...
    Lotto 7

    Giovanni Permeniatis (attr.), Madonna con il Bambino e santi, prima metà XVI secolo. Olio su tavola, 38 x 50 cm. Proveniente dal quattrocentesco palazzo Passionei Paciotti a Urbino (oggi sede della Fondazione Bo), l’opera rientra nel fortunato filone cinquecentesco delle tavole di tradizione bizantina dipinte dai «madonneri» di scuola veneto-cretese. Il quadro mostra lo stile di Giovanni Permeniatis, attivo nella prima metà del XVI secolo e iscritto nel 1523 alla confraternita greca di Venezia.

  • Scuola della Russia centrale, Icona con Apparizione di Cristo al...
    Lotto 8

    Scuola della Russia centrale, Icona con Apparizione di Cristo al veteromartire Ignazio e a sant’Ignazio di Sar, fine XVII secolo. Tempera su tavola, 33 x 28 cm. Come già rilevato in un expertise di Maurizio Marini, l’icona è databile alla fine del XVII secolo ed è ascrivibile a un maestro appartenente alla Scuola della Russia centrale. Oltre alla presenza sulla sinistra del veteromartire Ignazio, raffigurato mentre mostra il Vangelo, merita ricordare che il culto del venerabile Ignazio di Sar, rappresentato sulla destra, fu particolarmente fiorente nella regione di Vologda, una città della Russia occidentale da cui con ogni probabilità proveniva il committente dell’opera.

  • Scuola della Russia centrale, Icona con Annunciazione, metà XVIII...
    Lotto 9

    Scuola della Russia centrale, Icona con Annunciazione, metà XVIII secolo.Tempera e lamina d’oro su tavola, 49 x 38 cm. Come già rilevato in un expertise di Maurizio Marini, l’icona è databile alla metà del XVIII secolo ed è ascrivibile a un maestro appartenente alla Scuola della Russia centrale caratterizzato da uno stile neomedievale. Secondo la tradizione iconografica bizantina è qui rappresentata la doppia apparizione dell’arcangelo a Maria: la prima volta mentre la madre di Gesù è intenta a raccogliere l’acqua da un pozzo, nella scena in alto al centro, e la seconda nella sua camera da letto, nella scena sulla destra, non prima del passaggio di Gabriele per l’atrio della santa casa, episodio raffigurato sulla sinistra.

  • Pittore emiliano, Cristo in croce, fine XVI secolo. Olio su rame, 36 x 22 cm....
    Lotto 10

    Pittore emiliano, Cristo in croce, fine XVI secolo. Olio su rame, 36 x 22 cm. Databile alla fine del XVI secolo e attribuibile a un pittore di ambito emiliano, questo olio su rame riecheggia i modi del ferrarese Giuseppe Mazzuoli detto il Bastarolo (1536 ca.-1589), di cui riprende l’iconografia devota controriformistica del Cristo in croce sotto un cielo cupo e sullo sfondo di Gerusalemme, come dimostra un confronto con la Crocifissione già nella Pinacoteca nazionale di Ferrara (distrutta nel 1944) e con il Sant’Eligio vescovo in adorazione del crocifisso nella parrocchiale di Trecenta (Rovigo), due tavole dipinte tra anni settanta e ottanta del Cinquecento.

  • Scuola di Mosca, Icona quadripartita con Cristo in croce, Madonne con il...
    Lotto 11

    Scuola di Mosca, Icona quadripartita con Cristo in croce, Madonne con il Bambino e santi, metà XIX secolo. Tempera su tavola, 36 x 32 cm. Databile verso il 1850-1860 e dipinta con ogni probabilità a Mosca in uno stile arcaico di memoria ancora sei-settecentesca, l’icona quadripartita mostra al centro, sotto un Dio padre benedicente, un Cristo sulla croce alla cui base giace il teschio di Adamo, mentre intorno sono disposti quattro riquadri con la Madonna con il Bambino e ai loro lati due figure di santi in piedi che guardano verso il centro della composizione.

  • Scuola della Russia centrale, Icona con Madonna e santi, seconda metà XIX...
    Lotto 12

    Scuola della Russia centrale, Icona con Madonna e santi, seconda metà XIX secolo. Tempera e lamina d’oro su tavola, 35,5 x 31 cm. Come già rilevato in un expertise di Maurizio Marini, l’icona è databile alla seconda metà del XIX secolo ed è ascrivibile a un maestro appartenente alla Scuola della Russia centrale. Caratterizzata dalla rarità del manto mariano color porpora imperiale invece del più consueto blu di azzurrite, l’opera rientra nel fortunato ambito iconografico della Madre di Dio di Vladimir, il cui prototipo del XII secolo si conserva nella Galleria Tret’jakov a Mosca. Intorno alla Madonna, rispettivamente sulla sinistra e sulla destra, sono collocati i santi Pietro e Speranza e Paolo.

  • Claude Lorrain (attr.), Capriccio con l’isola Tiberina, 1635-1640 ca. Disegno...
    Lotto 13

    Claude Lorrain (attr.), Capriccio con l’isola Tiberina, 1635-1640 ca. Disegno a penna, inchiostro bruno, acquerello su carta bianca montato su carta color malva, 205 x 200 mm. Come già rilevato da Maurizio Marini in un expertise del 6 agosto 2008, il disegno va attribuito al paesaggista francese Claude Gellée, più noto per la sua provenienza geografica come Claude Lorrain o Claudio Lorenese (Chamagne 1600 - Roma 1682) e considerato tra i maggiori rappresentanti del paesaggio classico del Seicento. Eseguito intorno al 1635-1640, come conferma il confronto con altri fogli di quel periodo in cui l’artista ha coniugato con disinvoltura elementi naturalistici ed elementi architettonici, il disegno mostra una sorta di capriccio o di paesaggio ideale in cui sono rappresentate parti dell’isola Tiberina, rovine classiche e medievali, sullo sfondo in alto a sinistra un gruppo di edifici su cui domina un campanile e in primo piano un ponte a doppia arcata attraversato da alcune persone, mentre altre stanno dialogando sulla riva di un fiume presso una barca. Caratterizzato da un suggestivo effetto pittorico dovuto alla grande perizia del pittore nelle lumeggiature, il disegno testimonia la straordinaria statura di Lorrain anche nel campo della grafica.

  • Alexander Andrienssen, metà XVII secolo Natura morta con pesci. Olio su tela,...
    Lotto 14

    Alexander Andrienssen, metà XVII secolo Natura morta con pesci. Olio su tela, 66 x 74 cm. Opera di notevole realismo, dipinta alla metà del Seicento, questa natura morta si deve al pennello del meticoloso maestro fiammingo Alexander Adriaenssen (Anversa 1587-1661), vero specialista del genere e in particolare della resa di pesci, crostacei e conchiglie, come ben testimonia il quadro in esame. Altra caratteristica del pittore, anch’essa assai evidente in questo dipinto, è l’inserimento nelle sue opere di un ripiano leggermente inclinato verso il basso, un astuto espediente in grado di conferire profondità prospettica all’immagine e di mostrare con una visione dall’alto ogni singolo dettaglio della composizione.

  • Thomas Wyck (attr.), metà XVII secolo Coppia di paesaggi con porto.Olio su...
    Lotto 15

    Thomas Wyck (attr.), metà XVII secolo Coppia di paesaggi con porto.Olio su tela, 60 x 76 cm (ciascuno). I pendants raffiguranti due marine con porto sono da attribuire all’olandese Thomas Wyck (1621 ca.-1677), attivo ad Haarlem e particolarmente abile nella resa di paesaggi marini di ispirazione mediterranea (si confrontino i due dipinti in esame con il Paesaggio con porto di Wyck alla Gemäldegalerie der Akademie der bildenden Künste di Vienna). Uno dei due paesaggi mostra un caratteristico veliero olandese del XVII secolo, il cosiddetto fluyt, il che contribuisce a rafforzare l’attribuzione delle opere al maestro nordico.

  • Scuola olandese, metà XVII secolo Ritratto di donna seduta. Olio su tela, 155...
    Lotto 16

    Scuola olandese, metà XVII secolo Ritratto di donna seduta. Olio su tela, 155 x 133 cm. Opera di notevole qualità, dipinta in Olanda alla metà del Seicento, il ritratto mostra una giovane donna seduta che sembra indicare con la mano destra un personaggio collocato idealmente alla sua sinistra, il che induce a ipotizzare che il quadro fosse affiancato in origine da un ritratto gemello verosimilmente maschile.

  • Scuola olandese, metà XVII secolo Coppia in preghiera prima del pasto. Olio...
    Lotto 17

    Scuola olandese, metà XVII secolo Coppia in preghiera prima del pasto. Olio su tavola, 46,5 x 36 cm. Databile alla metà del Seicento, la tavola illustra una coppia di anziani in preghiera prima di consumare un pasto frugale. Dal punto di vista formale, tanto per il taglio compositivo della scena quanto per il suggestivo effetto luministico, il quadro mostra le caratteristiche della scuola di Rembrandt, come del resto testimoniano indirettamente l’uso della tavola come supporto e il formato ridotto.

  • Ambito di François Duquesnoy, Coppia di putti, metà XVII secolo. Bronzo...
    Lotto 18

    Ambito di François Duquesnoy, Coppia di putti, metà XVII secolo. Bronzo argentato, 45 cm (altezza ciascuno). Provenienti dal quattrocentesco palazzo Passionei Paciotti a Urbino (oggi sede della Fondazione Bo), i due putti sono stati scolpiti secondo lo stile dello scultore fiammingo François Duquesnoy detto Francesco Fiammingo (1597-1643). Giunto a Roma nel 1618 e considerato tra i principali esponenti del Barocco romano di matrice berniniana, lo scultore di Bruxelles fu uno specialista nella resa vivace e realistica dei putti. Uno dei due putti riecheggia il celebre gruppo plastico di età ellenistica, attribuito da Plinio il Vecchio a Boethos di Calcedonia, raffigurante un Fanciullo che strozza un’oca.

  • Ambito di Ciro Ferri, Mosè e le figlie di Jetro, terzo quarto XVII secolo....
    Lotto 19

    Ambito di Ciro Ferri, Mosè e le figlie di Jetro, terzo quarto XVII secolo. Olio su tela, 130 x 180 cm. Tratto da un episodio veterotestamentario (Esodo I, 16-22), il soggetto del quadro godette di una notevole fortuna nella pittura cinque e seicentesca e in particolare presso la bottega di Ciro Ferri (1633-1689), il principale allievo romano di Pietro da Cortona. Da due suoi prototipi molto simili, conservati nel Museum of Fine Arts di Houston e nella collezione della Fondazione Roma, derivano più o meno fedelmente sia il dipinto in esame sia una versione quasi sovrapponibile passata sul mercato antiquario londinese il 26 febbraio 2013. Un Mosè e le figlie di Jetro vicino a questo dipinto, custodito al Louvre, fu inoltre eseguito nel 1654-1657 per l’appartamento di Anna d’Austria a Parigi da un altro discepolo di Pietro da Cortona, il viterbese Giovan Francesco Romanelli.

  • Scuola romana, Ritratto di ammiraglio, inizio XVIII secolo. Olio su tela, 103...
    Lotto 20

    Scuola romana, Ritratto di ammiraglio, inizio XVIII secolo. Olio su tela, 103 x 78 cm. Proveniente dal quattrocentesco palazzo Passionei Paciotti a Urbino (oggi sede della Fondazione Bo) ed eseguito da un artista attivo a Roma all’inizio del XVIII secolo, il ritratto raffigura un ammiraglio in armatura, con la croce dei cavalieri di Malta appuntata sul petto, in piedi davanti a una finestra da cui si intravede una nave. Contrassegnato da una pennellata disinvolta nella resa dei bagliori dell’armatura, ma anche da una caratterizzazione briosa del personaggio, il quadro richiama i modi di Pier Leone Ghezzi.

  • Seguace di Corrado Giaquinto, metà XVIII secolo Educazione della Vergine....
    Lotto 21

    Seguace di Corrado Giaquinto, metà XVIII secolo Educazione della Vergine. Olio su tela, 80 x 63 cm. Ispirato alla maniera del pugliese Corrado Giaquinto (1703-1766), il quadro mostra Maria fanciulla, con in mano un libro contenente un brano della celebre profezia del Libro di Isaia (X, 1-10), tra i genitori Anna e Gioacchino, mentre dall’alto la colomba dello Spirito santo illumina la scena.

  • Raimondo Faucci (Dal Pinturicchio), 1770-1771 Storie di papa Pio II. Serie di...
    Lotto 22

    Raimondo Faucci (Dal Pinturicchio), 1770-1771 Storie di papa Pio II. Serie di 10 incisioni, ca. 550 x 330 mm (ciascuna). Eseguite tra il 1770 e il 1771 su disegni di Lorenzo Feliciati da Raimondo Faucci, nipote del più celebre incisore fiorentino Carlo Faucci, le dieci incisioni riproducono assai fedelmente gli affreschi con Storie di papa Pio II della libreria Piccolomini nel duomo di Siena, dipinti nei primi anni del Cinquecento dal Pinturicchio in collaborazione con l’allievo Raffaello e con il bolognese Amico Aspertini.

  • Artista anonimo della fine del XVIII secolo, Le cascate di Tivoli e La grotta...
    Lotto 23

    Artista anonimo della fine del XVIII secolo, Le cascate di Tivoli e La grotta di Nettuno a Tivoli. Coppia di tempere su carta di cm 19 di diametro.

  • John Gilbert ( 1817 – 1897 ), Dopo la caccia. Acquarello su carta di cm 15 x...
    Lotto 24

    John Gilbert ( 1817 – 1897 ), Dopo la caccia. Acquarello su carta di cm 15 x 20. Sul retro appunti e iscrizioni di un’esposizione del 1836.

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Esposizione
Viale Bruno Buozzi 107
23 Settembre 2016 ore 11:00 - 18:00
24 Settembre 2016 ore 10:00 - 18:00
26 Settembre 2016 ore 10:00 - 18:00

Via Mercadante 22
27 Settembre 2016 ore 11:00 - 18:00
28 Settembre 2016 ore 10:00 - 18:00
29 Settembre 2016 ore 10:00 - 18:00

Sessioni

  • 28 settembre 2016 ore 18:00 Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 58 (1 - 58)