Lotto 32 | DOMENICO MORELLI(1823-1901)Ossessocirca 1873-1876Olio su tela, cm 50,5 x...

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Asta di Macchiaioli, Ottocento & Novecento Prima Sessione - dal lotto 1 al lotto 47
martedì 15 dicembre 2015 ore 16:00 (UTC +01:00)

DOMENICO MORELLI(1823-1901)Ossessocirca 1873-1876Olio su tela, cm 50,5 x...

DOMENICO MORELLI
(1823-1901)

Ossesso
circa 1873-1876

Olio su tela, cm 50,5 x 29,5
Cornice in legno intagliato, dorato e dipinto
Scritta a matita sul retro Studio per il quadro degli ossessi. Tassello cartaceo di antiquario ottocentesco sul retro in basso.
Provenienza: Collezione privata, Verona.

Straordinario studio preparatorio per Gli Ossessi, il capolavoro di drammatica spiritualità cristiana, con le sue anime deformi che invocano aiuto a Gesù sullo sfondo di un arido paesaggio della Palestina, che Domenico Morelli dipinse per Giuseppe Verdi nel 1876.

Dall'incontro con Verdi, avvenuto a Napoli nel 1858 (cui seguì il ritratto che Morelli realizzò per il compositore, ora a Villa Carrara Verdi), nacque tra il pittore napoletano ed il compositore di Busseto un'intensa amicizia, documentata da un lungo rapporto epistolare che si protrasse almeno fino al 1896. Quando nel 1873 il Maestro tornò a Napoli per la rappresentazione dell'Aida al Teatro San Carlo, soggiornando all'Albergo Crocelle a Chiatamone, chiese all'artista di dipingere per lui un quadro. Verdi premeva per ottenere il dipinto promessogli, ma dovette attendere fino al 1876, anno in cui finalmente ricevette Gli Ossessi, accolto con entusiasmo. Nel 1880 acconsentì a che fosse presentato all'Esposizione di Torino e, dopo tale data, lo conservò a Sant'Agata.
La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma conserva una serie di disegni ed un bozzetto che si riferiscono a quest'opera, acquistati nel 1904 dagli eredi di Morelli insieme ad altri bozzetti provenienti dallo studio del pittore.

Domenico Morelli è considerato uno dei più importanti artisti napoletani del XIX secolo, fu senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura.
Iniziò a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1836 e i suoi primi dipinti furono improntati all'ideale romantico, con numerosi influssi medievali.Nel 1850 visitò Firenze dove ricevette il suo primo riconoscimento pubblico per la sua opera Gli iconoclasti. Nel 1855 partecipò, insieme a Francesco Saverio Altamura e Serafino De Tivoli, all'Esposizione Universale di Parigi e, di ritorno a Firenze, prese parte ai dibattiti dei macchiaioli sul realismo pittorico, ciò che lo condusse gradualmente ad assumere uno stile meno accademico e maggiormente libero, soprattutto nell'uso del colore; secondo i critici della pittura napoletana, la sua arte fonde verismo e tardo-romanticismo a modelli neo-seicenteschi.
Negli anni sessanta, ormai tra i pittori italiani più conosciuti della sua epoca, fu nominato consulente del museo nazionale di Capodimonte relativamente alle nuove acquisizioni di opere, portando così il suo contributo alla gestione delle collezioni d'arte.